Svizzera

Divergenze in Parlamento svizzero sulla qualificazione dello stalking come reato

Il Consiglio nazionale vuole perseguire d'ufficio, mentre la Camera dei Cantoni preferisce la querela di parte

10 giugno 2025
|

Ancora una divergenza alle Camere per quanto riguarda il disegno di legge che prevede di qualificare in Svizzera lo stalking come reato e di ancorarlo nel Codice penale (CP). Al terzo round oggi, con 90 voti contro 89 e 5 astensioni, il Consiglio nazionale ha ribadito la sua intenzione di volere perseguire d'ufficio - anziché a querela di parte - tale comportamento.

Settima scorsa, durante la prima settimana di sessione, la Camera dei Cantoni si era già chinata sulla questione sostenendo che in una relazione di coppia, lo stalking debba essere perseguito a querela di parte e concedere così la libertà alle persone coinvolte se denunciare o meno il proprio persecutore. La maggioranza della Camera del popolo invece vuole che tale reato sia perseguibile d'ufficio.

Una minoranza della commissione ha chiesto oggi al plenum di dare seguito a quanto sostenuto e deciso dagli Stati. "Oggi abbiamo la possibilità di chiudere una volta per tutte la questione e aiutare così tutte le vittime di questi abusi" ha detto Beat Flach (AG/PVL). La querela di parte è la via più sensata, poiché "non tutte le vittime subiscono lo stalking nel medesimo modo".

"Siamo tutti d'accordo di inserire tale reato nel codice penale" ha detto dal canto suo Tamara Funicello (BE/PS) a nome della maggioranza. "Lo stalking è violenza fisica e psicologica, e non una bagatella. Spesso rappresenta l'inizio della fine", ha detto la bernese. "Un singolo caso specifico può sembrare apparentemente insignificante ma nel complesso parliamo di cifre devastanti", ha poi aggiunto la socialista dichiarando che "lo stalking sfocia troppo spesso in femminicidi". "Solo quest'anno in Svizzera si sono registrati 15 casi" ha detto Funicello. "Per questo è implicito che nella relazione di coppia lo stalking vada perseguito d'ufficio, così come qualsiasi altro tipo di violenza".

Un perseguimento d'ufficio non farebbe che prolungare i contatti fra la coppia, quando invece uno dei due intende tagliare i ponti con la controparte, ha sostenuto il consigliere federale Beat Jans. Solamente la vittima può stabilire se la sua sicurezza o libertà è stata violata. In nessun caso si può avviare un procedimento penale contro la volontà della vittima, ha affermato il "ministro" della giustizia.

L'iniziativa parlamentare descrive il reato come stalking (pedinamento, spionaggio, ripetuti incontri inopportuni sul posto di lavoro o a casa), molestie (regali, contatti ripetuti per telefono o e-mail, social network) o minacce (tentativi di intimidazione, aggressione, invasione di abitazioni o di proprietà). Non fa differenza se l'autore del reato agisce nel mondo reale o attraverso la tecnologia informatica.

Chiunque si renda colpevole di simili atti potrebbe venir punito, a querela di parte, con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria. Il dossier ritorna così ancora una volta sui banchi del Consiglio degli Stati.