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‘Il passato è passato, qui adesso sono benvoluto’

Da poche settimane in Leventina, Michael Joly intende lasciarsi alle spalle la turbolenta separazione dal Lugano e mettersi a servizio dell’Ambrì Piotta

(Ti-Press/Gianinazzi)
5 agosto 2025
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Liberato malamente – a suo dire – lo scorso 10 giugno dal Lugano, Michael Joly ha subito trovato una nuova sistemazione senza dover percorrere molta strada: poco meno di ottanta chilometri e circa un’ora di autostrada (code permettendo) per spostarsi dalle rive del Ceresio ad Ambrì, da dove l’attaccante bolla come «poco professionale» il trattamento riservatogli dalla società bianconera. Il quebecois non si è sbottonato più di quel tanto, ma dal tono di voce come pure da qualche risposta lapidaria si è percepita un pizzico di amarezza. «Se una squadra non ‘sopporta’ più la tua presenza, si deve accettare. Continuerò a impegnarmi a fondo e lavorare duramente per chiunque apprezzi le mie qualità, come ha dimostrato l’Ambrì». Al termine di un allenamento aperto ai giornalisti disputato sul ghiaccio della Gottardo Arena, il 30enne non ha voluto esprimersi sui motivi che hanno indotto l’Hcl a rescindere il suo contratto nonostante un accordo valido per un’ulteriore stagione (con opzione), dopo l’arrivo del nuovo general manager Janick Steinmann il quale aveva dichiarato che Joly non si adattava “alla filosofia di gioco”, cosa che aveva fatto scorrere fiumi d’inchiostro, d’altronde il canadese nei suoi due anni a Lugano era stato capace di realizzare 35 gol e fornire 49 assist in 97 apparizioni. «Ma io non sono assolutamente deluso, anzi, sono emozionatissimo d’iniziare questo nuovo capitolo. Non è stata una mia decisione, dunque ho cercato una squadra che veramente mi volesse. Ambrì mi ha subito accolto bene, sia la squadra che il pubblico. Sono elettrizzato, positivo». Del resto, il diesse biancoblù Paolo Duca in passato non aveva mai nascosto di aver già adocchiato Joly quand’era in Finlandia, senza riuscire però a battere allora la concorrenza del Lugano. «Mi vedo bene a giocare qui – spiega proprio il canadese –. È una grande famiglia e l’Ambrì ha mostrato vero interesse nei miei confronti. Credo sia una bella squadra, ci sono profili molto interessanti. I miei compagni hanno lavorato duramente nel corso di tutta la preparazione. Sono molto entusiasti, dallo staff alla rosa. Quello che stavo cercando, quindi non vedo l’ora di cominciare la stagione».

‘Luca vuole che riesca a creare l’effetto sorpresa’

E ad Ambrì l’attesa è grande per Joly, che già nel campionato finlandese aveva capeggiato la classifica dei top scorer, prima di giungere a Lugano. «Il coach mi ha chiesto di essere ancor più offensivo, creando quell’effetto sorpresa che possa mettere in difficoltà le altre compagini. Gol e momenti chiave, insomma, cercando inoltre pure di essere da esempio per i più giovani». Joly aveva raggiunto l’Europa nel 2021, confermandosi subito giocatore in grado di fare la differenza: nelle fila dell’Hämeenlinna aveva realizzato 48 gol e confezionato 68 passaggi decisivi, laureandosi capocannoniere dell’intera Lega nell’annata successiva grazie a 25 centri e 39 assist in 60 apparizioni. Un bel affare dunque quello compiuto dall’Ambrì Piotta, dove il 30enne affiancherà i due neoacquisti Chris Tierney e Nic Petan come pure Chris DiDomenico, in un contingente straniero in cui spicca, e parecchio, la Foglia d’acero. A eccezione di Tierney e Petan, però, Joly conosce già la realtà del campionato rossocrociato. E, dunque, non avrà bisogno di un periodo di adattamento.

Nato a Gatineau, stesso paese di origine della famiglia Landry, nella sua decisione hanno sicuramente influito proprio Éric e Manix. Da sette anni, ogni estate, si allena infatti con l’assistente allenatore biancoblù, con il ventitrenne attaccante nonché con il suo fratello minore, il ventenne Lukas.

‘È sempre bello quando il coach apprezza le tue qualità’

Un’estate di cambiamenti che non ha però minato le sicurezze del quebecois, parso tranquillo e determinato. Anche se – essendo il primo attaccante straniero passato direttamente da Lugano ad Ambrì (a differenza di Tim Heed, ad esempio, che prima di sposare la causa leventinese aveva militato nello Spartak Mosca) – il 30 settembre, in occasione del primo derby, sa bene che i riflettori saranno puntati soprattutto su di lui. «Non ho ancora riflettuto molto su questo, prendo giorno per giorno – aggiunge –. Ci saranno tuttavia molte emozioni, vedremo cosa succederà durante la partita. Il derby è una sfida esaltante, e potrà rivelarsi divertente, ma l’anno scorso è stato l’anno scorso: ripeto non è stata una mia decisione quella di lasciare il club, mi piaceva giocare a Lugano, ma è tempo di voltare pagina. Ambrì ora è la mia squadra, cercherò di spremere ogni briciolo di energia per onorare questi colori».

Anche in Leventina l’attaccante è convinto di riuscire a mettere appieno in risalto quello che è il suo potenziale. «Qui ho trovato le condizioni ottimali per esprimere le mie qualità – continua sempre l’attaccante –. Luca (Cereda, ndr) mi ha spiegato come intende utilizzarmi sul ghiaccio e quello che si aspetta dalle mie prestazioni. È sempre piacevole quando un coach apprezza le tue capacità e vuole lavorarci così da permettermi di esprimere ancor di più le mie qualità. Il mio obiettivo è quello di ripagare la fiducia che mi hanno accordato in Leventina, dimostrando che sono uno di loro e che ‘appartengo’ a questi colori». Il tutto sfruttando le sue caratteristiche di giocatore in grado di crearsi delle occasioni quasi dal nulla. Il coach leventinese ha già manifestato la volontà di voler dare un’impronta maggiormente offensiva al gioco, con transizioni più veloci, cosa che potrebbe fare proprio al caso di Joly. Uno che ha sempre dimostrato di saper approfittare della libertà d’azione quando gli viene concessa, apprezzando invece un po’ meno il lavoro difensivo, che non è esattamente il suo punto forte.