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Il favorito che non lo è più e l’outsider che guadagna punti

Testa a testa fra Markus Ritter e Martin Pfister a pochi giorni da un’elezione più aperta del previsto. Il profilo dei due candidati al Consiglio federale

Tra Ritter (a sinistra) e Pfister la contesa è più aperta che mai
(Keystone)

Markus Ritter

Una tenacia che non a tutti piace

Dopo anni di proficuo impegno a favore delle famiglie contadine, il consigliere nazionale sangallese Markus Ritter (Centro) – dal 2012 presidente dell’Unione svizzera dei contadini (Usc) – è pronto a fare il grande salto. L’agricoltore biologico di Altstätten (Sg), nella Valle del Reno, ha buone possibilità di succedere a Viola Amherd in Consiglio federale. Ma quella che all’inizio a qualcuno era sembrata una passeggiata, nel frattempo si è trasformata in una corsa dall’esito affatto scontato.

Ritter gestisce un’azienda agricola biologica ed è diplomato in ingegneria aziendale presso un’alta scuola specializzata. Da qualche anno ha ceduto la gestione operativa dell’azienda ai suoi due figli, ma li aiuta regolarmente in stalla o laddove ci sia bisogno. “Lavorare nelle stalle mi rilassa e mi mantiene in forma”, ha dichiarato. Il tempo libero lo dedica all’apicoltura, alle escursioni e allo jass.

Il 57enne, eletto in Consiglio nazionale nel 2011, è stato il primo a lanciarsi, dopo la raffica di rinunce da parte di numerosi esponenti di spicco del partito. Al suo arco ha parecchie frecce. È considerato in Parlamento un abile stratega, un lobbista influente ed efficace come pochi. Nella Berna federale può contare su una vasta rete di contatti, sia sotto la cupola di Palazzo federale che nell’amministrazione.

Ottimi i suoi contatti anche con le organizzazioni economiche. Nel 2022 l’Usc si è alleata con Economiesuisse, l’Unione svizzera degli imprenditori (Usi) e l’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam). Assieme formano ‘Prospettiva Svizzera’, un’alleanza che si pone quale ‘garante di una Svizzera forte nell’economia e nell’agricoltura’ e che – nonostante alcune differenze di vedute tra i suoi membri – ha già avuto occasione di dimostrare la sua forza in occasione di alcune votazioni popolari e alle ultime elezioni federali.

Successo e ostinazione

Il consigliere nazionale è partito nel ruolo di grande favorito. Ma quando manca meno di una settimana all’elezione, il sangallese sembra in perdita di velocità. Se sarà eletto in Consiglio federale, ci sarà un secondo sangallese nell’esecutivo, dopo Karin Keller-Sutter (Plr). La prospettiva di questa doppietta potrebbe essere un handicap per lui. Inoltre, se venisse eletto sarebbero ben quattro su sette i consiglieri federali con un background agricolo.

Forse però l’ostacolo principale sta altrove. In qualità di membro della potente Commissione dell’economia e dei tributi, da anni Ritter si batte con tenacia e successo contro i tagli ai pagamenti diretti agli agricoltori e contro l’inasprimento dei requisiti in materia ambientale che la sinistra e le organizzazioni ambientaliste volevano imporre ai contadini. La sua ostinazione non piace a tutti. In seno al gruppo Plr, tendenzialmente refrattario alle sovvenzioni, c’è chi non vede di buon occhio “l’uomo dei sussidi agricoli”. A sinistra poi lo si accusa di legarsela al dito. Ritter ha ammesso di aver interrotto il dialogo con le organizzazioni ambientaliste dopo la rognosa campagna sulle votazioni riguardanti le iniziative antipesticidi, nel 2022. Il sangallese inoltre tollererebbe a fatica le voci dissenzienti in seno all’Usc.

Conservatore sui temi di società

Da lobbista a consigliere federale? In passato il salto è riuscito a diversi membri dell’esecutivo, come Albert Rösti (Udc). Da parte sua, Ritter si dice “pronto a cambiare ruolo” e non nasconde la smania di assumere le redini del Dipartimento federale della difesa (Ddps) e di volervi mettere ordine in tempi brevi. Al settimanale ‘Weltwoche’, l’appuntato Ritter ha dichiarato di essere pronto addirittura a “morire per la Svizzera”.

