Non basta ascoltare il grido d’allarme delle Arp. Si agisca!
Lo stato precario del settore tutele e curatele è efficacemente descritto nella lettera delle autorità di protezione. La politica deve muoversi
In sintesi:
Gran Consiglio e governo leggano e rileggano bene la missiva a loro indirizzata dai presidenti delle Autorità regionali di protezione.
Soprattutto quando scrivono di “inevitabili disparità di trattamento delle persone vulnerabili”. Inammissibile.
Altro che tagli statali! I servizi d’appoggio (sociali, psicologici…) necessitano di risorse. Parliamo di adulti e minori fragili i cui interessi vanno tutelati. E poi accelerare sulla riforma (sono passati già quasi due anni dal voto popolare…).
A difesa delle fasce più deboli in una società che invecchia