Il britannico della McLaren traghetta in porto un weekend dominato fin dal principio, mentre la scuderia elvetica manda a punti entrambe le monoposto
Missione compiuta in Austria per Lando Norris, che conclude nel migliore dei modi un weekend dominato fin dalle prime battute, spazzando via le scorie canadesi e imponendosi sul compagno di squadra Oscar Piastri, che ha fatto di tutto per rendere la vita difficile al pilota inglese. Questa volta però non ci sono stati crolli né errori, con Norris che, grazie alla vittoria al Red Bull Ring, si porta a 15 lunghezze da Piastri. Il quale può comunque sorridere visto che Max Verstappen è uscito al primo giro e adesso si trova staccato di 61 punti dalla vetta del Mondiale Piloti.
Il Red Bull Ring è definito il giardino di Verstappen, ma tra le Alpi anche Norris è di casa. Nel 2020 ha centrato il primo podio in carriera; nel 2023 ha dato il via, con un quarto posto, alla rinascita della McLaren targata Andrea Stella, dopo l’esordio stagionale con il progetto ripensato da zero; nel 2024 ha avuto invece il primo scatto di crescita, concluso materialmente con un contatto con Verstappen che lo ha eliminato dalla gara, e moralmente con uno schiaffone in piena faccia che gli ha fatto capire quanto fosse dura la lotta per ambire alla corona di numero uno. Quest’anno il circuito tra le colline della Stiria è tornato nuovamente a sorridergli, e Norris ha concretizzato al massimo il potenziale di una McLaren nuovamente sontuosa dopo i tentennamenti di Montreal, dove per la prima volta in stagione nessuno dei piloti era finito sul podio. Imprendibile in qualifica, con quasi 5 decimi rifilati a Charles Leclerc, secondo, e bravo in gara a non sbagliare partenza, chiudendo subito sul monegasco, ma soprattutto abile nel tenere i nervi saldi nei confronti di un arrembante Piastri. L’australiano, scavalcato subito Leclerc all’esterno in curva 1, al giro 11 aveva provato l’affondo all’esterno di curva 3, andando poi ruota a ruota con l’inglese in curva 4 e 6, ma Norris era rimasto davanti. Al giro 20 ecco un nuovo tentativo all’interno della curva 4, con gran bloccaggio e rischio di collisione, evitata per una questione di millimetri. Poi il giro delle soste ha dato un po’ di ossigeno a Norris, messo nuovamente sotto pressione nel finale quando Piastri gli ha recuperato 3’’ in pochi giri (e avrebbero potuto essere di più se Franco Colapinto non avesse costretto l’australiano a finire nell’erba nel corso del doppiaggio). Anche in questo caso però Lando ha tenuto botta, portando a casa una vittoria importantissima anche sotto il profilo psicologico.
Le altre scuderie che tornano con il sorriso dall’Austria sono Ferrari e Sauber. Le Rosse hanno nuovamente superato la Mercedes nel Costruttori grazie al terzo posto di Leclerc (podio stagionale numero 4 per lui) e al quarto di Lewis Hamilton (prima partenza tra i top 4 in griglia per l’inglese). Il nuovo fondo portato in Austria ha funzionato e, nonostante l’obbligo imposto dal box a Leclerc di lift and coast (ovvero alzare prima il piede dall’acceleratore in prossimità della curva e far “veleggiare” la macchina fino alla frenata vera e propria, per risparmiare carburante e ricaricare la batteria del sistema ibrido), la Ferrari si è dimostrata l’auto più performante rispetto a tutta la concorrenza.
In casa Kick Sauber, invece, è arrivata una nuova infornata di punti, raccolti questa volta da entrambi i piloti, con una diversificazione delle strategie rivelatasi vincente. Gabriel Bortoleto, ottavo, ha ottenuto il suo miglior piazzamento stagionale, diventando il primo brasiliano dai tempi di Felipe Massa (2017) a raccogliere punti in Formula 1, e anche il più giovane verdeoro di sempre a farlo (20 anni, 8 mesi, 15 giorni, battuto proprio il primato di Massa). Nico Hulkenberg per contro è partito ultimo e ha concluso nono, sfruttando l’ottimo passo gara della monoposto e una strategia gomme (soft-medie-medie) efficacissima. Il team di Hinwil non mandava a punti entrambi i piloti da Montreal 2022, con Valtteri Bottas settimo e Guanyu Zhou ottavo.
Buio pesto in casa Red Bull, per la prima volta da Bahrain 2022 a quota zero al termine di un Gp. Verstappen, partito settimo, è stato centrato al primo giro da Andrea Kimi Antonelli, arrivato in ritardo sul punto di frenata in curva 3 con conseguente bloccaggio delle posteriori e partenza per la tangente. Il primo Gran Premio di Max senza Gianpiero Lambiase, il suo storico ingegnere di pista (i due lavorano assieme dal 2016), assente per motivi personali, non è stato fortunato. Per Antonelli invece, dopo il primo podio in carriera in Canada, è arrivato anche il primo grave errore in gara, che gli costerà anche una sanzione di tre posizioni di penalità in griglia da scontare nella prossima gara. Nessun rancore però con l’olandese, con i due che si sono spiegati subito una volta usciti dalle rispettive monoposto. Yuki Tsunoda rimane invece un corpo estraneo: 18esimo in griglia al sabato, per quello che è stato il peggior piazzamento della storia Red Bull nel circuito di casa; 16esimo e ultimo alla domenica, dopo essersi preso anche 10’’ di penalità per una manovra scomposta sull’Alpine di Colapinto, finita in testacoda.
Disastro anche in casa Williams con due ritiri, di cui il primo avvenuto al momento del giro di formazione, con la monoposto di Carlos Sainz rimasta bloccata in prima marcia e successivamente finita con il sistema frenante in fiamme una volta raggiunta la corsia box. Ma non può sorridere nemmeno la Mercedes, perché il 5° posto di George Russell è arrivato a distanze siderali dalle Ferrari (33’’ da Hamilton, 43’’ da Leclerc), la vera scuderia rivale per la casa della stella a tre punte nei Costruttori, visto che la Red Bull è un team a metà. Oltretutto con una spina nel fianco chiamata VCARB, visto che in Austria gli unici punti li ha fatti l’ex squadra di Faenza, e questa volta non con il solito Isack Hadjar ma con Liam Lawson, bravissimo a convertire il 6° posto in qualifica – davanti alle due monoposto ufficiali dell’energy drink team – nel medesimo piazzamento in gara, ottenuto dopo una rischiosa ma indovinata strategia di una sola sosta. Dopo sole due gare la Red Bull fece il cambio Tsunoda-Lawson. Chissà adesso chi tra i due piloti avrà più rimpianti.