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L'arrocco in governo e il ritorno del vascello pirata leghista

La strana proposta di avvicendare Zali e Gobbi nei rispettivi Dipartimenti porta una Lega ancora capace di dettare l'agenda. Che sia condivisibile o meno

In sintesi:
  • Nel caso la manovra avesse successo, il peso sarà tutto sulle spalle dei due ‘ministri’
  • Soprattutto considerando quanto, nei rispettivi Dipartimenti, è fermo da tempo
A decidere sarà il governo, non solo i due leghisti
(Ti-Press)
2 giugno 2025
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La proposta di Norman Gobbi e Claudio Zali di avvicendarsi alla conduzione dei Dipartimenti delle Istituzioni e del Territorio regala alla politica ticinese il ritorno in grande stile della Lega che fa la Lega, con un autentico azzardo da vascello pirata e la giusta dose di ponderazione camuffata da apparente dadaismo. Quando invece di improvvisato pare esserci ben poco.

La Lega di Daniele Piccaluga ha fatto la sua scelta. Se proprio deve morire, vuole farlo in piedi. Se davvero continuerà l’erosione di consensi in favore dell’Udc – o della delusa astensione – il movimento sarà coerente e col petto in fuori. E, al netto dei silenzi che presto o tardi verranno interrotti, tutto questo accadrà con una Lega che verosimilmente correrà da sola alle prossime elezioni cantonali. Mal si comprenderebbe, infatti, il motivo che porterebbe una persona dall’esperienza non solo governativa come Claudio Zali ad assumersi la responsabilità di un Dipartimento come quello delle istituzioni, far passare le settimane se non i mesi di rodaggio iniziale e subito trovarsi in una campagna elettorale dalla quale però si chiama fuori. In politica mai dire mai, in quella ticinese ancora di più, però la direzione sembra essere questa.

Irrituale? Certo. Strana? Eccome. Istituzionalmente corretta? Probabilmente sì, anche se alcuni giuristi ieri pomeriggio avevano la vista che andava insieme tra leggi, regolamenti, prassi, possibilità. La richiesta sulla quale dovrà esprimersi il Consiglio di Stato, a ogni modo, fa correre la Lega lungo il confine sottilissimo che separa il colpo di genio dal caos totale. Molto dipenderà da lei, dalla Lega, ma altrettanto dipenderà da Gobbi e Zali stessi che, se l’azzardo piratesco dovesse avere successo, si troverebbero confrontati con una realtà complicata pure per esperti navigatori dell’Esecutivo cantonale. Claudio Zali potrebbe trovarsi a suo agio nel trattare il tema giustizia – pure troppo, considerando l’intervento dritto sulla rotula del Gran Consiglio pubblicato da ‘Il Mattino della domenica’ il 25 maggio sulla nomina di Serena Bellotti quale nuova giudice dei fallimenti –. Ma quando il discorso passerà sulla Polizia? E sui rapporti coi Comuni? La casa non sarà da costruire sicuramente dal primo mattone, ma l’impegno dovrà essere massimo. Norman Gobbi, invece, dopo anni in cui Zali è stato accusato di essere una sorta di sovversivo di sinistra in materia di ambiente, cosa farà? Il Piano energetico e climatico cantonale verrà ritirato o si andrà avanti nel solco segnato da Zali? I vari dossier aperti come la Rete tram-treno del Luganese o il collegamento A2/A13 in quanto tempo verranno smazzati, magari nel buon Schwitzerdütsch che Gobbi padroneggia? Insomma, le aspettative saranno molte e tutte sulle spalle dei due ‘ministri’ leghisti. Soprattutto considerando quanto, nei rispettivi Dipartimenti, è fermo da tempo.

Sicuramente può avere della ragione chi si chiede perché dopo tutti questi anni ci si è accorti d’incanto che Gobbi farebbe meglio al Territorio e Zali alle Istituzioni. Ma la politica è tempismo, intuito e anche avventura. Un movimento nato come agitatore delle piazze e spazzola per togliere le ragnatele a una politica un po’ tanto ingessata, è finito a collezionare posti nei Cda perdendo però seggi nei Legislativi. Adesso con questa trovata – condivisibile o meno, di successo o pietra tombale, inciucio o scoperta dell’America – ha mostrato che è ancora in grado di dettare i tempi a una politica che reagisce, senza tutti i torti, anche con veemenza. Film già visto.

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