La tentazione è forte, se non fosse che guardandosi attorno c’è poco da stare allegri tanto il panorama è desolante... Eppure i fatti che spingono a un sentimento di disgusto nei confronti della propria patria si accumulano.
Cominciando dal nostro rappresentante all’estero (il quale, essendo medico, si è sottoposto al giuramento di Ippocrate), uomo – pupazzo, verrebbe da dire – privo di carattere, capace soltanto di fiutare da che parte tira il vento e che non ha nemmeno la decenza (non si pretende il coraggio, di cui è notoriamente privo) di condannare le atrocità che il governo di Israele sta compiendo a Gaza: un genocidio devastante secondo la maggioranza degli osservatori internazionali, che lascerà una macchia indelebile su una nazione che aveva fatto tanto per ritrovare una reputazione più volte compromessa in passato (Sabra e Shatila, in primis, e tanti altri crimini contro l’umanità che non sto a elencare).
Ma volgiamoci dalla parte degli elettori: le cose non sono più incoraggianti. Gli ex consiglieri federali Ruth Dreifuss e Joseph Deiss osano proporre che la Svizzera si offra di ospitare vittime palestinesi ferite a Gaza per curarle? Non sia mai!! Una levata di scudi si alza da parte di chi, abituato – chi più chi meno – a vivere nel benessere elvetico a tal punto da non esserne più neanche consapevole, urla con livore la solita tiritera dell’impossibilità di accogliere ulteriori immigrati. Ciechi e sordi alla barbarie mediorientale che la nostra televisione – alla quale va il nostro encomio – ci mostra ogni giorno.
Possibile arrivare a tal punto di indifferenza e insensibilità?