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Mattone dopo mattone, Antti Ore innalza il ‘muro’

A Lugano per regolare alcune formalità, il nuovo allenatore dei portieri bianconeri ne ha approfittato per vedere subito all’opera i ‘suoi’ uomini

Primo assaggio di ghiaccio bianconero
(Ti-Press)
11 giugno 2025
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Lugano – Settembre è ancora lontano. E dunque per l’hockey che conta di tempo ce n’è ancora parecchio. D’altro canto, chi ha tempo non aspetti tempo. Lo sa bene Antti Ore, il nuovo allenatore dei portieri dell’Hc Lugano che, di passaggio negli scorsi giorni sulle rive del Ceresio per regolare alcune questioni amministrative, ne ha approfittato per prendere contatto con lo staff tecnico con cui lavorerà e con i ‘suoi’ uomini. Quelli di cui sarà appunto direttamente responsabile a partire dalla prossima stagione, subentrando in questo ruolo a Paolo Della Bella, dal canto suo tornato a occuparsi della formazione degli estremi difensori del vivaio bianconero. Ed è in quell’occasione che abbiamo incontrato il 45enne tecnico di Joutseno – cittadina del sud-est della Finlandia, poco distante dal confine con la Russia – per una chiacchierata a 360 gradi. Che comincia proprio dai motivi che lo portano sulle rive del Ceresio. «Per me questa rappresentava una bella, anzi ottima opportunità per fare un passo avanti nella mia carriera di allenatore dei portieri – rileva subito Antti Ore –. Sono sicuro da questo incarico in seno a un club come il Lugano potrò imparare parecchio. E sarà oltremodo arricchente perché lo staff tecnico bianconero comprende elementi di grande spessore come Tomas Mitell e Stefan Hedlund, rispettivamente Head e Associated Coach, da cui potrò sicuramente trarre importanti insegnamenti che mi torneranno utilissimi tanto nell’immediato quanto nel futuro della mia carriera professionale».

La spola tra Finlandia e Germania

Benché sia relativamente giovane nei panni di allenatore dei portieri, Antti Ore in questa funzione ha già avuto modo di distinguersi, in particolare, nella stagione appena andata agli archivi, arrivando fino alla finale del massimo campionato finlandese con il SaiPa. In totale, con il club basato a Lappenranta ha trascorso le sue ultime tre stagioni, dopo altrettante nelle vesti di consulente per la preparazione dei portieri del Kessel, nel campionato cadetto tedesco. «A volermi nel suo staff tecnico è stato Tim Kehler, 53enne canadese che avevo avuto come allenatore nelle mie ultime due stagioni da portiere attivo, con la maglia del Francoforte (2014/15 e 2015/16, ndr) a cui era piaciuto il mio stile come giocatore. Ho portato avanti il mandato che avevo a Kessel parallelamente a quello con i portieri delle squadre U20 e U18 del SaiPa, per cui in quel periodo ho fatto un po’ la spola tra la Finlandia e la Germania. Quello compreso tra il 2019 e il 2022 è stato un periodo intenso, ma anche parecchio utile per la mia formazione professionale, anche perché si è trattato della mia prima esperienza con una prima squadra. Ho potuto imparare tante cose da Tim e dal suo modo di lavorare: per me è stato un ottimo esempio da seguire».

Da ‘Sulo’ a Koskinen: una fucina di talenti

Scorrendo gli annali del massimo campionato svizzero, di portieri finlandesi che hanno lasciato il segno sulle nostre piste se ne ritrovano diversi. Dai vari Mikko Koskinen (sponda Lugano) e Janne Juvonen (sponda Ambrì Piotta) per restare in Ticino e al passato più recente, fino al ‘muro’ Ari Sulander, indimenticabile e indimenticato estremo difensore degli Zsc Lions tra il 1998 e il 2012: la Finlandia sembra dunque essere una buona fucina di portieri, almeno per le caratteristiche del campionato svizzero…

