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Terra in vista (o quasi): Isole Marchesi dietro l’angolo

Dopo oltre cento giorni di remate in solitaria, Louis Margot sta per ritrovare un primo scampolo di terra ferma. Ma il Pacifico non è ancora domato

Una prova prima di tutto mentale (Human Impulse)

Dopo oltre cento giorni di remate in solitaria, Louis Margot sta per ritrovare un primo scampolo di terra ferma. Ma il Pacifico non è ancora domato

7 marzo 2025
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«Attingo assai più dalle mie risorse mentali che dalla mia forza fisica». Parole, queste, di Louis Margot, nel bel mezzo, o giù di lì, del sua traversata dell’Oceano Pacifico. Cartina e tracker gps alla mano, il fresco 33enne di Morges (compleanno festeggiato proprio questa settimana, ovviamente remando) qualche giorno fa ha varcato il nono meridiano nell’emisfero sud, circa a metà strada tra il Perù e la Nuova Guinea. La Polinesia francese, e con essa le Isole Marchesi, arcipelago che costituisce l’avamposto settentrionale di questo territorio d’oltremare, non distano più granché. O, almeno, relativamente poco rispetto alla distanza che Louis ha coperto sin qui da quando questa sua avventura ha avuto inizio.

Human ImpulseUn compleanno festeggiato in barca: ‘Non vedo l’ora di riabbracciare i miei familiari’

Ci eravamo lasciati oltre cento giorni fa, in una giornata di inizio novembre quando l’avevamo raggiunto telefonicamente nella zona portuale di Lima. È da lì che il 12 novembre Louis Margot è partito per il suo grande viaggio. Anzi, ripartito, visto che la traversata del Pacifico non è che una delle cinque tappe in cui si suddivide il suo giro del mondo con la sola forza muscolare. In bici sulle strade, e in barca (a remi) attraverso gli oceani. Prima, dal 6 novembre 2023 al 30 aprile 2024, attraverso l’Atlantico. E ora, appunto, attraverso il Pacifico. Dopo cento e più giorni di remate, in condizioni fortunatamente tutto sommato relativamente tranquille («L’Oceano Pacifico è sempre un’incognita, ancor di più che l’Atlantico», ci aveva confidato prima di levare l’ancora dal porto al largo della capitale peruviana, quasi all’altro capo del mondo), Hiva Oa, isola adagiata nel settore più meridionale dell’arcipelago delle Isole Marchesi, è... dietro l’angolo. Il suo primo punto d’approdo dopo qualcosa come quattro mesi di navigazione ininterrotta: una tappa cruciale del suo viaggio, che dovrebbe raggiungere ancora nel corso di questa settimana o di quella successiva, dopo qualcosa come 7’000 km o giù di lì di remate, senza la minima assistenza.

‘Attingo assai più dalle mie risorse mentali che dalla mia forza fisica’

Se l’immensità del Pacifico preludeva a un’avventura fuori dal comune, alla prova dei fatti questa traversata (almeno fino a questo punto) si sta rivelando prima di tutto una sfida mentale. Diversamente dall’Atlantico o dal Mar dei Caraibi, dove aveva incontrato non poche insidie provocate dalle violente ondate e dalle tempeste ma dove la sua barca aveva anche incrociato la rotta di altre imbarcazioni, questa volta Louis Margot si è ritrovato a remare nella solitudine pressoché totale.

Risparmiato dalle temute tempeste, l’oceano si è sinora rivelato... Pacifico di nome e di fatto, offrendo nella maggior parte delle giornate (e delle nottate) condizioni generalmente calme. In contropartita, questa assenza di correnti marcate e di venti favorevoli ha trasformato questa parte del suo viaggio in una prova di pazienza e perseveranza. Con pochi punti di riferimento a cui aggrapparsi per andare avanti, remata dopo remata, chilometro dopo chilometro. Ogni miglio percorso è stato guadagnato col sudore, uno sforzo costante che ha reso tutta quest’esperienza lunga e faticosa.

