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Aspettando il Bienne. ‘Restano tre partite e vogliamo vincerle’

L'Ambrì torna da Ginevra a mani vuote, vanificando in pratica l'exploit di mercoledì a Davos. Ma è quella di stasera la sfida da non perdere

DiDomenico e compagni vogliono subito rifarsi
(Keystone)
22 febbraio 2025
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L’euforia del mercoledì si trasforma nello scoramento del venerdì sera. Dopo un interminabile viaggio attraverso la Svizzera – da Ambrì a Davos e ritorno, per poi spingersi fino alle Vernets di Ginevra due giorni dopo – che riporta la squadra di Luca Cereda dov’era prima, cioè al decimo posto in classifica a pari merito col Bienne, vanificando in sostanza l’exploit realizzato in quota un paio di giorni prima.

In sostanza, come era ampiamente prevedibile, la Partita con la p maiuscola sarà quella che fra qualche ora metterà di fronte leventinesi e Seeländer, con sullo sfondo una graduatoria se possibile ancor più indecifrabile, siccome tra il settimo e il decimo posto ora ci sono quattro squadre racchiuse in tre soli punti. Naturalmente, vista la delicatezza del confronto della Gottardo Arena, è probabile che riuscirà a spuntarla la squadra che meglio dimostrerà di saper gestire la pressione. Cosa che ieri, al di là del vantaggio psicologico regalato dal fulmineo gol (e che gol!) di Manix Landry al secondo minuto di gioco, la squadra capitanata da Daniele Grassi – tornato in pista dopo un infortunio che l’ha tenuto ai margini per ben nove partite – ha indubbiamente saputo fare almeno nel primo tempo, in cui sono stati proprio i ticinesi a destare l’impressione migliore, dimostrando compostezza ma soprattutto notevole serenità al cospetto di una formazione ginevrina che di quei tre punti in fondo aveva ancor più bisogno, minacciata com’è dal rischio di dover finire a giocare il playout.

Trascinato soprattutto dal blocco di Pestoni, Landry e De Luca, in una sera in cui il primo ha invece piuttosto faticato, al di là del gol di Maillet e dell’occasionissima fallita in ‘break’ da Kubalik – tanto che, nel finale di partita, per dare nuovo slancio un Luca Cereda che nel secondo tempo aveva dovuto ricorrere al timeout, decide di promuovere l’attivissimo numero 13 al posto di DiDomenico a fianco del topscorer ceco e del centro québecois –, l’Ambrì con il passare dei minuti fatica a contenere le iniziative delle Aquile, tenute a galla all’inizio da un powerplay che non è secondo a nessuno, e si vede: due occasioni, due gol. Pur se il secondo, in verità, è frutto di una sfortunata deviazione di un Curran che, tra l’altro, nell’epilogo di confronto sarà nuovamente protagonista in negativo, consegnando in pratica a Pouliot il disco del definitivo 4-2. Quanto alla sfortuna, non si può non citare gli addirittura quattro pali colpiti da un Servette che sull’arco dei sessanta minuti è stato indubbiamente più pericoloso, pur se a ben vedere gli uomini di Yorick Treille hanno dovuto affidarsi soprattutto all’estro degli stranieri, su tutti un Lennström criticato da più parti, ma che nell’occasione è stato l’uomo della provvidenza, unitamente a Granlund. «Sapevamo già prima di venire qua che questa per loro era una delle ultime occasioni – spiega il rientrante Grassi ai microfoni di Rsi –. Siamo entrati in partita nel modo giusto, con l’aggressività che serviva, ma dopo un buon primo tempo il Ginevra nel secondo ha segnato due gol in altrettante superiorità numeriche, mentre noi a 4 contro 5 non abbiamo fatto così bene, permettendo agli avversari di guadagnare il ‘momentum’: è lì, credo, che perdiamo il match. Ora ci restano tre partite, le dobbiamo vincere e dobbiamo iniziare stasera, perché in casa vogliamo ottenere i tre punti». Con la p maiuscola.