TENNIS

‘Il paragone con Roger? È tutta motivazione supplementare’

Al rientro in Svizzera dopo la conquista del titolo juniores agli Australian Open, Henry Bernet si dice pronto al salto nel professionismo

29 gennaio 2025
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Primo svizzero a vincere un titolo juniores agli Australian Open, mercoledì a Bienne, al suo ritorno in Svizzera, Henry Bernet ha parlato con i media. «I paragoni con Roger (Federer) sono innanzitutto una motivazione – ha detto in entrata –. Tutti in Svizzera vogliono vedere in azione il prossimo Federer o il prossimo Stan Wawrinka. Era ovvio che ci sarebbero stati paragoni con Roger: stessa città, stesso club, stessa voce, stesso rovescio a una mano. Ma mi sto concentrando su me stesso, cercando di non pensarci troppo», ha affermato il 18enne basilese, ben consapevole che questo titolo australiano rappresenta una pietra miliare.

Avrebbe preferito non essere di Basilea? «No, questa è la mia città natale», dice ridendo il tifoso dell’Fc Basilea.

Bernet non lesina le parole e ha la testa sulle spalle. Ovviamente ha festeggiato «un po‘ il titolo, associandolo al mio compleanno», visto che ha compiuto 18 anni proprio domenica, il giorno della vittoriosa finale di Melbourne. «Mi hanno anche offerto un aperitivo al Tc Old Boys», aggiunge.

Inoltre, ha ricevuto molti messaggi da giocatori, soprattutto svizzeri. «Stan (Wawrinka), Ben Shelton, Dominic (Stricker), Belinda (Bencic), Viktorija (Golubic) e Marc-Andrea (Hüsler) mi hanno scritto per congratularsi», racconta il renano, il quale ha anche ricevuto una lunga e-mail di congratulazioni dalla famiglia Federer.

La stanchezza è ancora molto presente, ma la tensione è chiaramente diminuita. «Non vedo l'ora di tornare in campo e di andare avanti. Ho in programma un blocco di allenamenti, poi disputerò il Challenger di Lugano dal 24 febbraio al 2 marzo».

Henry Bernet non vede l'ora di giocare con i professionisti, anche se gli restano ancora 1-2 tornei nella sua carriera giovanile. Per esempio, si immagina di essere al via dell'Open di Ginevra, un torneo Atp 250 in programma dal 17 al 24 maggio, poco prima del Roland Garros… «Mi piacerebbe molto giocare a Ginevra! Ma avrei bisogno di un invito, e ci sono altri giocatori svizzeri in quella situazione», spiega.

Bernet si dice pronto a fare il grande salto nel professionismo. In ogni caso, chi lo circonda sa cosa aspettarsi. «Quando allenavo Dominic Stricker, aveva un bel modo di spiegare la differenza tra il circuito juniores e i Challenger: negli juniores ti fanno dei regali, ma mai nei Challenger», dice il suo nuovo allenatore Sven Swinnen.

«Negli juniores c’è un divario massimo di 2-3 anni tra i vari giocatori. Nei Challenger, il divario può arrivare a 20 anni. La competizione è infinitamente più feroce», aggiunge Alessandro Greco, responsabile dello sport d'élite di Swiss Tennis. «E i giocatori a volte giocano per la loro stessa sopravvivenza», chiosa Sven Swinnen.

Swinnen è subentrato a Kai Stentenbach, tecnico tedesco che si è occupato di Bernet sin dal suo arrivo a Bienne sotto l'egida di Swiss Tennis, circa due anni e mezzo fa. Si è trattato di un passaggio di testimone naturale, dovuto all'età del basilese, ma che si è svolto senza problemi: «Ho già avuto l'opportunità di seguire Henry in alcuni tornei l'anno scorso», dice Swinnen.

L'argoviese è ben consapevole che la parte più difficile deve ancora arrivare, anche se questo titolo australiano promette bene. «Naturalmente è già fantastico aver vinto un Grande Slam da junior. È motivante e stimolante, e attira anche gli sponsor e i media. Ma il lavoro continua. Bisogna tenere i piedi per terra e avere una visione a lungo termine», aggiunge il tecnico.

Henry Bernet conosce i suoi punti di forza e le sue debolezze, proprio come il suo entourage. «In primo luogo, ha bisogno di lavorare sul suo ritorno di servizio, anche se abbiamo già fatto molti progressi, in particolare sul rovescio slice. Il ritorno è più difficile da padroneggiare quando si gioca a una mano. In secondo luogo, deve imparare ad andare più spesso a rete. – dice Kai Stentenbach, niente affatto frustrato dal fatto che Henry Bernet abbia cambiato coach –. Il mio compito è quello di prepararli a essere competitivi nel Grande Slam a livello juniores. Ho fatto la mia parte», afferma entusiasta.

La pazienza è quindi all'ordine del giorno per il nuovo gioiello del tennis svizzero. Soprattutto perché «è un giocatore completo. Quindi ci vuole più tempo per mettere a posto tutti i pezzi del puzzle», prosegue Kai Stentenbach, aggiungendo che una delle aree principali in cui Henry Bernet deve migliorare è il suo fisico.

Henry Bernet ne è ben consapevole. «Ho bisogno di progredire fisicamente», afferma il basilese, per il quale la presenza di un preparatore atletico nel suo entourage è un must. Ne ha preso coscienza durante gli Australian Open, dove ha potuto osservare da vicino i migliori giocatori del mondo negli spogliatoi. «Ho potuto constatare che avevo ampi margini di miglioramento in termini di forma fisica. Il giocatore che mi ha impressionato di più è stato Jannik Sinner. Prima pensavo che fosse magro. Ma ha una muscolatura impressionante”, sottolinea Bernet, che non ha come modello solo un certo RF.

Anche se ora è legato al produttore svizzero di attrezzature (On), di cui Roger Federer è azionista, Henry Bernet sta seguendo, in un certo senso, le orme di Stan Wawrinka. Ha il sostegno dello stesso agente del vodese, Lawrence Frankopan dell'agenzia StarWing Sports. «L'anno scorso io e i miei genitori ci siamo accorti che non eravamo più in grado di gestire tutte le diverse richieste dei media e degli sponsor – spiega Henry Bernet, che ora ha le condizioni ideali per fare il grande salto nel mondo del tennis professionistico –. Ma so che quando si diventa professionisti si ricomincia daccapo…”.