Il credente Markus Ritter, vicino a gruppi evangelici che ogni settimana pregano per dargli la forza di difendere al meglio gli interessi dei contadini a Palazzo federale, è noto per il suo atteggiamento conservatore sulle questioni sociali. Alle elezioni federali del 2023, stando al suo profilo Smartvote, ha accordato solo il 30% di sostegno a una società liberale. Si oppone alla legalizzazione della cannabis, all’aiuto al suicidio e all’introduzione di un terzo genere per le persone non binarie. Il consigliere nazionale attribuisce grande importanza a una politica estera aperta (70 punti su 100), nonché all’espansione dello Stato sociale (60 punti) e a una politica economica liberale (idem). È favorevole alla rivendita delle armi svizzere in caso di guerra di aggressione che violi il diritto internazionale. È inoltre “piuttosto favorevole” a una più stretta collaborazione tra la Svizzera e la Nato.

Non solo agricoltura

Nel suo cantone, Ritter è apprezzato dai politici borghesi. “Ha molta esperienza politica, è intelligente e molto competente”, afferma il consigliere nazionale Marcel Dobler (Plr/Sg). “È chiaro: ha tutto quel che serve per essere un buon consigliere federale”. Altri colleghi a Berna concordano e fanno notare che le sue competenze vanno oltre la politica agricola. Da molti viene considerato un politico pragmatico, che conosce a fondo i dossier ed è disposto a scendere a compromessi.

È però più un uomo da legislativo che di esecutivo (come peraltro il suo rivale Martin Pfister, consigliere di Stato di Zugo, non manca di far notare). La sua esperienza in un esecutivo si limita infatti al suo comune di Altstätten. È sì stata ventennale (1992-2012), ma non è come essersi fatto le ossa in un esecutivo cantonale. Un handicap che peserà? Lo sapremo il 12 marzo.

Martin Pfister

La forza tranquilla dell’esperienza

Martin Pfister si è lanciato all’ultimo minuto come sfidante nella corsa alla successione di Viola Amherd in Consiglio federale, disertata dalle personalità più in vista del Centro. Il 61enne – di formazione storico – è impegnato da settimane in un vero e proprio tour de force per ovviare al suo principale handicap: il fatto di essere praticamente sconosciuto nella Berna federale. Nel poco tempo a disposizione, il consigliere di Stato del Canton Zugo prova a convincere il maggior numero di parlamentari federali puntando sui suoi principali atout: l’esperienza in un esecutivo cantonale, l’appartenenza a un cantone urbano e rurale allo stesso tempo, le sue competenze in ambito militare.

Sposato, padre di quattro figli in età adulta e nonno di quattro nipoti, Pfister ha studiato all’Università di Friburgo laureandosi in storia e germanistica. Ha lavorato come docente nella scuola dell’obbligo, prima di passare a dirigere alcune organizzazioni economiche. È anche stato consulente esterno di varie organizzazioni non governative. Nel tempo libero ama fare jogging, escursioni, leggere e visitare luoghi culturali. La lettura è particolarmente importante per lui: “Anche un consigliere federale dovrebbe poter leggere un libro” al di fuori del suo orario di lavoro, ha dichiarato.

A suo agio in caserma

A meno di clamorose sorprese, il successore di Viola Amherd assumerà la responsabilità del Dipartimento della difesa (Ddps). Da quando ha annunciato la sua candidatura, Martin Pfister – che di grado è colonnello – ha evocato spesso il suo passato in grigioverde. Tra il 2004 e il 2012 ha comandato un battaglione di soccorso nei cantoni di Zugo, Uri, Svitto, Grigioni e Ticino. La caserma gli è più familiare di Palazzo federale, ha dichiarato nella sua prima intervista da aspirante candidato al Consiglio federale.

Un altro aspetto potrebbe favorirlo. La Svizzera centrale non è più rappresentata nell’esecutivo federale dal ritiro di Kaspar Villiger (Plr) nel 2003. Il Canton Zugo a sua volta è assente dalla stanza dei bottoni dal 1982, quando il democristiano Hans Hürlimann uscì di scena al termine del suo secondo mandato. Per contro, il Canton San Gallo del concorrente Markus Ritter è già rappresentato in governo da Karin Keller-Sutter (Plr). Il criterio dell’appartenenza regionale ha perso peso da qualche tempo a questa parte. Ma l’Assemblea federale sarà pronta a eleggere un secondo rappresentante di un ‘piccolo’ cantone? Una curiosità: sia Pfister che il rivale Markus Ritter citano quale consigliere federale modello proprio un sangallese, Kurt Furgler (ex Ppd), rimasto in governo dal 1972 al 1982.