«In base a quanto ho avuto modo di constatare nelle mie esperienze personali maturate in Finlandia e Germania, ho visto diverse cose simili, ma anche diverse (parecchie) differenze nello stile di gioco. Diversità da un Paese all’altro, e dunque anche da un campionato all’altro, ma anche da squadra a squadra, dettate in primis dalle caratteristiche stesse dell’allenatore. E questo rende oltremodo stimolante la sfida per un portiere e, di riflesso, per l’allenatore dei portieri. Che per fare un buon lavoro deve essere capace di decodificare queste incognite e trovare il modo per venirne a capo. Cosa mi aspetto del campionato svizzero? Per come lo conosco, questo è un torneo dove si pattina parecchio e ricco di giocatori di talento. A mio modo di vedere, la National League è uno dei migliori campionati in Europa, per cui il fatto di essere stato chiamato qui, a Lugano, rappresenta sicuramente un bel traguardo personale, ma anche una bella sfida, che sono pronto a raccogliere fin da subito, cercando di fare del mio meglio!».

L’agenda estiva

Mini ‘camp’ intensivo per soli estremi difensori

Al capitolo portieri, lo scorso campionato il Lugano aveva avuto un’annata piuttosto tribolata, costellata dagli infortuni (con dapprima Schlegel costretto a fermarsi per un problema muscolare e subito dopo Van Pottelberghe, la cui stagione era addirittura finita già l’8 ottobre)... «Mi tengo informato sull’andamento dei vari campionati, per cui sapevo che il club è reduce da una stagione poco esaltante. E sicuramente gli infortuni dei portieri hanno avuto il loro peso sull’andamento globale dell’intera stagione del Lugano. Parlando in questi giorni con lo staff tecnico della squadra, mi è subito parso chiaro che c’è ovviamente grande voglia di riscatto, per cui ci rimboccheremo subito le maniche».

Un’anteprima di cosa l’attenderà nei prossimi mesi, come detto, Antti Ore l’ha avuta durante la toccata e fuga dalla Cornèr Arena, quando tra una faccenda amministrativa e l’altra s’è voluto ritagliare del tempo per conoscere di persona, e saggiarne le qualità sul ghiaccio, dei portieri di cui sarà responsabile dalla prossima stagione: «Diciamo che è stata l’occasione per… rompere il ghiaccio. Ci tenevo a conoscerli di persona e a conoscere, almeno sommariamente, le loro caratteristiche, prima di fare rientro in Finlandia. Ho visto anche che fra loro c’è una bella complicità: il dialogo è importante, costituisce la base ideale sulla quale costruire. Soprattutto quando per tutta la stagione lavori quotidianamente fianco a fianco. Personalmente sono il tipo di allenatore che mette davanti a tutto il contatto umano, anche alle qualità sul ghiaccio». Cosa prevede l’agenda di Antti Ore per le prossime settimane? «Regolate le ultime formalità, tornerò in Finlandia. Dove, a fine giugno Van Pottelberghe e Beglieri mi raggiungeranno per un mini campo di allenamento intensivo durante il quale avranno la possibilità di andare sul ghiaccio quattro volte al giorno. Schlegel non potrà per contro esserci, ma continuerà ad allenarsi col resto della squadra».

L’... aperitivo ghiacciato di primavera è però servito ad Ore anche per farsi un’idea di quali saranno alcuni dei giocatori di movimento che vestiranno la maglia bianconera la prossima stagione, visto che oltre a Schlegel e colleghi, in pista per un primo contatto col nuovo staff tecnico c’era anche una parte di loro: «Mi ha stupito vedere quanti ce ne fossero sul ghiaccio: raramente, nella mia carriera, mi è capitato di vederne così tanti già all’opera in questo periodo dell’anno. Li ho anche visti tutti con il sorriso, e questo è sicuramente il miglior modo per iniziare. Se sono contenti loro, beh, non posso che esserlo pure io!».