Domani l'Acb ospita il Losanna, in palio la semifinale di Coppa Svizzera. Nel frattempo mister e presidente sono tornati a criticare lo stato del campo
Kriens, Gambarogno e San Gallo. Tre sfide alle spalle, altrettante (ancora) da compiere sognando l’ultimo atto. La Coppa Svizzera è ormai nelle fasi più salienti e domani sera il Bellinzona intende scrivere un’altra pagina di storia. Era infatti dal 2008 che non riusciva più a raggiungere i quarti. «Un risultato che dovrebbe rievocare bei ricordi a ogni tifoso», ha dichiarato il presidente Brenno Martignoni Polti nel punto stampa indetto questa mattina dal club. Il riferimento è alla finale disputata in quel di Basilea «attorniati da una partecipazione incredibile. Una trasferta piena di quell’energia solita di chi vuole compiere il colpaccio. Non si è chiusa in quel modo, ma l’appuntamento è stato ‘solo’ rinviato». L’ex sindaco ha dunque chiamato a raccolta il pubblico, «dev’essere convinto di poter ancora respirare aria di grandi manifestazioni».
La squadra è motivata. Nelle ultime settimane lo staff iberico ha studiato il Losanna, squadra in crisi di risultati che può tuttavia contare sulla conduzione tecnica dell’ex nazionale rossocrociato Ludovic Magnin. Può inoltre puntare sulla pericolosità del suo attacco, tant’è che la fase realizzativa romanda è la terza della massima serie, e sull’esperienza di giocatori del calibro dell’ex bianconero Custodio. «Giochiamo però in casa, perciò venderemo cara la pelle – ha puntualizzato Manuel Benavente –. Cercheremo di complicare loro il compito, bisognerà munirsi di pazienza: più scorrerà il cronometro e più avranno pressione, come successo con il San Gallo. E, qui, potranno uscire le qualità dei vari Souza o Chacón». Il mister non si è pronunciato sulle condizioni di Nivokazi, lasciando un velo d’incertezza. Non ha invece nascosto la fame dei suoi ragazzi. «Sarà necessario proporre la medesima partita di Thun e Aarau, tramutando questa volta in rete il maggior possesso della sfera». La difesa ha invece ritrovato quella stabilità mancata fino a dicembre, complice l’infortunio di Sauter. «Personalmente sono innamorato (calcisticamente parlando, ride) di Sutter. È un centrale di ottimo livello e Ilan è una pedina che fa la differenza. Non bisogna dimenticare Krasniqi e Mihajlovic, perciò sono molto contento del quartetto». A proposito di punti, il club ha invece ribadito di essere stato ascoltato dal Tas in merito alla penalizzazione del match d’esordio e nelle prossime settimane avrà udienza sulla querelle dei contributi sociali. Il presidente è comunque fiducioso in vista della sentenza.
Meno il mister sull’arbitraggio, a suo dire spesso inqualificabile. Il 51enne confida di trovare una terna rispettosa e uniforme nei confronti di entrambe le squadre. Non ha inoltre lesinato critiche sul campo. «Chiedo pubblicamente scusa al Losanna per lo stato del terreno da gioco. Siamo uno staff iberico, ci piace che tutto sia perfetto. Facciamo riferimento su questo per competenza e completezza di preparazione. Abbiamo però riscontrato circa 30 infortuni quest’anno, alternando il sintetico e il naturale». Benavente ha utilizzato una metafora per spiegare l’importanza del manto erboso. «Il calcio è uno spettacolo per il pubblico, che paga il biglietto per goderselo. Siamo come dei pittori che hanno bisogno di una buona tela su cui dipingere. Il campo è la nostra tela, quindi dev’essere nelle migliori condizioni possibili cosicché questo si realizzi. Soffriamo per i calciatori, loro sono i protagonisti».
