Nessuno sorpresa per la Svizzera nell'ultima gara di qualificazione ai Mondiali del 2026: in Kosovo termina in parità 1-1

Qualificazione doveva essere e qualificazione – secondo le attese di tutti - è stata. Uscendo sul risultato di 1-1 sul campo del Kosovo nell'ultimo impegno delle eliminatorie in vista della prossima Coppa del mondo, in cartellone la prossima estate in Messico, Stati Uniti e Canada, la Nazionale svizzera ha infatti ufficialmente staccato il biglietto per la sua sesta fase finale consecutiva del torneo iridato: un autentico exploit, per un calcio che, fino a soltanto un paio di decenni fa, era considerato di seconda o terza fascia. La crescita del movimento elvetico – che vanta pure tre partecipazioni consecutive alle ultime edizioni del Campionato europeo – è sotto gli occhi di tutti, e lo dimostra il modo perentorio con cui i rossocrociati guidati da Murat Yakin hanno condotto dall'inizio alla fine le sei gare del proprio girone preliminare: quattro successi, due pareggio, nessuna sconfitta, una marea di gol messi a segno e una retroguardia pressoché inespugnabile.
«Sono molto felice per questa qualificazione strameritata», ha commentato il Ct. «E sono davvero fiero di aver dominato il nostro girone dall’inizio alla fine grazie a un gruppo di uomini eccezionali. Siamo rimasti in forma per tutto l’autunno e abbiamo sempre proposto un calcio attrattivo. Abbiamo segnato molto e concesso pochissimo. Voglio ringraziare tutto lo staff e i giocatori, che hanno saputo compattarsi al meglio durante la tournée nordamericana della scorsa estate, nel corso della quale ha preso il via il nostro cammino trionfale verso il Mondiale».
Allo Stadio Fadil Vokrri di Pristina, sotto la pioggia battente e sferzati dal vento, rossocrociati in campo con due novità rispetto a quanto visto sabato sera contro la Svezia: prima titolarità per Johan Manzambi – che in attacco prende il posto di Dan Ndoye–, mentre Djibril Sow viene schierato dal Ct Yakin a centrocampo al posto di Fabian Rieder. Il selezionatore del Kosovo – Franco Foda – rinuncia invece sia al difensore Albian Hajdari (ex Lugano) sia al centrocampista Leon Avdullahu (ex Basilea): i due calciatori cresciuti nelle nazionali giovanili svizzere sono infatti diffidati, in caso di un nuovo cartellino giallo verrebbero squalificati per la gara d'andata del playoff in agenda in marzo, e così il tecnico tedesco non vuole assolutamente correre rischi, data pure la missione impossibile che la sua squadra sarebbe chiamata a realizzare: non li porta nemmeno in panchina.
Vista la particolare situazione, che vede i padroni di casa costretti a sperare in un successo con ben sei reti di scarto per riuscire a conquistare una qualificazione praticamente impossibile, non è che in campo succeda poi molto: nel primo tempo da segnalare, soprattutto, ci sono gli inattesi e sistematici fischi per il rossocrociato Granit Xhaka, che è di origine kosovara e che, da sempre, nel Paese dei suoi avi risultava molto amato, anche per via dell'affetto che lui stesso, a sua volta, ha sempre dichiarato di provare per quella terra. Evidentemente, dev'essere successo qualcosa che ci sfugge e che ha fatto indispettire la tifoseria dardana. Scopriremo poi che il livore nei confronti del capitano elvetico è figlio di alcune dichiarazioni – peraltro nemmeno troppo polemiche – che quest'ultimo ha rilasciato di recente al Blick circa la decisione dei già citati Hajdari e Avdullahu di optare per la Nazionale maggiore kosovara invece di quella svizzera.
A livello invece di occasioni – o anche solo di belle azioni – non c‘è praticamente nulla da annotare sul taccuino, anche perché tutti i giocatori con ogni probabilità stanno già pensando agli impegni del prossimo weekend con la maglia dei rispettivi club, quando cioè tutti i campionati riprenderanno dopo la pausa dedicata all'ultima finestra internazionale della stagione.
La ripresa, perlomeno, si apre subito con una rete: quella che porta in vantaggio la Svizzera, siglata 2’ minuti dopo la ripresa del gioco da Vargas, che finalizza al meglio una palla persa sulla trequarti dai padroni di casa e ben sfruttata dai rossocrociati (primo gol per lui in questa campagna). L'assist vincente porta la firma di Sow. Al 55‘, invece, ad andare vicino al raddoppio è Manzambi, che dopo bella iniziativa personale vede la propria conclusione respinta dal portiere kosovaro Muric.
A trovare il gol sono invece i padroni di casa, che al 74’, a causa di un errore in disimpegno da parte di Rieder (appena entrato in campo) che perde palla, siglano il (meritato) pareggio con un bel destro a giro di Muslija. Subito dopo, Xhaka vien richiamato in panchina da Murat Yakin e lo stadio – paradossalmente – dopo aver fischiato fino a quel momento il numero 10 svizzero, gli tributa un sincero applauso. Gli ultimi minuti di gara – per via di un comprensibile calo di concentrazione degli ospiti – sono quasi tutti di marca kosovara, con diverse iniziative interessanti che non hanno però avuto fortuna.
Ora la Nati andrà in letargo fino a marzo, quando i rossocrociati affronteranno due amichevoli nel corso della finestra internazionale consacrata ai playoff per la definizione delle ultime squadre europee che prenderanno parte al Mondiale. Gli avversari della Svizzera non sono ancora conosciuti, ma alcune indiscrezioni fanno i nomi di Germania e Norvegia, sempre che – ovviamente – il giorno del sorteggio (5 dicembre) il verdetto dell'urna non le inserisca nel medesimo gruppo dei rossocrociati.
Kosovo - Svizzera 1-1 (0-0)
Reti: 47‘ Vargas 0-1. 74’ Muslija 1-1.
Arbitro: Massa (Ita)
Kosovo: Muric; Dellova, Amir Rrahmani (71‘ Ilir Krasniqi), Aliti; Vojvoda, Rexhbecaj, Hodza (63’ Zabergja), Gallapeni; Muslija (86‘ Berisha); Muriqi (86’ Albion Rrahmani), Asllani (63‘ Zhegrova).
Svizzera: Kobel; Widmer (75’ Schmidt), Elvedi, Akanji, Rodriguez; Aebischer, Xhaka (75‘ Sohm); Manzambi, Sow (89’ Fassnacht), Vargas (69‘ Rieder); Embolo (69’ Zeqiri).
Note: Svizzera senza Itten. Kosovo senza Hajdari e Avdullahu. Ammonito: 10' Rrahmani.