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A Monaco va in scena la rivincita di Norris

Nel Principato il britannico nega il successo all'idolo di casa Charles Leclerc, accorciando il passivo nei confronti di Piastri (ora di 3 punti)

Weekend pressoché perfetto
(Keystone)
25 maggio 2025
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Pressure Drop è una hit della reggae band Toots & the Maytals che parla di come la pressione goccioli come sudore su tutto il corpo di chi ne è soggetto. E nell’attuale Formula 1 il pilota maggiormente sensibile a questo gocciolio è Lando Norris, spesso criticato per la sua tendenza a commettere errori sotto pressione. A Montecarlo l’inglese si è però preso una bella rivincita mettendo a referto un weekend pressoché perfetto, iniziando con la pole position del sabato, che per la prima volta nella storia del Gp di Monaco ha portato sotto i 70 secondi il tempo di qualifica (1'09"954 per l’esattezza), e chiudendo la domenica con una vittoria senza sbavature nonostante gli ultimi 25 giri corsi con la Sf-25 di Charles Leclerc negli scarichi, che ha provato il sorpasso nell’unico modo possibile sul tracciato del Principato: inducendo l’avversario all’errore. La ciliegina sulla torta Norris l’ha messa all’ultimo giro quando, liberatosi da Max Verstappen che faceva da tappo in testa alla gara in attesa di effettuare il suo secondo pit stop, sperando in una safety car o in una bandiera rossa, ha stabilito anche il giro più veloce della gara. La McLaren a Monaco non conquistava una pole dal 2007 con Fernando Alonso e non vinceva una gara dal 2008 con Lewis Hamilton: dopo i piccoli tentennamenti di Imola, il team di Woking è tornato prepotentemente ai vertici, conquistando anche il terzo gradino del podio con Oscar Piastri.

La novità dell’edizione 2025 del Gran Premio di Montecarlo era rappresentata dalle due soste obbligatorie che aprivano la gara a diversi tipi di tattiche, le quali però avrebbero potuto finire in fumo in un battito di ciglia nel caso di una eventuale interruzione per incidente o ritiro. Una situazione talmente difficile da decifrare che, nel canonico meeting dei piloti con i team strategist, si è sentito esordire così: «Oggi non sappiamo cosa dirvi». Un esperimento che si è concluso positivamente, rendendo la gara più movimentata, soprattutto nella prima parte, caratterizzata anche da una virtual safety car al giro 2 dopo che Gabriel Bortoleto era finito contro le barriere al Portier. Proprio il brasiliano della Kick Sauber si era reso protagonista poco prima di uno dei rarissimi sorpassi veri (quindi esclusi doppiaggi e swap positions tattici) visti sul circuito, quando alla Loews aveva sopravanzato la Mercedes di Andrea Kimi Antonelli all’esterno, salvo poi subire il ritorno dell’italiano e impattare leggermente contro le barriere. Ne sono scaturite strategie aggressive come quella della Racing Bulls, che dopo 20 giri aveva già fermato due volte Isack Hadjar, utilizzando il compagno Liam Lawson come elemento frenante del gruppone per consentire al francese di effettuare il suo pit senza perdere posizioni (tranne una a favore di Hamilton, dovuta però al miglior passo gara della Ferrari). Strategia simile e vincente anche per la Williams, a punti come la Vcarb con entrambi i piloti. Qualche purista potrà storcere il naso di fronte a quella che sembra essere più una partita a scacchi che una corsa automobilistica, ma essendo la Formula 1 diversa dalla Formula E con le sue monoposto perfette per i circuiti cittadini, una variazione sul tema è stata gradita per evitare di assistere a un lungo e stucchevole trenino di 78 giri.

Tornando a Norris, il suo fine settimana è stato notevole per la capacità mostrata nell’unire tutti i pezzi del puzzle: velocità, feeling con la monoposto – dalla quale è riuscito a estrarre davvero tutto, specialmente in qualifica –, personalità e visione strategica. In quest’ultimo caso aiutato anche da un team che non ha sbagliato niente, compresa la scelta al sabato di effettuare due giri di qualifica lanciati per sfruttare al meglio la mescola C6, mostratasi più performante quando presentava un minimo di usura. Norris ha sopravanzato il compagno Oscar Piastri per pulizia di guida e costanza, con l’australiano che ha rispettato la track position di partenza ma che al giro 44 ha dovuto accendere un cero a Santa Devota, perché nell’omonima curva ha perso leggermente la macchina scivolando a una manciata di millimetri dal guardrail. Soprattutto, però, Norris è riuscito ad averla vinta su uno scatenato Charles Leclerc, che già dalle prove libere del venerdì, chiuse tutte al primo posto, aveva messo le carte in tavola sulla propria volontà di bissare il successo dello scorso anno nel Gp di casa. Un Leclerc beffato per 109 millesimi in qualifica ma pronto ad attaccare a testa bassa fin dalla partenza, con un tentativo di sorpasso all’esterno che ha costretto Norris al bloccaggio in curva 1. Quando all’ultimo giro l’inglese ha avuto pista libera e ha potuto lanciare la sua McLaren, si è capita davvero la portata della gara di Leclerc, unico capace di mettersi in mezzo alle due arancioni. Ha completato il weekend positivo per il team di Maranello il quinto posto di Hamilton, che ha rimontato due posizioni rispetto alla partenza, quando era stato retrocesso di tre posti in griglia per (discutibile) impending su Verstappen.

La Red Bull ha tentato la strategia del rientro ritardato di Verstappen per entrambe le soste, in attesa di una safety car che non si è verificata. Pescare il jolly o rimanere dove si era, altre alternative non ce n’erano, vista la qualifica poco brillante (Max 4° grazie alla penalizzazione di Hamilton, Yuki Tsunoda fuori nel Q2). La palma dei peggiori va alla Mercedes, il cui weekend da incubo è iniziato con la prima eliminazione nella storia del Gp di Monaco di entrambe le proprie monoposto in Q2 (Antonelli a muro, George Russell fermato da un problema elettrico), per poi proseguire con l’incomprensibile tattica di ritardare il più possibile le soste: Russell si è fermato ai giri 65 e 71, Antonelli ai giri 72 e 74. Risultato? L’inglese fuori dai punti (penalizzato anche con un drive-through per un sorpasso di frustrazione su Alexander Albon tagliando la chicane all’uscita dalla galleria) e l’italiano ultimo a 3 giri. Un problema meccanico ha causato al giro 38 il ritiro di Alonso quando si trovava abbondantemente in zona punti. Il pilota spagnolo resta così a zero punti, unico assieme a Bortoleto e al duo Doohan/Colapinto che si è alternato in Alpine.