Dean Kukan torna sul successo sudato della Svizzera sul Kazakistan: ‘All'inizio siamo stati un po' troppo passivi’
Appena sbarcato in Danimarca, Nino Niederreiter si è subito buttato nella mischia. «Sono state 24 ore davvero folli, con diversi colpi di scena – racconta il grigionese –. A dirla tutta, non sapevamo nemmeno se sarei riuscito a trovare un volo che mi portasse fin qui in tempo utile per scendere in pista per questa partita. Ma era estremamente importante che ce la facessi, in modo da avere nelle gambe già sessanta minuti con il resto della squadra prima dell’inizio dei quarti di finale, ritrovando il feeling con le piste più grandi. Il volo è durato molte ore (partendo da Winnipeg e toccando Minneapolis e Amsterdam, prima di atterrare in Danimarca, ndr), ma per fortuna ce l’ho fatta ad aggregarmi al resto del gruppo in tempo per scendere in pista contro il Kazakistan. Alla fin fine è andato tutto bene, anche se ora ho una gran fame: solitamente prima di una partita sul mezzogiorno mangiamo pasta, ma oggi mi son dovuto accontentare di un semplice cornetto! A Herning sono arrivato quaranta minuti prima del riscaldamento: ho salutato tutti i compagni, poi ci siamo dedicati all’analisi video con Fischer, passando in rassegna il powerplay e le varie situazioni offensive».
Dean Kukan, dal canto suo, si sofferma sugli aspetti tecnici della partita con il Kazakistan: «Il nostro primo tempo è stato il peggiore di tutto il torneo – dice senza mezzi termini il difensore degli Zsc Lions –. Per fortuna poi ci siamo ripresi e abbiamo ritrovato il nostro gioco, dimostrando di essere la squadra migliore, ma no, non è stata una partita facile. Il Kazakistan doveva assolutamente fare punti per evitare la retrocessione ed è logicamente partito forte, ma noi siamo stati un po’ troppo passivi». Archiviata vittoriosamente anche questa partita, ora non resta che pensare alla fase davvero calda del torneo: da giovedì si fa veramente sul serio, con i quarti di finale... «Inutile speculare su quale avversario avremo di fronte: dovremo andare in pista e indipendentemente da qualsiasi altra cosa cercare di fare il nostro gioco, quello che ci ha contraddistinto per tutta la prima fase del torneo, eccetto i venti minuti iniziali della sfida col Kazakistan: se lo sapremo fare, avremo buone chance di battere chiunque».