I B'zona Boys tornano a farsi sentire tramite un comunicato e non risparmiano nessuno. Patron e presidente ‘vivono in una realtà tutta loro’
A quasi un mese dalla ripresa delle faccende di campionato e con parecchi nodi ancora da sciogliere circa la proprietà e la squadra che disputerà la prossima stagione, i B'zona Boys sono tornati a far sentire la propria voce. Nel comunicato, che proponiamo di seguito in forma completa, non risparmiano nessuno. A iniziare da patron e presidente, passando alle poche centinaia di persone "dalla memoria corta" che tuttora popolano il Comunale fino al panorama giornalistico ticinese.
"Care tifose e cari tifosi granata,
queste righe le dedichiamo a voi, le 2’000 persone che dopo la prima stagione in Challenge League non hanno più trovato la forza di seguire l’Acb. La frustrazione e la delusione che provate sono le stesse che abbiamo vissuto noi partita per partita, annata dopo annata. Nessuno più di voi merita quindi solidarietà e comprensione. Grazie per darci la speranza che a Bellinzona ci siano ancora persone in grado di vedere le cose come stanno realmente. Ma al termine di questa logorante e surreale stagione, ci premono pure altri ringraziamenti.
Grazie a Pablo Bentancur e Brenno Martignoni, alla loro capacità di unire mitomania ed egocentrismo a livelli di infamia, incompetenza e sfacciataggine impossibili da eguagliare. Due personaggi che vivono in una realtà tutta loro, costruita su un’interminabile sequela di bugie e su una sconcertante narrativa che non conosce mai autocritica. Due personaggi che trattano l’Acb come il loro giocattolino senza avere nemmeno la facoltà legale di farlo, poiché il succube Pablito Bentancur, lo ricordiamo, è l’unico con diritto di firma. Due personaggi che hanno fatto di tutto per delegittimarci e impedirci di tifare l’Acb, dalla manomissione del nostro furgone mentre ci sgolavamo a Losanna, all’ordine impartito alla sicurezza di creare occasioni di scontro all’entrata della Gradinata Sud, fino alla chiusura della stessa nell’ultimo vile tentativo di censurare la contestazione. Due personaggi che per fare tutto ciò si sono contornati di imbarazzanti accoliti, come l'onnipresente Roberto Mercoli, un poro bao che ricopre ormai ogni carica possibile, e lo scagnozzo Tito Spinelli, in teoria magazziniere, in pratica pseudo-graffitaro e vigliacco provocatore.
Grazie alle poche persone rimaste al Comunale, fra le quali strisciano purtroppo ancora troppi codardi e adulatori con la memoria corta. In particolare tutti coloro che in questi anni non sono mai riusciti a guardare al di là del proprio naso, dimostrando una pochezza intellettuale e umana che fa spavento e che ci fa vergognare di respirare la loro stessa aria. Gente che di fronte a situazioni e avvenimenti sempre più aberranti è stata unicamente in grado di rispondere "allora mettete voi i soldi", come se il potere economico scagionasse da ogni colpa. E come se Bentancur abbia finanziato l’Acb per spirito filantropico, tolte naturalmente le oltre due pagine di precetti emerse di recente.
Grazie infine a tutto il panorama giornalistico ticinese, capace soltanto di ingozzarsi delle balle di Bentancur consentendogli di dire qualsiasi cosa senza mai verificare o contestare mezza affermazione. Lo stesso con il suo burattino Brenno Martignoni, campione mondiale di salto della risposta e giramento della frittata. Basta metterci un sorrisino ebete, citare questioni a sproposito e tutto si sistema. L’importante, per i giornalisti, è tenersi buoni i due compari così da poter scrivere un’infinità di articoli tutti uguali. Come nel caso dell’ottenimento della licenza, un evento celebrato come la vittoria di un trofeo nonostante sia stato necessario l’intervento di un’intera squadra di avvocati, e chissà quali magheggi, per ottenere qualcosa di normale per qualsiasi altra società.
Care tifose e cari tifosi granata, non immaginate quanto ci sia pesato scrivervi queste righe. Pensavamo di poter celebrare i nostri vent’anni con una stagione di festa, con il piacere di andare allo stadio a cantare per i nostri colori, con la spensieratezza che ci ha sempre contraddistinti. Così non è stato e l’ultimo grazie ce lo meritiamo quindi noi. Grazie per essere rimasti uniti in mezzo a tutte le avversità, per aver risposto agli insulti e alle minacce con la nostra costante presenza, per non aver mai abbassato la guardia, per essere sempre rimasti coerenti. Senza capi né padroni, per sempre innamorati dei nostri colori. Chi attualmente ha trascinato il nome dell’Acb nella vergogna deve andarsene. Una certezza ci rimane, ci rivedremo al Comunale".