laR+ Lettere dei lettori

Made/produced in Israel? No, grazie

L’aggressione israelo/statunitense all’Iran ha di fatto cancellato dall’“informazione” giornalistica il quotidiano orrore di Gaza. Anche se i morti continuano a essere decine ogni giorno, civili, donne e bambini, presi di mira e massacrati nei luoghi laddove si dovrebbe distribuire cibo, ma che si rivelano essere centri di mattanza. E frattanto, fra una manifestazione e un’altra, fra l’ignavia e la complicità di governanti e politici, ci si continua a chiedere: ma noi che possiamo fare?

Giorni fa abbiamo saputo che la Coop di Firenze, su richiesta di soci e clienti, ha bandito dai suoi negozi tutti i prodotti provenienti da Israele. Un boicottaggio che personalmente attuiamo da decenni. Ma se diffuso, massicciamente praticato potrebbe assumere davvero una certa rilevanza, non diciamo direttamente per la stessa Israele, ma sicuramente sì, tanto politica quanto economica, per la sua rete commerciale.

Pensate un po’: le quasi 5’000 persone che al grido “Palestina libera” e “Israele criminale” si erano ritrovate a Bellinzona, che lasciano sui banchi di vendita il “Made in Israel” qualcosa di concreto infine lo fanno. O no?