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Sui rettangoli da gioco ticinesi arriva il mentore

Il progetto della Ftc vuol fornire un punto di riferimento per la crescita dei più piccoli. Beretta: ‘Ma non sostituisce l’allenatore’

Il ‘focus’ è sugli Allievi E
(Ti-Press)
1 ottobre 2025
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C’è una figura nuova pronta a scendere in campo sui rettangoli da gioco del nostro Cantone. Ed è quella del mentore, che la Federazione ticinese di calcio (Ftc) da quest’anno schiera per meglio assistere le società nell’avviare i giovanissimi che muovono i primi passi su un campo da calcio. Presentato a fine agosto alla casa dell’Asf a Muri in occasione di una riunione tra presidenti regionali delle rispettive sezioni tecniche, responsabili tecnici (per la Ftc presenti il presidente Silvano Beretta, il tecnico regionale Livio Bordoli e l’istruttore Asf calcio bambini Manlio Bulgheroni), questo progetto, una novità a livello nazionale, è entrato nella sua fase pratica con la ripresa delle attività sui campi da calcio ticinesi a inizio settembre, suscitando fin da subito l’interesse di diverse regioni.

«In parole semplici, con il ‘Progetto mentore’, la Ftc mette a disposizione delle società queste figure che nel nostro concetto dovrebbero fungere da anello di congiunzione tra l’allenatore e i calciatori in erba, favorendo uno sviluppo più armonioso possibile del calcio fra i bambini», spiega il presidente della sezione tecnica della Ftc Silvano Beretta. «Il concetto che sta alla base del progetto è quello di proporre una forma di accostamento che favorisca un aggiornamento costante, permettendo ai responsabili del movimento di essere sempre informati e di poter analizzare il proprio agire con i giovani in proiezione di un costruttivo miglioramento. Una sorta di formazione continua per allenatrici e allenatori il cui focus è il bambino».

Ma come? Quali sono i campi d’azione del mentore? «A scanso di equivoci, il mentore non vuol essere un sostituto dell’allenatore, e men che meno il suo assistente. Questa figura, appositamente preparata e che ha seguito i corsi specifici organizzati sotto l’egida dell’Asf, è stata pensata per fornire un supporto tecnico ad allenatrici e allenatori, orientandoli e consigliandoli». Allo stesso tempo, il mentore è stato pensato per garantire una certa continuità e una certa linea di lavoro anche in caso di avvicendamenti di quelle che per i calciatori in erba sono praticamente delle figure di riferimento. Al mentore si chiede una ‘visione attiva’ negli allenamenti e nelle partite, ma il suo incarico non va oltre. «Sull’arco di una stagione (in autunno e in primavera, mentre nel periodo invernale non sono previste attività, salvo eventuali formazioni), il mentore si impegna in media a visitare settimanalmente le società (in occasione di allenamenti o partite), prevede uno-due momenti di formazione rivolti ad allenatrici e allenatori della categoria E, con possibilità di estendere l’invito anche alle categorie Allievi F e D. Inoltre, il mentore è una persona che conosce e applica i concetti di formazione adeguati ai bambini. In particolare, si occupa di seguire il percorso formativo della categoria E, promuove la formazione continua di allenatrici e allenatori, fornisce le linee guida per la pianificazione delle attività e verifica il corretto svolgimento di allenamenti e partite, secondo il concetto Play More Football». Ma non può essere coinvolto in altri ruoli all’interno del club: «Non può fare le veci dell’allenatrice o dell’allenatore assente, occuparsi della parte amministrativa (tesseramenti, convocazioni e altro ancora), gestire strutture e materiale per conto della società, ricercare allenatrici o allenatori, od occuparsi di contatti o di gestire particolari situazioni con genitori».

Qual è il target del progetto? «Idealmente, come detto, sono gli Allievi E, dunque bambini fino ai 10 anni di età. Concretamente, è rivolto a 22 società e 19 raggruppamenti attivi su tutto il territorio cantonale, Moesano compreso. Ogni mentore si occupa di più club, in base alla loro grandezza e, naturalmente, della disponibilità dello stesso mentore». Nella ‘scala gerarchica’ della Ftc, il mentore è subordinato al responsabile dell’omonimo Progetto, che è poi il referente diretto in seno alla Ftc. «Naturalmente l’adesione a questo progetto non è obbligatoria: ogni società, tanto quelle che al loro interno hanno un responsabile tecnico, quanto quelle che ne sono sprovviste, è libera di scegliere se aderirvi o meno».

Un modello destinato a fare scuola

Quanto proposto dalla Ftc è una primizia a livello nazionale. Ma in futuro la figura del mentore potrebbe anche fare l’apparizione sui campi da calcio di tutta la Svizzera: «Noi siamo stati i primi a decidere di muoverci in questa direzione, perché crediamo nella bontà del progetto, ma appunto, presto altri potrebbero seguire la strada che abbiamo imboccato noi: quando l’abbiamo presentato a Muri un mesetto fa, diverse associazioni regionali si sono dimostrate assai interessate, per cui non è escluso che a breve anche sui campi a nord del San Gottardo calcati dai più piccini in un futuro non così lontano possa fare la sua apparizione il mentore».