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Nella gara del giubileo Red Bull, Verstappen... mette le ali

Quarta vittoria consecutiva dell'olandese in riva al Santerno. Dove si lascia alle spalle, nell'ordine, Lando Norris e Oscar Piastri

È poker di successi consecutivi su questa pista
(Keystone)
18 maggio 2025
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Cifra tonda celebrata alla grande in casa Red Bull, che a Imola ha festeggiato la sua gara numero 400 nel Circus con il ritorno al successo di Max Verstappen, capace di centrare la quarta vittoria consecutiva in riva al Santerno offrendo anche sprazzi dell’antico splendore della casa di Milton Keynes, quando attorno a metà gara girava con un comodo vantaggio di 18 secondi e rotti sulle McLaren. Va detto che in mezzo c’era stata una virtual safety car che aveva mandato a gambe all’aria diverse strategie ma non quella della Red Bull, team bravo e fortunato a trovare sempre la combinazione giusta, in questo caso allungando lo stint dell’olandese, comunque eccellente nella gestione gomme senza perdere un briciolo di ritmo, e permettendogli un comodo pit-stop quando tutti i suoi avversari si erano fermati in regime normale di gara. Un proverbio recita che la fortuna aiuta gli audaci, e più audace di Verstappen oggi in Formula 1 non c’è nessuno, come il pilota ha dimostrato in partenza. Ingoiati con amarezza i 34 centesimi che nelle qualifiche del sabato avevano fatto la differenza a favore di Oscar Piasti per la pole position, Max era sembrato non brillantissimo nei primi metri una volta scattato il semaforo, con una partenza un po‘ piantata che lo aveva visto superato sulla sinistra da George Russell. Ma era solo un’illusione visto che, mentre Oscar Piastri si piazzava in mezzo in frenata al Tamburello rallentando Russell, Verstappen tirava una super staccata all’esterno uscendo davanti all’australiano in curva due. Una manovra che ha un po’ sorpreso Piastri, comunque corretto ad alzare il piede e a non cercare lo scontro, premiando il coraggio dell’olandese, autore di una manovra che in pochi possono permettersi di architettare ed eseguire con tale efficacia.

Al secondo giro l’alfiere della Red Bull aveva già portato a 1"4 il suo vantaggio su Piastri, togliendogli subito la zona Drs e facendo prevedere una replica della gara dello scorso anno, quando riuscì a tenere a bada la rimonta di uno scatenato Lando Norris. Solo che quest’anno la McLaren non è mai riuscita a impensierire il campione del mondo in carica, abile nel tenersi sempre a distanza di sicurezza. Detto della virtual safety car che ha mischiato una prima volta le carte al giro 29, causa guasto meccanico della Haas di Esteban Ocon che ha costretto il team a ordinare al francese di parcheggiare la sua monoposto nell’erba e bordo pista, favorendo un Verstappen che doveva ancora effettuare la sua sosta, anche con la safety car entrata al giro 46 (ritiro di Andrea Kimi Antonelli per problemi all’acceleratore) la musica non è cambiata. In quel caso, alla ripresa dopo 9 giri, dietro Verstappen c’erano Piastri con una gomma con quasi venti giri di vita, quindi poco performante, e Norris che invece aveva appena effettuato il pit-stop. Ma una volta che l’inglese è riuscito a liberarsi del compagno di squadra, con un sorpasso cercato e sudato e non grazie a un mero ordine di inversione delle posizioni, non è riuscito a mangiare nemmeno un decimo al pilota Red Bull, finendo a 6”1. Verstappen ha così ridotto a 22 i punti di distanza dal leader Piastri, mentre la distanza tra i due orange papaya è ora di 13 punti. La bella domenica della Red Bull è stata completata da Yuki Tsunoda, finito decimo e che ha portato un punticino prezioso per le circostanze nelle quali è maturato, visto che il giapponese era partito ventesimo dalla pit lane dopo il terribile incidente nelle qualifiche del sabato, con tanto di auto capottata e ricostruita nella notte dal lavoro dei meccanici Red Bull.

Settantacinque anni fa si correva in Inghilterra il primo Gp di F1, vinto da Nino Farina su Alfa Romeo. Al quinto posto si piazzò un tailandese, Prince Bira, e curiosamente è accaduta la stessa cosa in quella che forse è stata l’ultima gara a Imola, con Alexander Albon che ha chiuso in mezzo alle due Ferrari, quella di Lewis Hamilton (quarto) e di Charles Leclerc (sesto). Con un piccolo giallo finale, perché a tre giri dalla fine Albon al Tamburello era finto nella ghiaia nel tentativo di superare Leclerc e dal muretto della Rossa è partito l’ordine di ridare la posizione al pilota Williams. Va detto che Leclerc era sotto investigazione, ma si era trattato di un duello al limite, di difficile valutazione. La Ferrari ha però deciso di non rischiare, con un’eventuale penalizzazione che gli sarebbe costata molte più posizioni. Il weekend della scuderia di Maranello è stato indecifrabile: discreto nelle libere con un buon passo gara fatto registrare nelle simulazioni; disastroso in qualifica con entrambi i piloti usciti nel Q2, un evento mai verificatosi nella storia della Ferrari a Imola (piccolo dato che dimostra la caduta nell’abisso: 1'14"970 il tempo della Sf-24 lo scorso anno, 1'15"604 quello della Sf-25, oltretutto con mescola più morbida); nuovamente buono in gara, con un mix tra guida e strategia che ha permesso a entrambi gli uomini della Rossa di chiudere a ridosso del podio, anche a livello cronometrico. Tra i due ferraristi il più sfortunato è stato Leclerc, la cui (ottima) strategia di pit anticipato è stata vanificata dalla virtual safety car, mentre durante la safety il muretto non ha voluto accontentarlo facendolo rientrare per montare le soft, agendo in maniere conservativa e, di fatto, causandone la retrocessione dal quarto posto (la posizione che occupava al momento del ritiro di Antonelli) al sesto. Dopo una gara che aveva in parte dissipato le nubi oscure addensatesi sul Cavallino, non è stato evidentemente ritenuto opportuno forzare la mano con una strategia più aggressiva.

Deludente la domenica della Mercedes, con Russell settimo e Antonelli fuori dai giochi. Nonostante gli aggiornamenti portati, dei quali il team si era dichiarato entusiasta, i problemi della W16 sono sembrati gli stessi delle ultime gare, ovvero il degrado delle gomme, in sofferenza già dopo pochi giri. Zona punti sfiorata infine per la Sauber con Nico Hulkenberg che, nella gara numero 600 corsa dalla scuderia (pur con diversi nomi), si è dimostrato competitivo – finché le gomme hanno retto – con la seconda parte del gruppo.