Un uomo di 40 anni è stato condannato a 15 anni di carcere per omicidio intenzionale con dolo eventuale per l'uccisione dell'ex moglie nell'ottobre 2023 a Embrach (ZH). L'uomo ha picchiato a morte la sua vittima in seguito a una lite riguardante la figlia, che dal divorzio dei genitori viveva con lui.
Nella sentenza emessa stasera, il tribunale distrettuale di Bülach (ZH) ha seguito in larga misura la tesi del pubblico ministero, che aveva chiesto una condanna a 16 anni di reclusione per assassinio. La difesa aveva auspicato una pena non superiore a dieci anni di carcere per omicidio intenzionale. L'uomo dovrà sottoporsi a un trattamento ambulatoriale durante la pena, come da lui stesso richiesto.
Il tribunale lo ha pure condannato a pagare 70'000 franchi alla figlia per torto morale e 45'000 franchi all'ex suocera, che vive in Colombia. L'uomo può ancora ricorrere in appello contro la sentenza.
Il 1° ottobre 2023, l'imputato, di nazionalità svizzera, ha strangolato e picchiato a sangue l'ex moglie nell'appartamento della vittima. La donna è deceduta in ospedale la notte successiva. Secondo l'accusa, questo l'atto non era stato pianificato, ma la sua estrema brutalità gli è valsa l'accusa di assassinio. L'imputato ha confessato tutti i fatti.
L'omicidio è stato motivato dall'estremo risentimento dell'assassino nei confronti della vittima, colombiana di otto anni più giovane. Voleva tenerla lontana dalla loro figlia, allora di 9 anni, e aveva persino chiesto alle autorità di espellerla dalla Svizzera. L'uomo, con simpatie neonaziste, accusava l'ex moglie di avere relazioni con altri uomini, anche se la coppia aveva già divorziato.
Il giorno del delitto, il padre era andato a prendere la figlia - che aveva trascorso il fine settimana con la madre - a casa dell'ex moglie per andare a fare una gita. La bambina aveva lasciato un peluche a casa della madre, così dopo la gita sono tornati nell'abitazione di quest'ultima. Il padre ha colto l'occasione per chiarire le regole dell'affidamento con l'ex moglie. La lite fatale è scoppiata dopo che la bambina era già salita in macchina.
Secondo la perizia psichiatrica, l'imputato soffre di disturbo borderline della personalità e aveva un ridotto autocontrollo al momento del crimine. Durante il processo tenuto oggi, l'imputato ha espresso rammarico e "shock" per aver commesso un atto così "orribile".