Al Rheinpark, il Bellinzona subisce una lezione di gioco dal Vaduz: tre gol dopo poco più di un quarto d'ora di gioco, addirittura sei dopo novanta
Al Rheinpark l’Acb riceve una lezione di calcio dal Vaduz e rimane sul fondo della graduatoria. Neppure il tempo di entrare in campo e i granata – la cui mobilità sulle situazioni da calcio d’angolo è alquanto rivedibile – vivono un inizio di partita che definire un incubo è un eufemismo: proprio due tiri simili dalla bandierina dello specialista Schwizer mettono in ambasce la linea difensiva, indirizzando subito l’incontro sui binari ideali per i padroni di casa nel brevissimo volgere di centoventi secondi, tra il quinto e il settimo minuto. Le marcature ‘sibilline’ sul tocco ravvicinato di Simani, ma specialmente sul raddoppio di Monsberger (appostato sulla linea dell’area piccola e lasciato libero di incornare in diagonale), non sono adatte a una compagine che intende lottare per i piani alti e che invece si ritrova a combattere per la permanenza nella categoria cadetta.
E la prestazione oggettivamente inammissibile prosegue senza sosta, anche perché gli uomini di Schneider - usciti con assoluto onore dai preliminari di Conference League con gli olandesi dell’AZ Alkmaar - mantengono inserita la marcia più elevata. E non è un caso se il tris giunge poco dopo il quarto d’ora con Seiler. Servito da Nicolas Hasler, l’ex di turno viene completamente dimenticato a centro area e non ha difficoltà nel superare nuovamente un Osigwe lasciato suo malgrado alla mercé degli avversari. Mentre un calo di tensione non affligge i locali, che controllano il corso degli eventi con estrema tranquillità, su sponda ticinese si ha la percezione di voler limitare i danni, rimanendo «arroccati» nella propria metà campo in spasmodica attesa di uno spiraglio là davanti che viene concesso solamente nel finale di prima parte con due tentativi di Sadiku e Rey interessanti e potenzialmente pericolosi, ma entrambi murati.
A peggiorare la delicata situazione ci pensa Lasso, già ammonito e assai ingenuo nel calciare lontano il pallone per il secondo giallo sinonimo di espulsione a mezz’ora dalla fine. La seguente incursione a mille all’ora di Vogt, con conseguente prima uscita di Schaffran (poi bravo a distendersi su Jaiteh), fa da anteprima ai sigilli di Jonathan De Donno (doppietta) e Alessio Hasler che chiudono la contesa.
«Il naufragar m’è dolce in questo mare», scriveva Giacomo Leopardi nella celeberrima poesia «L’infinito», ma di dolcezza all’ombra dei Castelli non v’è traccia: la violenza con cui si viene declassati dai contraenti di turno è lapalissiana. E l’unica via d’uscita possibile – più facile a dirsi che a farsi – sarà riuscire a imporsi martedì sull’Yverdon.