Crollo del ghiacciaio Birch in Svizzera monitorato da anni

Il ghiacciaio Birch, sopra Blatten (VS), era da anni in movimento ed era monitorato dai ricercatori dell'ETH di Zurigo. Dal 2019, il suo fronte è avanzato di 50 metri, malgrado il fatto che in generale i ghiacciai si stiano ritirando.

Le cause esatte del crollo del ghiacciaio di mercoledì sono ancora lontane dall'essere pienamente comprese, scrive oggi in una nota Daniel Farinotti, professore di glaciologia presso il Politecnico federale (ETH) di Zurigo e l'istituto WSL.

In particolare, non è chiaro se siano stati fattori esterni o, soprattutto, processi interni al ghiacciaio a scatenare il crollo. Tuttavia, ci sono chiare indicazioni che diverse cadute di massi e uno spostamento del terreno sul Kleines Nesthorn, la montagna che sovrasta il ghiacciaio, siano stati i principali fattori scatenanti.

In movimento verso il basso

Le valanghe di roccia hanno causato l'accumulo di circa 9 milioni di tonnellate di roccia sul ghiacciaio. Questo ha aumentato la pressione sul ghiaccio e ha favorito la formazione di acqua di fusione alla base del ghiacciaio. Insieme alle piogge e all'instabilità della montagna, il ghiacciaio si è spostato sempre più in basso, fino a collassare.

I dati di osservazione hanno anche mostrato che lo spessore del ghiaccio sulla lingua del ghiacciaio è aumentato fino a 20 metri tra il 2017 e il 2023.

Monitorato dagli anni '90

Il Kleines Nesthorn e il ghiacciaio Birch sono stati monitorati più attentamente dagli anni '90, quando due valanghe di neve e ghiaccio hanno causato danni. Secondo il Politecnico, questo monitoraggio sistematico e l'evacuazione precauzionale del villaggio di Blatten hanno permesso di evitare danni peggiori.

Un crollo molto più catastrofico si registrò il 2 settembre 2002 nel Caucaso russo: il ghiacciaio Kolka-Karmadon collassò, facendo precipitare 100 milioni di metri cubi di ghiaccio fino a 19 chilometri a valle. Il villaggio di Nizhniy Karmadon rimase sepolto e 125 persone morirono.