A Barcellona, nel Gp di Spagna, il podio lo completa il ferrarista Charles Leclerc. Nel mondiale l'australiano allunga sul britannico
Barcellona 1998: doppietta McLaren con Mika Hakkinen e David Coulthard sia nelle qualifiche che in gara. Sono dovuti passare 27 anni prima che l’evento si verificasse di nuovo, visto che mai da allora alla partenza una prima fila era stata più monopolizzata dal team di Woking. Era l’epoca delle frecce d’argento, oggi sostituito dall’orange papaya di Oscar Piastri e Lando Norris, finiti in quest’ordine sia in qualifica che in gara, con l’australiano che ha allungato a 10 punti il distacco sul compagno di squadra nella classifica piloti.
Notizie positive per il team di Andrea Stella sono arrivate anche sul fronte avversario, con Max Verstappen retrocesso dalla quarta alla decima posizione per una penalità di 10 secondi comminatagli per uno scontro con George Russell al penultimo giro di un Gran Premio che ha visto disputarsi due gare in una. La prima, durata 55 giri, all’insegna di piccoli rimescolamenti temporanei nelle posizioni di vertice dovuti alle diverse strategie legate alle soste, senza però portare a sostanziali cambiamenti, ad eccezione delle Ferrari che, partite rispettivamente dalla quinta (Lewis Hamilton) e settima piazzola (Charles Leclerc), si erano portate entrambe a ridosso del podio grazie a una buona partenza (Leclerc soprattutto, già quinto dopo mezzo giro). Un inizio di gara sfruttato bene anche da Verstappen, abile a infilare in curva 1 un Norris nuovamente impacciato a livello reattivo allo spegnimento dei semafori. Poi lo spartiacque, al citato giro 55, quando la Mercedes di Andrea Kimi Antonelli si è spenta improvvisamente per un problema al motore, costringendo l’italiano a parcheggiarla nella ghiaia e provocando l’inevitabile ingresso della safety car. Nonostante i pit stop programmati fossero già stati tutti effettuati, i team hanno sfruttato l’occasione per montare le gomme soft in vista degli ultimi giri, approfittando anche del ricompattamento del gruppo. Red Bull, che per Verstappen aveva optato per una strategia di tre stop, montando rispettivamente soft, soft e medie, si è trovata spiazzata, non avendo altro nelle rimanenze che le hard, mai utilizzate da nessuno nel week-end in quanto ritenute poco prestanti sull’asfalto abrasivo di Montmelò. L’olandese è così rientrato in pista con alle spalle un Leclerc invece favorito dal jolly inaspettato di un nuovo set di soft, lui che con la sua Ferrari stava faticando con le medie. Alla ripartenza al giro 61, una volta uscita la safety, all’ingresso del rettilineo del traguardo prima Verstappen ha rischiato il testa coda, tenendo miracolosamente l’auto in pista, quindi è stato infilato da Leclerc, con tanto di contatto sfiorato, visto che il monegasco ha chiuso molto velocemente la traiettoria, e per questo motivo è stato investigato a fine gara. Poi Verstappen ha avuto un primo contatto ravvicinato con George Russell, fino al giallo del giro 64: ricevuto l’ordine dal muretto di far passare l’inglese per evitare una possibile sanzione, il campione del mondo in carica sembrava voler restituire la posizione in curva 4, salvo tirare la staccata all'ultimo e urtare il fianco della Mercedes. Penalizzazione scontata, che lo ha retrocesso al decimo posto, con inevitabile corredo di polemiche post gara. Verstappen ha perso la testa o tra lui e Russell c’è stato un fraintendimento? Si discuterà a lungo.
In casa Ferrari, per un Leclerc che ha centrato il suo secondo podio consecutivo, pur se “fortunoso”, come dichiarato dal diretto interessato, c’è stato un Hamilton ancora una volta perso in una terra di nessuno, lontano dalle posizioni di vertice, anche come passo gara, e sempre a rischio di finire inglobato nelle parti basse della zona a punti. Al giro 65 è stato sverniciato da Nico Hulkenberg, per un sorpasso che farà la storia della stagione 2025 della Kick Sauber la quale, grazie al tedesco, ha ottenuto uno splendido quinto posto finale, tornando a fare punti per la prima volta dal GP inaugurale in Australia. Le premesse del sabato non erano state male per i verdi di Hinwil, con la miglior qualifica stagionale di Gabriel Bortoleto (12°), mentre Hulkenberg si era piazzato 15°. La gara del tedesco è però stata perfetta per passo e strategia, con la nona posizione agguantata dopo la prima sosta e mantenuta anche dopo la seconda. Fino al ritiro di Antonelli e alla chiusura in gloria con un doppio sorpasso, il primo su Isack Hadjar e il secondo sul già citato Hamilton. Un exploit che ha consentito alla Kick di abbandonare l’ultimo posto nella classifica costruttori e salire all’ottavo, alla pari con l’Aston Martin e 5 lunghezze sopra l’Alpine. Da segnalare, per la scuderia di Lawrence Stroll, i primi punti stagionali raccolti da Fernando Alonso, classificatosi in nona posizione, mentre il figlio del boss Lance ha saltato la gara a causa del riacutizzarsi di problemi alla mano e al polso, eredità dell'infortunio subito nel marzo 2023.
Barcellona avrebbe dovuto essere la gara spartiacque della stagione, con possibile rimescolamento dei rapporti di forza grazie all’introduzione della direttiva tecnica TD018 che limitava la flessibilità delle ali anteriori. Un discutibile cambio a campionato in corso che non ha spostato pressoché nulla, se non per delle flebili lamentele dei piloti a causa di un incremento del sottosterzo causato dal cambio del bilanciamento aerodinamico. Molto rumore per nulla, insomma, come dichiarato senza mezze misure da Hamilton: “È stato solo uno spreco di soldi per tutti. Le ali si piegano ancora, il che rappresenta metà del problema della flessione. Tutti hanno dovuto costruire nuove ali e spendere soldi per realizzarle, senza che nulla cambiasse”. Si veda la McLaren, il team che teoricamente avrebbe dovuto soffrire di più la nuova direttiva: per tutto il week-end sono state imprendibili. Sessione di qualifica impeccabile, doppietta in pista che ha nuovamente certificato monoposto solide, precise e velocissime (la facilità con cui Norris al giro 13 si è ripreso il secondo posto su Verstappen ne è stato l’esempio più lampante), frutto di una superiorità tecnica evidente.