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‘Altri giocatori? Non saprei più dove metterli’

Grande entusiasmo a Bellinzona in vista della nuova stagione. ‘Dopo aver tenuto testa agli avversari nel gioco, ora vogliamo crescere a livello di punti’

‘Perché un ragazzo dovrebbe venire da noi? Perché qui gioca, gioca e ancora gioca’
(Ti-Press)
16 agosto 2025
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Le difficoltà economiche ci sono, e sono innegabili. L’entusiasmo, invece, quello è alle stelle. Soprattutto sul ghiaccio, visto che a tre settimane dal via del campionato di Swiss League, quella che un tempo si chiamava Lega nazionale B, Nicola Pini è costretto persino a rifiutare l’offerta di qualche club intenzionato a piazzare a Bellinzona qualcuno dei suoi giovani da valorizzare. «Il punto è che non saprei dove metterli – racconta il coach e direttore sportivo biancorosso, vera anima dei Serpenti della Turrita, terza compagine ticinese nel panorama dell’hockey professionistico rossocrociato –. Pensate che nel contingente ci sono già 16 attaccanti, 8 difensori e addirittura 5 portieri...». Tra questi ultimi spicca il nome di quell’Andrea Feuz uscito dalle giovanili del Berna e che, dopo un’infruttuosa brevissima parentesi oltreoceano, sul finire dell’inverno scorso era atterrato al Centro sportivo di Bellinzona («voleva semplicemente allenarsi un po’ con noi, ma per me lui è una bella scommessa», aggiunge Pini) e dopo aver chiuso la stagione da protagonista, all’ultimissima partita sul ghiaccio di Visp, ha saputo illustrarsi anche sabato scorso, nella primissima, tradizionale amichevole con l’Ambrì, persa dai biancorossi con due gol di scarto. «Al di là del risultato, è stata la volta in cui siamo riusciti a tener maggiormente testa all’Ambrì – continua Pini –. Tranne forse in una decina di minuti nel periodo centrale, in cui ci ha messo sotto pressione».

Pur al netto del fatto che i biancoblù erano reduci da un carico di lavoro estenuante... «Non discuto. Ma lo stesso vale per noi, che arrivavamo da ben otto giorni consecutivi con due sedute di allenamento giornaliere... Ciò che mi ha fatto piacere è che un paio di giocatori avversari hanno ammesso di aver dovuto faticare per imporsi».

Senz’altro, per molti di questi giovani affrontare una squadra di A è più di un semplice test, ma potrebbe esserci più del semplice entusiasmo per spiegare la buona prova offerta: dando un’occhiata al contingente, almeno, l’impressione è che a Bellinzona ci sia più talento rispetto a un anno fa. «Sì, lo credo anche io, pur se abbiamo perso una mezza dozzina di giocatori di valore, a cominciare da un Davide Fadani a cui auguro di riuscire a ritagliarsi un po’ di spazio a Kloten, proseguendo con Pastori, Bonvin e Cavalleri tutti finiti all’Olten, oppure ancora Prevate, passato al Sierre. Ma soprattutto credo che in questi mesi abbiamo guadagnato molto a livello di profondità, specialmente all’attacco».

Dove ci sono alcuni ragazzi di talento, come Dean Schwenninger piovuto a Bellinzona dal Visp, l’autore tra l’altro del gol degli Snakes nel citato test con l’Ambrì, oppure Mattheo Reinhard del Bienne o quel Tommaso Madaschi prestato dagli stessi biancoblù e di cui si dice un gran bene. Segno che i Gdt sono attrattivi a dispetto dei risultati? «Ma i risultati sono una cosa e le prestazioni un’altra – ribatte Pini –. L’ho già detto in più di un’occasione, che delle 36 partite perse prima del sessantesimo l’anno scorso, 23 lo sono state per un gol o due. Direi che raccogliamo ciò che seminiamo, e il fatto che tutti sono entusiasti del nostro lavoro a livello di formazione lo capisco ogni volta che vado a una delle riunioni della Lega. E che siamo attrattivi lo dimostra il fatto che, oltre all’Ambrì, anche Friborgo, Berna e Bienne ci danno dei giocatori, il Losanna vorrebbe fare altrettanto ma non saprei più dove metterli, e il fatto che adesso a Lugano c’è Jannick Steinmann sembrerebbe aver riaperto un po’ anche quella porta».

Ma perché un ragazzo dovrebbe scegliere di giocare a hockey a Bellinzona? «Perché, appunto, qui gioca, gioca e poi gioca ancora. Forse la gente non capisce che questi ragazzi vivono della passione per quello che fanno. È incredibile vederli assieme, nello spogliatoio, ognuno con in testa il sogno di riuscire ad affermarsi. Non sono i sogni di gloria che avrebbe qualsiasi adulto, che vorrebbe vincere il campionato: a diciotto, diciannove anni si vuol soltanto mangiare il ghiaccio, seguendo magari l’esempio di Fadani e degli altri che hanno firmato in A o nei club che vanno per la maggiore in B, e dove ora guadagnano un bello stipendio».

Se l’obiettivo un anno fa era rimanere in partita più o meno ogni sera, quest’anno, invece, qual è? «Direi che adesso vogliamo fissarci anche un traguardo di punti – conclude Pini –. L’anno scorso volevamo restare vicini ai nostri avversari a livello di gioco e ci siamo riusciti, ma quest’anno mi piacerebbe che la squadra fosse maggiormente performante, e visto che nella passata stagione uno dei punti problematici era l’efficacia offensiva (1,77 gol in media a partita, il peggior risultato della Lega, ndr), se una squadra riesce a segnare qualche gol in più è probabile che qualche partita in più riesca anche a vincerla».