laR+ LA TRAVE NELL’OCCHIO

La demolizione in atto

L’imbecillismo sovranista e ultranazionalista, con vigorose pennellate di neofascismo, sta facendo il mondo a pezzi per riportarlo ai tempi bui

In sintesi:
  • Siamo assediati da una risma di criminali seriali che ci comandano o mirano a farlo
  • L’antidoto saremmo noi cittadini se riuscissimo a vincere l’apatia e l’indifferenza
(Keystone)
13 maggio 2025
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Una nota teoria sociologica spiega come sia possibile trasformare un’idea inizialmente rifiutata e giudicata inaccettabile per la collettività in un’idea prima accettata e poi perfino legalizzata. In altre parole: comportamenti una volta ritenuti inammissibili oggi possono essere considerati normali e addirittura incoraggiati come una regola generale. A questo penso quando cerco di valutare l’idea e la pratica della politica oggi. Mio padre, sindaco appassionato di lungo corso, mi diceva che fare politica significa occuparsi dei singoli per il bene di tutti. Esprimeva, inconsciamente, un principio etico per nulla scontato di questi tempi. Il filosofo Kant l’aveva così riassunto: “L’umanità, come ogni singolo uomo, va trattata come fine e mai come mezzo, tenendo bene a mente che il valore di ogni individuo è supremo dovere dell’agire umano”. Il concetto – lo ripeto – è disperatamente inconciliabile con gli orientamenti in corso d’opera.

Oggi siamo assediati da una risma di criminali seriali che ci comandano o mirano a farlo: il fine ultimo delle loro follie – lo abbiamo intuito – non sono le “sorti magnifiche e progressive” dell’umanità. Putin si impegna a “finire il lavoro” in Ucraina e massacra cinicamente i civili in nome della Grande Russia; Netanyahu, dopo l’orrendo eccidio di Hamas, decide, con il silenzio codardo e vergognoso dei governi europei, che lo sterminio del popolo palestinese è una necessità: evita situazioni giudiziarie poco gradite e prepara il confortevole resort americano. A dirci che le cose vanno storte è l’irrompere del trumpismo che sconquassa la democrazia americana. Le intenzioni del personaggio sono note: i berrettini rossi ci annunciano che intende perseverare anche dopo il 2028. Le aspirazioni di questi signori (e pure qualche signora fa parte della brigata), così diversi e pure così uguali, sono compendiati nella formula latina “Princeps legibus solutus est” (il principe è sciolto dalle leggi, le fa e non le subisce: e infatti Trump ha dichiarato di non sapere se rispetterà la Costituzione!). La fine della democrazia liberale è parte integrante del programma.

“Dio è morto”, suggeriva Nietzsche e intendeva la morte del sacro, del rispetto della dignità delle persone. L’attualità gli dà ragione. Il vicepresidente degli Stati Uniti, uomo di intelligenza usata male, è addirittura riuscito a offrire ai cattolici americani la base ideologica che giustifica il sostegno a Trump: ha fatto di Sant’Agostino un promotore dell’esclusione, delle politiche migratorie restrittive e della discriminazione fra compatrioti e stranieri. Un obbrobrio, una schifezza, un’oscenità avallata pure da qualche cardinale che alla predicazione evangelica preferisce il verbo trumpiano! (urgente esortazione al novello esegeta dell’Ohio: una ripassatina della ‘Città di Dio’, Libro diciannovesimo, cap. 14, 19, 20: il ravvedimento è concesso).

La demolizione in atto delle democrazie liberali è lenta, subdola, graduale, quasi impercettibile per evitare pericolose inquietudini degli elettori. La strada pare sia stata suggerita da Benito Mussolini: spennare il pollo democratico una piuma alla volta per non farlo strillare troppo forte. Ossia: una volta eletto, l’aspirante autocrate provvede a restringere poco a poco le libertà e i diritti dei cittadini. E, quando i polli (noi) si sveglieranno, la transizione autoritaria sarà fatta e sarà troppo tardi per rimediare. Il processo è in corso anche nelle democrazie occidentali: reboante negli Stati Uniti, più strisciante in Europa: il parlamento è gradualmente accantonato e si procede per decreti esecutivi, si punta al presidenzialismo, si discredita il potere giudiziario, si limita la libertà di stampa, si controlla la formazione.

L’antidoto? L’antidoto saremmo noi cittadini se riuscissimo a vincere l’apatia e l’indifferenza. L’imbecillismo sovranista e ultranazionalista, con vigorose pennellate di neofascismo, sta facendo il mondo a pezzi per riportarlo ai tempi bui quando i cittadini erano sudditi in balìa del delirio di pochi. Dobbiamo reimparare a indignarci e ribellarci con il voto e, se occorre, con le proteste ad alta voce, pacifiche ma inflessibili e vigorose. Purtroppo non siamo ancora lì: ci sono i crimini contro l’umanità che coprono il mondo di cadaveri e noi stiamo zitti! A Gaza c’è un genocidio in corso (ne dubitate?) e noi stiamo zitti! In Ucraina il diritto internazionale è stato calpestato da Putin e noi stiamo zitti! I migranti affogano in mare e sono trattati come oggetti senza umanità, e noi stiamo zitti! Perfino la neutralità, per noi svizzeri, è diventata la giustificazione per star zitti e coprire il nostro pusillanime opportunismo. Le porte del peggio sono socchiuse e noi sempre zitti e indifferenti.