CALCIO

‘A volte la fortuna decide da che parte stare’

Mauro Ierep, direttore sportivo del Bienne, parla a poche ore dalla finale di Coppa Svizzera contro il Basilea: ‘In campo con grande passione’

29 maggio 2025
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Il direttore sportivo dell'Fc Bienne, Mauro Ierep, ha rilasciato un'intervista a Keystone-Ats prima della finale della Coppa Svizzera contro il Basilea. «Ho la sensazione che la fortuna a volte scelga da che parte stare», ha affermato parlando del percorso del club bernese.

Mauro Ierep, quanti giocatori del Bienne sono professionisti?

Direi otto. I cinque francesi e i tre giovani talenti del Servette e del Losanna.

Quindi un buon terzo della squadra...

Tuttavia, i tre giovani talenti sono in prestito e quindi non gravano sul nostro budget. Inoltre, tre dei cinque giocatori francesi sono finanziati dal nostro club partner di Clermont. Rimangono quindi solo due professionisti che percepiscono lo stipendio direttamente da noi. E anche questo è stato possibile soltanto perché hanno accettato di compiere grandi sacrifici finanziari.

Cosa significa esattamente?

Gli stipendi non sono pubblici, ma da noi si guadagna in media dai 1’200 ai 1’500 franchi. Alcuni giocatori guadagnano un po' di più, altri niente. Forse vivono ancora con i genitori o studiano e considerano questo come un investimento, un biglietto da visita. Inoltre, molti giocatori hanno un altro lavoro. Gli allenamenti mattutini o pomeridiani non sono comunque possibili da noi. Ci alleniamo sempre alla sera.

Come ha fatto questa squadra amatoriale a battere il Lugano nei quarti di finale e lo Younga Boys in semifinale?

Ci voleva una squadra che giocasse con il cuore, con coraggio, con rispetto per l'avversario, ma senza paura. E soprattutto ci voleva molta disciplina. È con questo atteggiamento che abbiamo affrontato le partite. Naturalmente abbiamo anche avuto la fortuna necessaria. Ho la sensazione che a volte la fortuna guardi l'azione e scelga da che parte stare.

Quando ha capito di poter vincere la semifinale?

Essendo una squadra di livello inferiore, affrontiamo sempre una partita del genere con lo stesso pensiero: è importante mantenere il risultato in parità il più a lungo possibile. Più il risultato rimaneva equilibrato, più lo Young Boys iniziava a dubitare. E per noi era esattamente il contrario: più il risultato rimaneva sullo 0-0, più credevamo nelle nostre possibilità.

Cosa ha significato per lei questo successo?

Tutto. Sono emozioni che solo il calcio può suscitare. Tutti si sono abbracciati, anche se non si conoscevano. La cosa più bella per me è stata vedere la gioia negli occhi dei giocatori e dei membri dello staff. Ma anche nelle persone che seguono il club da così tanto tempo. Che sanno esattamente da dove abbiamo iniziato nove anni fa.

Lei era lì quando il club è ripartito dalla Seconda Lega regionale nel 2016 dopo il fallimento. Cosa l'ha motivata in quel momento?

Bienne è la mia vita, la mia infanzia, la mia famiglia, i miei amici. Anche se non vivo più lì per motivi di lavoro, il mio cuore è sempre rimasto in questa città. È anche lì che ho iniziato a giocare a calcio. Ecco perché non ho esitato quando ho saputo, tramite un amico, che si cercavano persone per aiutare a ricostruire il club.

Torniamo a questa stagione. L'obiettivo principale non era la finale di Coppa, ma la promozione in Challenge League. La squadra non ce l'ha fatta. Il peso della Coppa è stato troppo grande?

Non credo che abbiamo mancato la promozione solo per questo, ma probabilmente la Coppa ha avuto un ruolo. Il percorso verso la finale è costato soprattutto energie mentali. Siamo stati troppo incostanti durante la seconda parte della stagione, abbiamo spesso perso punti inutilmente. La squadra non è ancora abituata al doppio carico e alla pressione.

La rosa è troppo ridotta?

Nessuno di noi a Natale si aspettava di qualificarsi per la finale di Coppa. In ogni caso, non avremmo avuto i mezzi finanziari per ingaggiare un altro giocatore esperto. Ovviamente, siamo delusi che la promozione non sia arrivata, ma non la consideriamo una débâcle, bensì una nuova tappa del nostro percorso. Inoltre, abbiamo ancora la possibilità di concludere la stagione non solo in bellezza, ma addirittura in modo storico.

In finale, il Bienne incontrerà l'ostacolo più difficile possibile. In che misura è realistico il “triplete” Lugano, Young Boys, Basilea?

Affronteremo la finale come i turni precedenti, cercando di mantenere la suspense il più a lungo possibile. Sappiamo che in una partita può succedere di tutto, ma non pensiamo in primo luogo alla Coppa. Per noi si tratta di offrire qualcosa ai nostri numerosi tifosi. Non rappresentiamo solo una città e una regione, ma anche il calcio dilettantistico, quei club che esistono solo grazie a numerosi volontari. Ed è anche con questi valori che scenderemo in campo. Con grande passione.