Il presidente ha dunque rincarato la dose. «C’è un certo imbarazzo riguardo al terreno da gioco, che presenta delle pecche. Sono andato a documentarmi, come Pablo (Bentancur, ndr). Non c’è una squadra in tutto il mondo che abbia riscontrato la stessa quantità d’infortuni e nel medesimo lasso di tempo». La società ha presentato delle richieste alla Città in modo da capire «e avere un riscontro. Quanto segnalato non è aria fritta, anzi». Il patron ha ribadito che il sintetico non è omologato dal 2023 e di non aver (ancora) ricevuto la sua perizia, di cui è per contro in possesso il Municipio. «È passata quasi una settimana, niente si è mosso. La squadra rischia di non ottenere la licenza. Suo malgrado l’esecutivo turrito è coinvolto, dunque la cosa migliore sarebbe avere delle risposte. Ci aspettiamo una collaborazione più intensa perché come ci teniamo noi dovrebbe tenerci anche chi rappresenta la cittadinanza». Martignoni Polti ha rassicurato che la documentazione necessaria sarà presentata entro i termini stabiliti, auspicando maggiore attenzione «sul fronte pubblico. Il momento è delicato: con delle risposte più chiare e trasparenti magari riusciremmo a remare nella stessa direzione in modo proficuo».
«La misura è colma, siamo stufi». Fabio Käppeli, capodicastero Finanze, economia e sport, si riferisce alle continue polemiche che la società solleva nei confronti della Città, in particolare sullo stato dei campi da gioco, «non riconoscendo» l’importante lavoro svolto ad esempio nella preparazione dei campi. «Non possiamo più tollerare come si continui a gettare discredito sul lavoro dei nostri collaboratori, mancando di rispetto a loro, così come alle infrastrutture». Ma la licenza è a rischio? Essa «non è sicuramente a rischio per le condizioni del campo, semmai perché ci sono creditori (compresa la Città) che hanno pretese di carattere finanziario che giustamente mantengono, tra cui si è appreso recentemente anche giocatori». Come ad esempio i 50mila franchi che l’Acb deve ancora versare al Comune – ricordiamo che era stato presentato un precetto esecutivo che non è ancora stato evaso – per la «partecipazione a prezzo politico alle (sole) spese accessorie relative allo Stadio comunale che, come ci ha fatto recentemente ancora notare il Consiglio comunale, dovrebbe essere maggiore di quanto in realtà chiediamo». Insomma, stando al vicesindaco di Bellinzona, «l’obiettivo della società è da un lato quello di distogliere l’attenzione dai risultati sportivi negativi e dall’altro di mettere in discussione il pagamento del cosiddetto affitto dello stadio».
Mancato pagamento che è più volte stato giustificato con le condizioni del campo principale, così come di quello sintetico. Per quanto riguarda il primo «sembra che vogliano fare di tutto per distruggerlo, continuando ad allenarvisi sopra sistematicamente come se non vi fossero limiti per il suo utilizzo», puntualizza Käppeli. Per quello sintetico è poi stata messa in dubbio la sua omologazione, anche in una recente interpellanza presentata dalla consigliera comunale Lia Sansossio-Cippà. «Abbiamo fatto ulteriori verifiche a seguito delle lamentele ricevute, ma posso garantire che la manutenzione è sempre stata fatta regolarmente e, soprattutto, che il campo è omologato». Il vicesindaco tiene a sottolineare che la Città «prende molto seriamente le aspettative dei nostri partner, compresa la sicurezza di chi utilizza le infrastrutture». Ma ora «non possiamo più assecondare ogni richiesta da parte dell’Acb. Siamo stufi, così come lo sono i tifosi che lo dimostrano non recandosi allo stadio. E se dirigenza e proprietà non riescono a cogliere questi segnali, non so veramente cosa pensare. In città molti si chiedono che senso abbia gestire una società a un livello così importante senza seguito da parte del pubblico, prospettive e un legame forte con il territorio che dovrebbe rappresentare». Una società a cui è spesso stato rimproverato di mancare di «professionalità e di un’organizzazione aziendale seria (le persone continuano a cambiare). È quindi molto difficile costruire un dialogo».