Dopo la stagione incolore a Lugano, il 23enne si gode il ritorno con la maglia dell'Italia. ‘È stata un'esperienza bellissima’
Il bello viene sui titoli di coda della stagione 2024/25 per Marco Zanetti. Che dopo le delusioni patite nell’ultimo campionato con il Lugano, aveva la possibilità di rifarsi con la nazionale italiana, in quanto selezionato per il Mondiale di Division I in Romania. Un appuntamento che per l’attaccante bianconero è stato una sorta di rivincita personale, dopo che l’anno scorso era stato tagliato dalla rosa azzurra all’ultimo. E meglio non poteva andare, per lui e per la selezione guidata da Jukka Jalonen, che a Sfantu Gheorghe ha centrato la promozione nella Top Division, cosa che permetterà loro di prendere parte alla competizione che nella prossima primavera terrà banco in Svizzera (a Friborgo e Zurigo).
In Romania, le principali candidate alle prime due posizioni, sinonimo di promozione in Top Division, erano Italia, Gran Bretagna e Ucraina: a vincere il torneo sono stati i britannici, davanti a Zanetti e compagni (fra cui pure il biancoblù Kostner), lasciando gli ucraini con un pugno di mosche. Cinque le partite disputate dal 23enne italiano, condite da due segnature: «È stata una bellissima esperienza, culminata dal raggiungimento dell’obiettivo che ci eravamo prefissati, ossia il ritorno nella massima divisione mondiale lasciata nel 2022 – commenta un Marco Zanetti visibilmente soddisfatto –. Quello vinto in Romania è stato un argento meritato. Personalmente, poi, penso di aver disputato un buon Campionato del mondo. Anche se non è stata una passeggiata: abbiamo incontrato squadre toste, difficili da battere. Siamo stati superati dagli inglesi e dall’Ucraina (ai rigori, ndr), due partite combattute e nelle quali ci è mancata un po’ di lucidità sotto porta. In generale, tutte le squadre stanno crescendo, e l’anno prossimo in Svizzera non sarà facile mantenere il posto nell’élite».
Quello romeno, per il 23enne, era il secondo Mondiale, dopo quello giocato due anni fa a Nottingham. «L’anno scorso a Bolzano ero stato tagliato all’ultimo momento: per me è stata una grande delusione… Adesso invece mi godo questo successo. Senza dimenticare che, a parte i Mondiali in Svizzera, l’anno prossimo ci saranno pure le Olimpiadi di Milano/Cortina, a cui l’Italia, come Paese ospitante, sarà ammesso d’ufficio: parteciparvi sarebbe un sogno che si realizzerebbe!». Se quanto raccolto in Romania sul piano personale è un bottino soddisfacente, altrettanto non si può dire di quello con la maglia del Lugano: un gol e due assist in 45 partite… «Per me è stata una stagione assai complicata. Tutti noi alla fine eravamo molto delusi: non siamo riusciti a trovare le giuste soluzioni per fare meglio. Sicuramente non ci aspettavamo una stagione del genere. Personalmente potevo fare di più. Dopo le grosse delusioni, mi sono però tolto una bella soddisfazione a questo Mondiale con la promozione». Ottenuta con una nazionale italiana che dall’anno scorso può contare sulla presenza alla transenna di un personaggio di tutto spessore a livello mondiale: il tecnico finlandese Jukka Jalonen. Il suo palmares parla da sé: un oro e un bronzo olimpici, tre mondiali, un argento e un bronzo vinti con la nazionale finlandese. «Jukka è un personaggio eccezionale. Lui si è subito reso conto della differenza tra le grandi squadre mondiali e quella italiana. Ma è stato bravo a portare in poco tempo i giusti correttivi. È una persona molto tranquilla, carismatica, con le idee molto chiare in testa. La sua grandissima esperienza è stata determinante, soprattutto nei momenti topici delle partite. Ci ha preparati nel migliore dei modi. Non ho avuto la possibilità di fare lunghi discorsi con lui, ma la sua tranquillità e la pacatezza mi hanno impressionato. Non urla mai, ha sempre la situazione sotto controllo».
Tornando a parlare di hockey… nostrano, Zanetti non ha ancora incontrato il nuovo staff tecnico, ma ha avuto un lungo colloquio con Janick Steinmann, il nuovo General manager del Lugano, per un meeting individuale sulla passata stagione. «Ho subito potuto capire che è una persona con le idee molto chiare: sa cosa vuole da ognuno di noi. Mi ha spiegato cosa si aspetta da me, e dove posso migliorare. Con la mia velocità potrei anche dare il mio contributo in inferiorità numerica. Per tutti noi, la prossima stagione sarà la possibilità di riscattarsi. Non va dimenticato che poi, a fine stagione 2025/26 il mio contratto scade… Dovrò dimostrare sul ghiaccio la mia volontà di rimanere a Lugano. Desidero che la squadra faccia bene e anche il sottoscritto. Crescere nel gioco e raccogliere qualche punto in più». Qualche giorno di vacanza e poi si aggregherà al gruppo rimasto a Lugano per la preparazione estiva. «In questi giorni mi posso concedere qualche partita a golf con gli amici, poi si ricomincia a fare sul serio». E gli studi? «Avevo iniziato l’università a Varese, ma era troppo difficile conciliare il tutto. Ma è un capitolo che sto ancora valutando: pure i miei genitori ci terrebbero. Avevo scienze motorie, mi piaceva. Mi piacerebbe restare in questo ambito, ma a Lugano non è possibile. In alternativa ci sarebbe fisioterapia, vedremo…».