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L’affanno di Roman, le speranze di Noè

Nel venerdì nero di Mityukov, solo settimo nei 200 dorso, Ponti va in finale col miglior tempo e domani attacca l’oro dei 100 delfino. ‘Ci divertiremo’

Un tuffo in direzione del podio
(Keystone)
1 agosto 2025
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Il venerdì di Singapore ha un retrogusto dolceamaro per la delegazione rossocrociata ai Mondiali. Da una parte ci sono le speranze di Noè Ponti, che brilla di luce intensa nelle semifinali alla Wch Arena, con un 50’’18 che è semplicemente il miglior tempo tra tutti, inconfondibile segnale che piazza il gambarognese in cima alla lista dei favoriti per la prova che attribuisce l’oro nei 100 delfino, domani, approssimativamente alle 13.40 (in Svizzera). Dall’altra, c’è l’incredulità per il settimo posto di un Roman Mityukov che puntava a conquistare il suo quarto podio consecutivo a Giochi o Mondiali nei 200 dorso e invece, contro ogni attesa, in finale si piazza addirittura penultimo, con un 1’55‘’57 semplicemente troppo alto per provare a immischiarsi nella lotta per il titolo, andato all’ungherese Hubert Kos grazie a un 1’53‘’19 che è pure il nuovo record europeo. «Sinceramente, non saprei cosa dire» racconta il venticinquenne ginevrino, che alla vigilia aveva fermato i cronometri sull’1’54’’83, sinonimo di nuovo primato nazionale. Naturalmente il primo a non capacitarsene è proprio lo stesso diretto interessato, che tra semifinale e finale ha lasciato per strada ben 74 centesimi. «Davvero, una cosa simile non me la sarei mai aspettata – dice Roman Mityukov, figlio di padre russo e di mamma uzbeka –. Non ho proprio una spiegazione, infatti prima di entrare in acqua mi sentivo piuttosto bene. Devo subito parlarne con il mio allenatore: voglio capire cos’è andato storto».

‘Se c’è del margine? Non credo molto’

Di storto, invece, sul fronte ticinese non c’è davvero nulla, nel giorno che precede una finale in cui Noè Ponti va a caccia della seconda medaglia a Singapore, dopo l’argento dei 50 delfino, lunedì. «Sarà una gara bella serrata, ma ci divertiremo – dice, sorridendo, il ventiquattrenne ticinese ai microfoni di Rsi –. Se c’è ancora del margine? Non credo ce ne sia molto, ma con un tempo così in finale si va a medaglie, immagino. Quanta energia sia rimasta, non lo so: adesso come adesso sono bello bollito (ride, ndr), ma senz’altro darò tutto».

Quel che è sicuro, è che nella sua semifinale il ticinese ha dato una gran bella dimostrazione di disinvoltura. «È perché adesso ho una buona velocità, ecco perché i primi 50 metri sono sembrati facili» aggiunge, ammettendo di aver invece piuttosto faticato nel ritrovare il miglior ritmo dopo tre giorni a corto di gare. Ora, senza sorpresa, sulla strada che porta al titolo, Noè dovrà fare nuovamente i conti col canadese Josh Liendo (50’’24) e il francese Maxime Grousset, il vincitore dell’altra semifinale in 50’’25. «Sarà una gara perlomeno veloce quanto quella di ieri, se non di più – conclude il verbanese –. Di sicuro ognuno la gestirà in maniera un po’ diversa, e sarà una bella finale da seguire. Io cercherò di mangiare qualcosa di buono e soprattutto dormire il più possibile, per il resto sarà una giornata come tutte le altri, con l’unica differenza che alla sera ci si gioca tutto in una finale...». E non sarà una finale come tante: infatti Noè ha l’opportunità di regalare alla Svizzera quello che sarebbe il suo primo titolo sulla distanza a un’edizione dei Mondiali ‘veri’, quelli in vasca olimpica.