Il trentunenne difensore statunitense è il primo ingaggio del nuovo direttore sportivo dei bianconeri, Janick Steinmann. ‘Non vedo l'ora di arrivare’
Una settimana dopo le prime indiscrezioni è arrivata la conferma ufficiale: è Connor Carrick il primo ingaggio del nuovo direttore sportivo del Lugano, Janick Steinmann. L'annuncio arriva in un comunicato della società bianconera, che annuncia di aver raggiunto un accordo valido per le prossime due stagioni del difensore “right” statunitense, nato il 13 aprile del 1994 a Orland Park nell’Illinois.
Cresciuto a livello giovanile nei Chicago Fury, Connor Carrick (180 cm x 87 kg) dal 2010 al 2012 ha fatto parte del National Development Program Team degli Stati Uniti, vincendo tra l’altro la medaglia d’oro ai Mondiali U18 disputati in Cechia. Draftato nel 2012 al quinto turno dai Washington Capitals, ha debuttato in Nhl con i Caps nella stagione 2013/14. Miglior realizzatore con 18 punti dei playoff dell’Ahl nel campionato 2015/16 con i Toronto Marlies, ha successivamente giocato due stagioni consecutive complete in Nhl (2016/2018) con i colori dei Maple Leafs, prima di vestire tra il 2018 e il 2021 le maglie di Dallas Stars e i New Jersey Devils, giocando anche nei rispettivi farm team in American Hockey League. E in Ahl Carrick ha giocato prevalentemente anche negli ultimi quattro campionati, proponendo solide prestazioni da leader con Charlotte Checkers, Providence Bruins, Coachella Valley Firebirds e Bakersfield Condors, dove nell’ultima annata ha totalizzato 41 punti (di cui 18 reti) in 63 partite. Complessivamente, i dati statistici di Carrick evidenziano 248 presenze in Nhl (13 reti, 37 assist) e 467 partite in Ahl (73 reti, 195 assist). «Sono un difensore che sa essere pericoloso offensivamente, che ama gestire e passare il disco ma sono anche in grado di giocare in modo strutturato sul piano difensivo, usando il fisico e infastidendo gli avversari – sono le prime parole di Carrick in bianconero –. Non vedo l'ora di raggiungere Lugano con mia moglie e mio figlio di quattro anni, conoscere una nuova cultura, i miei nuovi compagni e i tifosi».