Ora sarebbe la Lega ad essere parte lesa? È preoccupante come nel gregge di Rivera siano tutti presi dal “gobbizalismo”. Già nel 2009 Boris, il trota nostrano, pensava di dover guerreggiare con Gheddafi a causa dei fatti del figlio Hannibal offerti in quel di Ginevra. E citiamo pure il Picca – casomai si offendesse se non lo si cita – che esce dalle porte assembleari e cerca di sbrogliarsi dai fili con cui l’abominevole uomo di Quinto lo ha pilotato. E abbiamo un senso di umana comprensione per la Sabrina cui corre l’obbligo di riconoscerle il “meglio tardi che mai” dopo che le hanno fatto fare il lavoro sporco. E sì che dalle sue lontane origini doveva sapere che in politica, e nella Lega, il più sano ha la rogna. Intanto la nomenklatura butta a mare l’ex sindaco di Bioggio alla faccia della presunzione di innocenza! E chi vuole un’altra dimostrazione del disordine leghista eccoti che ai dogmi anti rosso-anguria gli fa eco l’iracondo Zali dal Gran Consiglio che ha risposto ad un interrogante: “Se mette al mio posto un consigliere di Stato verde non sarà più verde del sottoscritto”. Il nocciolo dell’arrocco che appare in tutto lo squallore sta nel fatto che i due kapi dipartimento sono convinti d’aver ricevuto una cambiale in bianco che gli permette di apparecchiare la tavola a spese nostre. Ovviamente con il beneplacito del megadirettore del Mattino e della famelica badessa ove nemmeno più le lavoratrici del sesso inseriscono la pubblicità. E qui sorge una domandina facile; ma se tutti i giornali sono preoccupati del calo della pubblicità con le ripercussioni economiche ed occupazionali, ed in via del Boglia la pubblicità è un lontanissimo ricordo, chi li mette i soldi? Ma allora la Pravda esiste davvero anche da noi? Forse, ma in tal caso non risiede più solo a Comano.