Milano dice sì alla vendita di San Siro. A notte fonda, il Consiglio comunale ha approvato la delibera per la cessione dello stadio a Milan e Inter, la cui offerta da 197 milioni di euro sarebbe scaduta proprio oggi. I voti a favore della maggioranza sono stati 24, sufficienti a far passare il documento grazie alla decisione di Forza Italia di uscire dall'Aula che ha abbassato il quorum; i no sono stati invece 20, nessun consigliere si è astenuto. Il tempo di ospitare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina che lo storico impianto, a cent'anni dalla sua inaugurazione, sarà abbattuto per lasciare il posto ad un altro, più moderno e funzionale, in tempo per gli Europei di calcio del 2032.
"Abbiamo provato a scrivere una pagina nuova, e siamo solo all'inizio", afferma al termine della seduta di quasi 12 ore la vicesindaca Anna Scavuzzo, che parla di "soddisfazione rispetto alla prospettiva di trasformare l'area di San Siro, su cui c'era preoccupazione per un futuro incerto". Rimanda invece i commenti alle prossime ore il sindaco, Giuseppe Sala, rimasto in Aula per tutta la seduta. "In 'salese'", il gergo del Consiglio comunale, "mi ha detto 'sono contento'", rivela Scavuzzo, auspicando ora che "la maggioranza non perda i pezzi, anche se il passaggio è stato di forte frizione".
Dei 20 voti contrari alla delibera, sono sette quelli della maggioranza, che si aggiungono a quelli di Lega, Fratelli d'Italia, Noi Moderati e di un consigliere di Forza Italia, Alessandro De Chirico, che ha votato no in dissenso con la linea del partito. Non hanno partecipato al voto il capogruppo della Lista Beppe Sala Sindaco, Marco Fumagalli, che ha dichiarato la sua intenzione di dimettersi, e Manfedi Palmeri del centrodestra.
Nel corso della lunga discussione non sono mancate le polemiche, anche della maggioranza e, soprattutto, dei Verdi, in particolare per avere scelto il metodo della tagliola: un sub emendamento, quando ormai erano le 3 di notte, ha fatto decadere la maggior parte dei 239 emendamenti. Sino a quel momento ne erano stati discussi appena 25. "Quando ci sono posizioni diverse che si confrontano - prova a tagliare corto la vicesindaca Scavuzzo - la dialettica funziona così. Abbiamo lasciato lo spazio per esprimersi e per assumere una decisione e la maggioranza di questa aula si è espressa".
La parola passa ora a Milan e Inter. "Adesso parte una pratica amministrativa non banale - conclude Scavuzzo - e tocca alle squadre fare una parte che fino ad ora hanno fatto troppo poco".