Il numero uno al mondo parla per la prima volta dopo l'accordo per i tre mesi di squalifica. ‘Io sono innocente, però dovevamo scegliere il male minore’
Costretto a star lontano dai campi per tre mesi, a causa dell'ormai conosciutissimo caso del clostebol, Jannik Sinner si sfoga ai microfoni di Sky Sport, definendo «un po‘ ingiusta» la sanzione nei suo confronti, anche se l'altoatesino, numero uno del tennis mondiale, ammette che «poteva andare molto peggio».
È la prima volta che il tennista di San Candido, vincitore di tre titoli nello Slam, decide di parlare dopo aver raggiunto un accordo con l'Agenzia Mondiale Antidoping (Ama), per una sospensione di tre mesi che terminerà il 4 maggio. «Abbiamo accettato immediatamente (l'accordo, ndr), anche se io non ero molto d'accordo – spiega Sinner –. Dovevamo scegliere il male minore e credo che sia quello che abbiamo fatto. Quello che sto vivendo è un po’ ingiusto ma, se guardiamo le cose, poteva andare molto peggio, poteva essere ancora più ingiusto».
Infatti, Sinner continua a proclamare la sua innocenza, pur se la sua positività al clostebol, dovuta a una contaminazione accidentale attraverso un massaggio fatto da un membro del suo staff, poi licenziato, aveva scatenato molte critiche soprattutto tra i giocatori, con l'australiano Nick Kyrgios che è stato il più virulento. «Se dovessi incontrare qualcuno di loro non so cosa potrebbe succedere – aggiunge Sinner –. Io sono sicuro di quello che è successo, sono innocente. Quello che voglio fare è giocare a tennis ed essere sereno, la storia finisce lì. Sono sicuro che tutto andrà bene, anche se mi ci vorrà un po' di tempo per ripartire».