I bianconeri tornano a intascarsi tre punti, ma che fatica nel finale. ‘Lavorare sodo in settimana e rimanere a mani vuote, faceva male’
Quattro anni e spiccioli fa Mattia Croci-Torti prendeva ufficialmente possesso della panchina dell’Fc Lugano, assunte comunque già in precedenza le redini a interim a causa dell’esonero di Abel Braga. Il risultato, un pareggio al cospetto del Grasshopper. Quel match fu però solo il preambolo di una storia ricca di successo, coronata da grandi prestazioni sul palcoscenico europeo ma pure (se non soprattutto) dalla conquista della Coppa Svizzera. Nel 2025 qualcosa si è tuttavia inceppato, fra eliminazioni da tornei continentali e/o nazionali e quel sogno titolo sfumato in men che non si dica la passata stagione. A ogni buon conto il mister non ha smesso di credere nella squadra, ricevendo il sostegno incondizionato di società e tifosi «che hanno avuto fiducia nelle mie idee. Nei momenti di maggiore difficoltà, in cui non abbiamo mai abbassato la testa, ho percepito grande affetto nei miei confronti», ha dichiarato proprio il momò in conferenza stampa. E, da qualche settimana, i bianconeri sono tornati a offrire prestazioni viepiù convincenti mostrando timidi segnali di miglioramento. La speranza, di un verde luccicante come la speciale maglia indossata da Bottani e compagni a favore della fondazione Greenhope, era dunque che le Cavallette rappresentassero ancora una volta un punto di transizione. Croci-Torti non ha d’altronde nascosto che da questa sfida interna cercava solo un risultato, ossia il bottino pieno, così da ritrovare una classifica più consona. «Lavorare sodo e rimanere a mani vuote, faceva male», ha continuato il 43enne.
Non era un compito semplice considerata in primis l’assenza di Steffen che, seppur in stagione abbia faticato a esprimersi su alti contenuti, riesce a trovare quasi ogni volta il modo d’innescare quelle azioni solite cambiare il copione di una sfida. A farsi preferire in termini di gioco sabato è infatti stata la compagine ospite. La chance più nitida (e sciupata malamente) è tuttavia capitata sui piedi di Belhadji. Come a conferma della pessima statistica realizzativa, che rimane la meno produttiva di tutto il massimo campionato. La colpa non è solo delle poche occasioni, bensì della mancanza di lucidità e precisione in fase di esecuzione. «Fino alla pausa, inoltre, abbiamo concesso troppe ripartenze a causa di nostri errori di qualità perdendo facilmente palla». Nella ripresa Croci-Torti ha dunque spostato Bislimi e abbassato Belhadj, ritrovando maggiore aggressività e la via della rete grazie a una decisione arbitrale stavolta benevola. Una leggera ‘spinta’ di Paloschi sul perspicace Behrens ha persuaso Gianforte – senza controindicazioni dalla sala Var, rimediando forse alla discutibile scelta del recupero infrasettimanale – a limitare il Grasshopper in dieci e concedere l’estrema punizione trasformata dal solito Grgic.
Match chiuso? No, perché i beniamini del pubblico sono calati sia in termini d’intensità che di rendimento. E, di nuovo, un errore individuale ha rimesso tutto in discussione minando le certezze di Bottani (che ha lasciato il campo in lacrime, si teme un’assenza di lunga durata) e compagni. La ciurma di Croci-Torti, insomma, trova ogni volta il modo di complicarsi la vita da sola o quasi. Un duro colpo a cui ha rimediato goffamente Behrens quattro minuti più tardi. «È un giocatore alla Bobo Vieri... Non sarà munito di grande qualità, ma ruzza e si mette a servizio della squadra. Se inoltre riesce a segnare, siamo più che soddisfatti di lui: preferisco quel gol sporco, che il pallonetto tentato in seguito». Nonostante la superiorità numerica, l’Fcl ha faticato e parecchio a mantenere il pallino delle contrattazioni nelle sue mani. Una paura frutto di mesi tormentati, che hanno influito sulla fiducia. «Non mi è piaciuta la fine dell’incontro, in cui abbiamo perso le distanze concedendo loro fin troppe occasioni. In passato, però, in questi minuti concitati avremmo sciupato i tre punti. Oggi, invece, abbiamo messo importante fieno in cascina lottando alla stregua del Grasshopper». Un plauso è da riservare pure alla grande prova di Von Ballmoos, che imporrà una differente costruzione dal basso, ma è stato decisivo negando la soddisfazione del gol a due ex di serata, Arigoni e Muci.
E proprio il 22enne si è rammaricato del risultato. «La squadra è stata capace di rispondere a modo sia in occasione del rigore che dell’espulsione. Abbiamo messo in campo la corretta mentalità, dimostrando carattere, e con un pizzico di fortuna in più avremmo potuto anche pareggiare». Sì, perché il Grasshopper ha paradossalmente iniziato a essere meno abbottonato (e ingranare) ritrovatosi sotto nel punteggio. «È vero! Purtroppo non siamo riusciti a trafiggere ancora Von Ballmoos, dunque rimane un pochino l’amaro in bocca». Muci e compagni erano reduci da una serie positiva. Questa battuta d'arresto «non inficerà sul morale, anche oggi abbiamo ribadito di essere in grado di giocarcela con tutti». Nel frattempo le Cavallette hanno però subìto il sorpasso a opera della squadra di Croci-Torti, che secondo il mister dovrà confermare di essere veramente uscita da questa spirale negativa il prossimo weekend. «Ho potuto rivedere giocatori, ad esempio Belhadji e Alioski, su buoni contenuti. Prendiamoci questi punti e cerchiamone altri tre a Winterthur: affrontare la pausa nazionali a quota dieci sarebbe veramente sinonimo di rinascita», ha concluso il momò. Un bottino da cui ricostruire anche una maggiore qualità, soprattutto nel fraseggio, in modo da scrivere un altro capitolo di questa storia.