La divisione sportiva del marchio inglese estende la propria ‘firma’ a due modelli con motore elettrico, dal deciso piglio dinamico
Le attenzioni della divisione sportiva di Mini, John Cooper Works (JCW), interessano per la prima volta anche le varianti con propulsore elettrico, attraverso il crossover Aceman e la più classica Mini a tre porte: i due modelli portano in dote assetti, dotazioni e design specifici, dedicati ad esaltare “presenza” su strada e guidabilità nell’ottica più dinamica. Esteticamente, diversi dettagli sottolineano la loro appartenenza alla gamma più performante ed esclusiva JCW, tra i quali spiccano la finitura multi-tonalità del tetto nella sfumatura rosso-nero, le minigonne laterali nere, nonché le appendici aerodinamiche sui montanti di coda. La base tecnica per entrambe è la medesima, affidandosi alla trazione anteriore con unità a corrente da 258 cv e 350 Nm di coppia; cui si aggiungono 27 cv aggiuntivi della modalità “boost”, disponibili per breve tempo.
Il compatto crossover Aceman è in produzione dalla metà dello scorso anno, posizionandosi sotto alla più grande Countryman in virtù di un ingombro longitudinale particolarmente compatto, di appena 4,08 metri. La vettura nasce con “anima” unicamente elettrica ed è progettata e prodotta in Cina da Spotlight Automotive, joint-venture tra gruppo BMW e Great Wall Motors nata per lo sviluppo specifico di modelli con propulsione a corrente. Il look è fresco e giovanile, combinando i tratti specifici che distinguono la gamma Mini con forme e superfici leggermente più spigolose. Specie nel taglio dei passaruota e nel profilo del tetto: l’auto si identifica facilmente nell’appartenenza alla marca inglese, allo stesso tempo suggerendo uno sviluppo inedito che risulta piacevole nella presenza su strada.
L’abitacolo si affida pienamente al design che ci si attende a bordo di ogni Mini: la compatta plancia a sviluppo verticale è priva di cruscotto (c’è solo l’head-up display proiettato su vetrino) con tutte le informazioni e la gran parte dei comandi secondari concentrata sul grande schermo centrale rotondo, da quasi 10 pollici di diametro. Il colpo d’occhio offerto è suggestivo, ma districarsi tra schermate, personalizzazioni e gli stessi controlli della climatizzazione non è molto intuitivo e richiede senza dubbio un certo apprendistato prima di sentirsi “a casa”.
Finiture e materiali sono piuttosto economici, con giusto una fascia di tessuto nella zona centrale a “impreziosire” le plastiche dure al tatto. Lo spazio di bordo è concentrato, date le dimensioni compatte, ma la sistemazione per chi siede davanti è tutto sommato confortevole, mentre dietro la libertà di movimento per le gambe appare un po’ limitata. La vettura recupera qualcosa con un vano di carico discreto da 300 litri di cubatura minima.
Proviamo la Aceman JCW in anteprima prevalentemente lungo le stradine secondarie della campagna inglese, dove si apprezzano subito la buona prontezza nei cambi di direzione e la reattività alle sollecitazioni dell’acceleratore. Non toglie il fiato come avviene su auto elettriche più potenti, ma accelerazioni e riprese avvengono con la prontezza che ci si aspetta da una vettura firmata John Cooper Works: lo scatto da fermo ai 100 km/h è dichiarato in 6,4 secondi. Comoda l’attivazione rapida del “boost” di potenza, che permette di ricavare ulteriore grinta per breve tempo.
Si avverte tuttavia una certa inerzia nei cambi di direzione, dovuta alla massa piuttosto consistente (1’750 kg a vuoto), mentre lo sterzo manca di precisione e sensibilità. L’assetto è invece decisamente rigido: aiuta nel trasmettere la proverbiale sensazione di “kart” ben caro al marchio, ma bastano poche asperità per ritrovarsi in preda ad eccessivi sobbalzi, poco filtrati. Il comfort che ne deriva è dunque solo discreto – buono solo su fondi stradali levigati –, mentre l’insonorizzazione lascia filtrare fruscii piuttosto evidenti già a partire da 100 chilometri orari. L’autonomia dichiarata è pari a 355 km, con ricarica rapida solo fino a 95 kW in CC.
Al volante della classica Mini a tre porte si ritrova invece la dimensione più consona alla tradizione del marchio: la notevole compattezza fa passare in secondo piano la risicata abitabilità posteriore in favore di una dimensione “naturale” adatta a due passeggeri più i bagagli, mentre la massa più contenuta (1’655 kg a vuoto) e il passo molto corto (sotto i 2,53 m) restituiscono in pieno il piacere di condurre con brio vivace questa compatta berlinetta dal sapore “rétro”. La spinta elettrica guadagna ulteriore grinta, permettendo di scendere sotto i sei secondi nell’accelerazione da fermo ai 100 km/h (5,9 sec.), con erogazione istantanea ed esuberante della coppia che aiuta in uscita di curva. La guida dinamica lascia spazio ad una sterzata diretta con maggior sensibilità e ad un molleggio sempre rigido ma, allo stesso tempo, anche più capace di assorbire – almeno in parte – le irregolarità isolate del manto stradale.
Motori | Elettrici |
Potenza | 258 cavalli |
Trazione | Anteriore |
Cambio | Automatico monomarcia |
Consumi | da 15,3 kWh/100 km (omologato) |
Prezzo | da 46’700 Chf |