Human ImpulseNel blu dipinto di blu del Pacifico

L’abbraccio dei familiari

«Ogni giorno è simile a quello precedente – riferisce Louis Margot all’Human Impulse, la sua équipe che dal quartier generale nel Canton Vaud segue passo per passo i suoi progressi tramite il geolocalizzatore e la strumentazione di bordo di cui è dotata la sua imbarcazione. E talvolta ne raccoglie le impressioni tramite collegamenti satellitari. «Fin qui, questa parte del viaggio è stata assai diversa da come me l’ero immaginata, ma mi ha anche permesso di scoprire molte cose su me stesso». Un viaggio interiore lungo... un viaggio reale, quasi interminabile ma che ora sta per passare dal primo punto intermedio. «Non vedo l’ora di tornare e di ritrovare la mia famiglia e i miei amici!».

Ma per riabbracciare i familiari non dovrà attendere la fine del suo viaggio, dato che hanno deciso di prendere l’aereo per volare fino in Polinesia francese, dove sono arrivati lunedì, per accoglierlo all’arrivo di questa... semitappa della traversata del Pacifico e festeggiare con lui, benché con qualche giorno di ritardo, il suo 33esimo compleanno. «In uno dei suoi ultimi messaggi che mi ha scritto, Louis contava di arrivare a Hiva Oa domenica – racconta Antoine Lavanchy, uno dei membri di Human Impulse –. I contatti con lui non sono quotidiani, ma con una buona frequenza, e, in ogni caso, appena si verifica una necessità particolare. Comunichiamo spesso via Telegram, o altri vettori. Altre volte, invece, parla con i suoi familiari, magari con videochiamate. In generale, in questa parte del suo viaggio, Louis ha tuttavia veramente limitato la sua comunicazione verso l’esterno. Ed è appunto questa la vera sfida di una traversata come quella del Pacifico: la solitudine... Se si eccettua qualche imbarcazione nei primi giorni di navigazione e un elicottero che è passato sopra la sua testa, per il resto non ha praticamente incontrato anima viva, da quanto mi ha detto. Psicologicamente è qualcosa di veramente duro da affrontare».

E come sono andate le cose sinora, viste dal quartier generale di Morges: «Per quel che abbiamo appreso noi, effettivamente sin qui è stata una traversata più mite del previsto. Ecco, forse proprio l’assenza di correnti e venti sostenuti l’ha un po’ frenato inizialmente e costretto a bruciare ancora più energie».

Una volta messo piede sulla terraferma, Louis Margot si prenderà qualche settimana di pausa per ristabilirsi fisicamente e mentalmente. Dopodiché dovrà preparare la sua imbarcazione e organizzare la logistica per il seguito del suo viaggio. La pausa gli permetterà pure di attendere la fine della stagione dei cicloni nell’ovest del Pacifico.

Human ImpulseCi siamo quasi

Il viaggio

Da Morges... a Morges

Sembra ieri, al massimo ieri l’altro. Eppure... Eppure quando Louis Margot ha salutato Morges e, dopo essere salito in sella alla sua mountain bike, ha fatto rotta su Portimao, all’estremo Sud del Portogallo, era il 3 settembre del 2023. Un anno e mezzo fa circa. Poco più di tre settimane dopo (e dopo 2’000 km di pedalate) arrivava nell’Algarve. Il tempo di ricaricare le batterie e di espletare tutti i preparativi, e poi è ripartito, stavolta a bordo della sua barca, per affrontare la prima delle due traversate di questo periplo. Quella dell’Atlantico: 6’000 km di distesa blu tra Portimao e la Martinica. Poi via: dopo aver attraversato anche il Mar dei Caraibi, è nuovamente salito in sella alla bici per le strade dell’America Latina, da Santa Marta a Lima. Ora sta affrontando il quarto segmento del suo periplo, che lo porterà fino a Bali. Qui, ancora in sella, attraverserà l’Asia per infine far ritorno nel Vecchio Continente, puntando su Morges. Il tutto con l’obiettivo di battere l’attuale record di giro del mondo con la sola forza muscolare di 5 anni e 11 giorni.