Operazione recupero

L’elezione di un candidato ‘esterno’, che non fa parte del Parlamento federale, è un evento raro. L’ultima volta è capitato nel 2007, quando Eveline Widmer-Schlumpf venne eletta in sostituzione di Christoph Blocher (Udc), estromesso dopo un solo mandato. Pfister intende ripetere l’impresa. E non è detto che la cosa non gli riesca. Da molti dato per sconfitto in partenza, quest’uomo cordiale, riservato e affabile sembra in grado – quando mancano pochi giorni all’elezione – di recuperare l’handicap iniziale.

“Può farcela”, afferma l’ex senatore di Zugo Peter Bieri, che ha lasciato il Consiglio degli Stati nel 2015. Fu lui a chiedere a Martin Pfister di entrare in politica. Membro del Gran Consiglio per dieci anni e presidente della sezione cantonale del Ppd per quattro anni, Pfister è stato eletto nel 2016 nell’esecutivo cantonale, dov’è subentrato all’attuale consigliere agli Stati Peter Hegglin. Ministro della Sanità per nove anni, è stato rieletto nel 2018 e nel 2022 con il punteggio più alto tra i cinque consiglieri di Stato. Da sinistra a destra, i deputati al Gran Consiglio lo elogiano per la padronanza dei dossier, l’efficacia della sua azione politica, la disponibilità al dialogo e al compromesso. Gli viene riconosciuto in particolare di aver gestito con successo la pandemia ispirando fiducia in un momento di forte polarizzazione.

Gentile, ma col polso fermo

Secondo i suoi avversari politici socialisti e verdi, Martin Pfister è un “borghese aperto”, “non un sostenitore della destra”. D’altra parte, quando si tratta della politica fiscale (Zugo è considerata una specie di paradiso da questo punto di vista), la sinistra critica la sua “mancanza di visione” e il suo atteggiamento “poco coraggioso”, in un momento in cui la classe media soffre per il costo della vita nel cantone.

Il candidato al Consiglio federale, dal canto suo, sottolinea il suo attaccamento al liberalismo in materia economica, che però – afferma – deve andare di pari passo con la solidarietà sociale. Pfister ricorda che il governo del suo cantone è riuscito a raggiungere un equilibrio tra cure di ottima qualità e premi di cassa malati moderati. Visto che le casse del Cantone sono piene, le autorità hanno potuto ridurre i premi aumentando la spesa, in particolare assumendo il 99% dei costi ospedalieri per i ricoveri nel 2026 e 2027.

Ai dubbi circa una sua presunta mancanza di polso, così ha risposto in un’intervista rilasciata al nostro giornale: “Se qualcuno mi considera gentile, lo considero un complimento. Però se mi si riduce solo a questo, mi si sottovaluta nettamente. Da consigliere di Stato ho dimostrato di essere pronto a far passare decisioni impopolari, ad esempio in materia di pianificazione ospedaliera e di gestione delle autorizzazioni per l’apertura di nuovi studi medici”.

Cosa succede adesso

La partita è aperta e si gioca nei gruppi di Plr e Centro

I due candidati ufficiali del Centro si sottoporranno martedì alla seconda tornata di hearings (audizioni). Alla vigilia dell’elezione, saranno i gruppi parlamentari del Ps e dei Verdi a metterli sotto torchio. Martedì scorso Ritter e Pfister hanno sostenuto i primi esami. Il consigliere nazionale sangallese sembra aver convinto più del rivale i parlamentari dell’Udc, mentre Pfister pare sia passato meglio del collega di partito tra i parlamentari del Plr. Nessun gruppo ha emesso raccomandazioni di voto. Soltanto il Partito verde liberale (Pvl) ha indicato una leggera preferenza per il consigliere di Stato di Zugo. Dunque: sinistra e Pvl in massima parte per Pfister, Udc quasi tutti per Ritter; e fin qui ci siamo. Poi le cose si complicano. La partita verosimilmente si giocherà sui voti all’interno delle ‘frazioni’ liberale-radicale e del Centro. L’elezione sostitutiva si svolgerà mercoledì 12 marzo. L’appuntamento per i 246 membri dell’Assemblea federale (le due Camere riunite in seduta plenaria) è alle 8. Il voto è segreto. Per essere eletto serve la maggioranza assoluta (la metà più uno delle schede valide). Il consigliere federale eletto resterà in carica fino al termine della legislatura (dicembre 2027).