Per Masarova e Teichmann è già tempo dei saluti

Niente miracoli per Rebeka Masarova. Prima elvetica a scendere in campo per nel tabellone principale dell’Us Open, la numero 108 al mondo s’è inchinata come logica voleva alla numero 1 al mondo Aryna Sabalenka. Masarova ci ha comunque provato, soprattutto nel corso di un primo set che, grazie a un break, l’ha vista anche avanti nel parziale (3-2). La basilese ha poi fatto gara alla pari con la campionessa uscente, che all’undicesimo game ha però piazzato l’allungo decisivo. Senza storia invece il secondo set, che ha permesso alla bielorussa di chiudere i conti in un’ora e 21 minuti di gioco.

Medesima sorte della connazionale è toccata a Jil Teichmann (Wta 87), eliminata pure lei d’entrata a Flushing Meadows. La 28enne mancina è stata nettamente dominata dalla statunitense Caty McNally (88), a cui è bastata poco più di un’ora di gioco per imporsi 6-2 6-1. A condannare l’elvetica, mai sembrata in grado di impensierire l’avversaria, è stato il suo servizio, rivelatosi alquanto lacunoso.

Shelton avanti sul velluto

È iniziato al meglio, in campo maschile, l’ultimo Slam stagionale per Ben Shelton, che sull’Arthur-Ashe non si è fatto sorprendere dal peruviano Ignacio Buse (Atp 135). Vincitore del suo primo Master 1’000 a inizio mese a Toronto, lo statunitense (6) si è imposto in tre set spediti al termine di un match durato poco più di due ore, guadagnandosi un secondo turno in cui sfiderà uno tra Pablo Carreno Busta (137) o Pablo Llamas Ruiz (361).

A 22 anni, Shelton conta già due semifinali in un Major, fra cui proprio a New York, dove aveva raggiunto il penultimo atto nel 2023. Interpellato al termine di questa prima partita sulle sue chance di vincere il torneo, l’americano preferisce restare cauto: «Quando guardi troppo avanti, rischi di inciampare».