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‘C’è stata un’evoluzione, ora attenti alle emozioni’

Il Lugano a caccia di conferme dopo l’ottima operazione sul ghiaccio di Rapperswil. Tomas Mitell: ‘Restiamo sul pezzo. Il line-up? Non ho ancora deciso’

È tempo di primo derby anche per Tomas Mitell
(Ti-Press/Gianinazzi)
29 settembre 2025
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Lugano – Quello che va in scena stasera alla Cornèr Arena è il 260 derby di una storia che racconta di 158 le vittorie bianconere e 88 biancoblù (a cui si aggiungono tredici pareggi, quando ancora esistevano), e per completare il discorso cifre aggiungiamo che fin qui sono state 948 le reti segnate dal Lugano e 726 quelle dei cugini biancoblù. La domanda che tutti si fanno, nei corridoi di quella che un tempo si chiamava Resega, è quale squadra vedremo in pista stasera, in un match che riscalda ogni volta i cuori dei tifosi, dopo un inizio di campionato balbettante, seguito nelle ultime due uscite dai progressi evidenziati già contro il Losanna e poi confermati dalla vittoria a Rapperswil, in cui gli uomini di Tomas Mitell hanno ritrovato la via del gol segnando ben otto volte in due partite. Ma il coach svedese dà tutta l’impressione di non volersi esaltare dopo i tre punti strappati ai sangallesi, dicendosi piuttosto sollevato dalla reazione che ha avuto la sua squadra dopo la brutta sconfitta con il Berna. «Ho visto una squadra rinfrancata e smaniosa di fare bene – spiega il quarantaquattrenne tecnico scandinavo –. C‘è stata un’evoluzione positiva. Sono contento di come si sono mossi i ragazzi sul ghiaccio, mi è piaciuto il fatto che ci sia stata grande comunicazione tra di loro. Certamente non dobbiamo esaltarci per quella vittoria, ma piuttosto guardare con molta attenzione la partita che ci attende stasera, e pur se so bene che in fondo le vittorie sono tutte uguali, credo che un eventuale successo sull’Ambrì Piotta avrebbe un sapore diverso. L’importante, però, è restare sempre sul pezzo. I leventinesi saranno anche in fondo alla classifica, ma noi non è che abbiamo molti punti di più...».

Riguardo alla formazione che Mitell deciderà di mandare in campo, per ora non ci sono grosse rivelazioni. «Non ho ancora deciso se giocherò con gli stessi uomini utilizzati nell’ultima partita, deciderò soltanto in mattinata, dopo il warm up – aggiunge –. Di sicuro, stasera in pista sarà molto importante aver la padronanza sulle nostre emozioni».

Tuttavia, l’impressione è che dando un’occhiata a quanto era successo nelle precedenti partite, ben difficilmente stasera Mitell e il suo staff decideranno di apportare grossi cambiamenti. Cominciando dal portiere, è molto probabile che sia Niklas Schlegel il prescelto per difendere la gabbia bianconera nel primo derby della stagione, con Joren van Pottelberghe nuovamente costretto a fare da riserva. Quanto ai terzetti difensivi, dovrebbero essere quelli di Müller e Carrick, di Dahlström ed Aebischer e di Alatalo e Jesper Peltonen, con Brian Zanetti in qualità di settimo difensore. All’attacco, invece, se le prime tre linee d’attacco dovrebbero essere confermate – ovvero quelle di Bertaggia, Thürkauf e Simion, di Fazzini, Sandford e Omark e di Perlini, Sgarbossa e Canonica – qualche dubbio sembra esserci riguardo alla quarta, dove bisognerà capire chi affiancherà Aleksi Peltonen e Morini: infatti, il rientro di Marco Zanetti, assente da qualche settimana per infortunio, potrebbe rimescolare le carte, rendendo impossibile capire chi tra lui, Tanner e Lee completerà l’ultima linea, chi fungerà da tredicesimo attaccante e chi, invece, si dovrà accomodare in tribuna in compagnia del difensore Nick Meile.

IL PROTAGONISTA

‘Sinceramente, al derby non avevo pensato’

In ogni caso, sempre a livello di lineup, la prima linea del Lugano, quella di Simion, Thürkauf e Bertaggia, ha mostrato davvero un’ottima intesa nell’ultima uscita sul ghiaccio di Rapperswil, un segnale senz’altro postivo anche per quell’Alessio Bertaggia che, di ritorno da Ginevra, ha conosciuto un avvio di campionato difficile, pur se in crescendo. «Gioco in un’ottima linea – dice il trentaduenne attaccante ticinese –. Conosco bene le qualità dei miei compagni e conosco le mie, e cerco di aiutarli. Stiamo lavorando bene, senz’altro c’è margine di miglioramento, ma penso che mantenere la calma sia alla base di tutto il processo. È ovvio – aggiunge – che perdere le partite non fa piacere anche quando si gioca bene, perché perdere non è bello, ma nella maggior parte delle ultime uscite eravamo sempre in partita. Bisogna sempre vedere il bicchiere mezzo pieno, sapendo però quale è la parte vuota di quel bicchiere. Alla fine è importante portare i punti a casa e noi Siamo fiduciosi».

Rientrato a Lugano dopo la sua bella esperienza alle Vernets, quello del derby sarà un’occasione senz’altro speciale per l’ala numero 13, visto che durante il suo soggiorno in Romandia le partite accese contro l’Ambrì Piotta un po’ gli saranno mancate... «Sono sincero: fino all’allenamento di ieri, al derby non avevo ancora pensato al derby. Ero completamente concentrato sulle partite che dovevamo affrontare. Sicuramente quella di stasera sarà un match speciale, con un ambiente molto “caldo”, in cui si avvertono l’emozioni nell’aria. Sarà una bellissima da partita giocare ma non dovrà neppure essere troppo differente dalle altre, infatti il nostro impegno dovrà essere quello di sempre, ma in serate come queste l’apporto dei tifosi è fondamentale, perché la loro presenza rende la sfida ancor più speciale, e ne siamo contenti: lo sport è fatto di emozioni, e quando ci sono rendono tutto migliore».

Di positivo c’è che questo Lugano appare in crescita, e dopo la partita con il Berna l’evoluzione sembra essere positiva. «Penso che abbiamo fatto più attenzione ai dettagli – aggiunge Alessio Bertaggia –. Sono quelli che alla fine decidono le partite, e soprattutto come la squadra gioca, cioè se lo fa nel modo giusto o sbagliato. Abbiamo anche mosso di più le gambe per andare a recuperare i dischi: tante volte, aspettare non ha senso, visto che abbiamo certe caratteristiche. Credo che siamo stati bravi a gestire le situazioni con il disco, e sul ghiaccio si è vista una squadra corta, non allungata. Credo che tutte queste cose siano state fondamentali. Senza dimenticare, poi, che il coach non ha modificato i terzetti, ciò significa che lo staff era contento di quello che noi giocatori portavamo in pista, anche perché ciascuno di noi a ogni partita ha sempre un obiettivo ben definito, che la sua linea dovrà essere in grado di raggiungere».