EURO25

Quel muro tedesco che ha sconfitto due volte il cancro

Decisiva nell'appendice dei rigori dei quarti di finale, Ann-Katrin Berger spera di abbassare la saracinesca pure questa sera contro la Spagna

(Keystone)
23 luglio 2025
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Come le sue compagne di squadra, Ann-Katrin Berger è capace di soffrire ma senza mai cedere a stanchezza o critiche. Il portiere della Germania, decisivo nella serie di rigori dei quarti di finale, cercherà di abbassare ulteriormente la saracinesca questa sera quando affronterà la corazzata spagnola. A 34 anni, e la miseria di 26 apparizioni fra le file della selezione, la tedesca ha “le qualità e l’ambizione necessarie a condurre la Mannschaft verso un grande risultato”, ha commentato Lothar Matthäus, leggenda teutonica, laureatosi campione del mondo trentacinque anni or sono. E sì che durante la fase a gironi la sua predilezione “a giocare il pallone” con i piedi aveva stizzito e parecchio Christian Wück. “Non percorrerà molta strada, se continuerà incessantemente a dribblare nella sua area di rigore”, aveva dichiarato alla stampa proprio il selezionatore.

Un’affermazione a cui Berger aveva risposto in modo pacato. “Può sembrare rischioso, ma ho fiducia nelle mie capacità”. La storia della tedesca non è tuttavia fatta solo di grandi parate. Sì, perché nel 2017 e nel 2022 ha dovuto affrontare una lotta ben più seria. Un cancro alla tiroide. “Ho imparato a non dare per scontata la mia salute”, ha confessato. E, quando il torneo è giunto nella fase a eliminazione diretta, contro una Francia fino a quel momento imbattuta, Berger si è di nuovo messa il mantello da eroina. Ridotte in dieci e chiamate a recuperare una rete, le compagne di squadra hanno infatti potuto contare su di lei. La 34enne ha respinto qualsiasi minaccia – la più spettacolare nel corso del 103esimo minuto, quando ha deviato con la mano sinistra un colpo di testa di Janina Minge su tiro di Sakina Karchaoui –, prima di parare due rigori e realizzarne addirittura uno. Tempo di reazione, potenza fisica e coordinazione.

Questa sera (ore 21) a Zurigo, quando affronterà le campionesse del mondo in carica finora capaci di realizzare 16 centri nel torneo, l’ultimo baluardo dei Gotham City risulterà verosimilmente ancor più importante. Com’era stato il caso la scorsa estate in occasione del match per la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi: disputate tutte le partite da titolare, parati due rigori e realizzatone uno in semifinale, aveva permesso alla Germania d’issarsi sull’ultimo gradino del podio salvando un altro tiro dagli undici metri proprio al cospetto della Spagna. Finora la compagine tedesca è stata insormontabile per le iberiche, ben cinque successi e tre pareggi. La giocatrice originaria di Göppingen, che ha militato pure nel Paris Saint-Germain e nel Birmingham prima di conquistare dieci titoli fra le file del Chelsea, ha inoltre un appuntamento tutto personale con la finale di Basilea. “Mio nonno ha compiuto 92 anni qualche giorno fa. Avrei voluto che venisse a vedermi nei quarti o questa sera, ma secondo lui non vale la pena. Verrà solo in caso di finale”. Una motivazione più grande non può esserci.