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Lettera ad Anna Frank

Ciao Anna, il 4 agosto di 81 anni fa i nazisti ti catturarono per trascinarti in un campo di concentramento, applicando su di te e su altri milioni di persone quella che chiamiamo bestialità, anche se non esiste bestia sulla faccia della terra capace di fare una cosa simile. A parte l’Homo Sapiens Sapiens naturalmente, specie della quale facciamo parte tu, io, e purtroppo anche i nazisti. Ho letto il tuo diario all’incirca all’età in cui tu l’hai scritto. E detto fra noi, la tua sensibilità e bravura, e anche le foto che abbiamo di te, mi fanno pensare che mi saresti piaciuta un sacco. Ho versato molte lacrime sulle tue pagine.
E oggi ne verso ancora, perché ci sono delle persone, alcune di “fede” ebraica e altre no, che usano la tua memoria per giustificare un genocidio perpetrato contro la popolazione originaria delle terre di Palestina, dove pochi anni dopo la tua morte fu creato uno Stato per gli ebrei. Il suo motto? Una terra senza popolo per un popolo senza terra. Ti rendi conto Anna? Lì c’era un popolo ma certa gente ora dice: “I palestinesi? Non esistono!” E se esistono, sono terroristi da eliminare. Io so che tu puoi capire perché, come me, sai benissimo che dividere in razze la specie Homo Sapien Sapiens è una cagata pazzesca.
Ti confesso una cosa. L’ultima giornata della memoria, dedicata a te e altri milioni di persone, avevo deciso di non osservarla più. Perché se le vittime di un genocidio si dedicano a farne un altro, allora non ha nessun senso.
Oggi invece ho pensato che se sta menata delle razze è una cagata pazzesca, allora continuerò a rispettarla, la memoria. Perché non ce l’ho con gli ebrei. Ce l’ho con i fascisti, i nazisti e i suprematisti di ogni colore, compresi i sionisti che stanno infangando la tua memoria. Io non dimentico, Anna.