Ciclismo

Tadej Pogacar è assetato di riscatto

Nemmeno sul podio nella cronometro, il 27enne si dice carico in vista della prova in linea: ‘Forse sarà la mia corsa’. In campo femminile occhio a Reusser

(Keystone)
27 settembre 2025
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Conquistata la terza medaglia rossocrociata grazie allo splendido argento (come Stefan Bissegger nel 2019) di Jan Huber, inchinatosi solo a Lorenzo Finn nella categoria U23, la storica e appassionante prima edizione dei Mondiali africani conoscerà il suo apice questo weekend in occasione delle prove in linea élite. Se in campo femminile i riflettori saranno quasi tutti puntati su Marlen Reusser, in ambito maschile nutriamo meno chance. Il grande favorito sarà invece ancora una volta Tadej Pogacar. Chi se non l’attuale numero uno del firmamento? Prontamente dimenticato l’amaro piazzamento ai piedi del podio nella cronometro, in cui ha subìto una vera e propria umiliazione da Remco Evenepoel nel giorno fra l’altro del suo compleanno, il ‘cannibale’ è intenzionato a prendersi la sua rivincita personale a Kigali. Ora la prospettiva è cambiata, ammonisce. “Non sono mai veramente riuscito a trovare il ritmo sulla bici da crono, mentre da quando sono passato su quella da strada tutto è decisamente migliorato. Penso di essermi finalmente acclimatato... Le gambe hanno ripreso a girare ogni giorno. Abbiamo una squadra (che può vantare anche Primoz Roglic e Matej Mohoric, ndr) di grande qualità, che può quindi essere considerata fra le principali candidate”, ha dichiarato in conferenza stampa. Il plurivincitore del Tour de France ha la ferma volontà di confermare la maglia iridata conquistata dodici mesi or sono a Zurigo.

Il profilo del percorso è comunque impegnativo: 267,5km e più di 5’400 metri di dislivello. Un tracciato che lo stesso 27enne ha definito “sulla carta, il più ostico da parecchio tempo a questa parte. Il monte Kigali è il punto ideale dove attaccare”, ma piuttosto lontano (a circa 100km, distanza in cui aveva sferrato l’affondo rivelatosi decisivo l’anno scorso) dalla conclusione. Poi si dovranno affrontare più salite in rapida successione. Non è finita qui, sicché ci sarà pure un tratto sul pavé a Kimihurura. L’altitudine potrebbe inoltre scombussolare i piani di qualche concorrente. “Non sono 1’800 o 2’000 metri, ma siamo comunque a 1’500m e si percepisce. Il clima non è facile, fa caldo, a volte addirittura è umido. La qualità dell’aria non è delle migliori, soprattutto in sella. Sono contento di essere arrivato presto e di aver potuto acclimatarmi”, ha continuato. Evenepoel, che ha il vento in poppa dopo il suo terzo titolo consecutivo a cronometro, intende comunque mettere il bastone fra le ruote allo sloveno. “Remco probabilmente sperava di vendicarsi della crono del Tour, dov’era stato a sua volta superato da Jonas Vingegaard. Ha cancellato quel pessimo ricordo, forse domani toccherà invece a me”. Il belga non è tuttavia l’unico a voler sfidare Pogacar: il messicano Isaac del Toro, lo spagnolo Juan Ayuso (che non ha comunque citato, d’altronde si è appena liberato dall’Uae per accasarsi nella Lidl-Trek) e il britannico Tom Pidcock sono pure considerati seri candidati al podio.

Meno i rossocrociati: con i fratelli Jan e Fabio Christen, Fabian Weiss, Marc Hirschi e Mauro Schmid, Swiss Cycling ha scelto di schierare la squadra più giovane fra le grandi nazionali. I primi tre debutteranno addirittura fra i professionisti nella rassegna iridata, poiché l’anno scorso avevano corso la prova in linea U23. Assenti ben tre veterani – ossia Stefan Küng, Silvan Dillier e Fabian Lienhard –, Hirschi (27 anni) e Schmid (25 anni) saranno i leader designati spalleggiati da Jan Christen. Un trio di qualità, ma che non compare nella lista dei favoriti. “Nessuno di noi è considerato un candidato per una medaglia. E, proprio questo, potrebbe aiutarci”, ha evidenziato Schmid. “Se uno di noi si dovesse trovare in testa, una medaglia sarebbe assolutamente possibile”. Il 25enne d’altronde già nel suo esordio mondiale, in Australia nel 2022, aveva sfiorato il podio. Nel plotoncino incaricato di ricucire su Evenepoel, era stato ripreso nell’ultimo chilometro e aveva chiuso in 17esima posizione. Dal canto suo anche Hirschi era giunto a un passo dal podio l’anno scorso. Tutto dipenderà quindi dal grado di adattamento dei corridori alle difficili condizioni di Kigali. Come puntualizzato, 267,5km di sforzo da percorrere a 1’500 metri di altitudine.

‘La crono mi ha stremata, ma sono in forma’

I colori rossocrociati avranno sicuramente maggiori possibilità di risplendere in campo femminile. Dopo il titolo a cronometro, infatti, Marlen Reusser mira di nuovo alla medaglia del metallo più importante. La bernese, che ha conquistato l’oro individuale nonché il bronzo nella staffetta mista, potrebbe quindi entrare nella storia issandosi per la terza volta sul podio nella stessa rassegna. È d’altronde una delle poche atlete che disputerà il programma completo. Un’impresa fisica e mentale impegnativa, ma la 32enne ha sostenuto di “essere in forma. Sono però sorpresa di quanto la crono mi abbia stremata, in primis emotivamente”. Quest’estate ha dovuto affrontare diversi problemi di salute. Avrà sufficienti energie per una corsa estenuante, ben undici giri e una salita finale sul pavé? Difficile azzardare un pronostico, seppure la bernese sia riuscita nelle ultime stagioni a trasformarsi in un’ottima scalatrice. Tant’è che quest’anno si è assicurata il Giro di Burgos e di Svizzera, piazzandosi seconda alla Vuelta e al Giro d’Italia.

Non bisogna inoltre sottovalutare il fatto che potrà contare sull’appoggio di una squadra di elevato spessore: con Elise Chabbey, vincitrice del Tour de Romandie nonché miglior scalatrice alla Grande Boucle, e Noemi Rüegg, settima la scorsa estate alle Olimpiadi di Parigi, Reusser può infatti beneficiare del sostegno di atlete di grande qualità. La concorrenza sarà comunque agguerrita, nonostante l’assenza della pluricampionessa iridata (in carica) Lotte Kopecky. La grande favorita oggi sarà la francese Pauline Ferrand-Prévot, vincitrice quest’anno di Parigi-Roubaix e Tour de France. A undici anni dal suo unico titolo mondiale su strada, l’ex fuoriclasse della mountain bike intende arricchire ulteriormente il suo palmarés. Dal canto loro i Paesi Bassi punteranno su Demi Vollering e sulla duplice campionessa del mondo Anna van der Breggen. L’Italia invece schiererà la vincitrice del Giro d’Italia, Elisa Longo Borghini.