Il giornalista Lukas Hässig indagato per sospetta violazione del segreto bancario nel caso Vincenz
Il Ministero pubblico zurighese ha perquisito gli uffici del portale finanziario Inside Paradeplatz a Zurigo, secondo quanto dichiarato dal suo responsabile, il giornalista Lukas Hässig. Quest'ultimo e la sua testata sono oggetto di un procedimento penale in relazione al caso di Pierin Vincenz, ex Ceo di Raiffeisen.
Una quindicina di giorni fa, la procura zurighese ha fatto "irruzione" negli uffici di Inside Paradeplatz, ha scritto oggi Lukas Hässig sul suo portale online. "Il procuratore incaricato del caso e una mezza dozzina di agenti di polizia hanno perquisito la postazione e poi l'abitazione privata del giornalista", si legge. Hanno portato via un computer portatile e un telefono cellulare, oltre a diversi documenti.
Contattato da Keystone-ATS, il Ministero pubblico zurighese ha confermato che "sono state cercate prove in questo contesto". È in corso un procedimento penale contro Hässig per sospetta violazione del segreto bancario.
Per la cronaca, nel 2016 il portale online Inside Paradeplatz ha dato il via alle indagini, sollevando interrogativi su alcune partecipazioni azionarie di Raiffeisen in quattro società poi rilevate dalla banca sangallese e sul rapporto tra Pierin Vincenz e Beat Stocker, ex responsabile della società di emissione di carte di credito Aduno (ora Viseca).
Il processo d'appello dell'ex Ceo di Raiffeisen e dei suoi coimputati inizierà nell'estate del 2026. In primo grado, Pierin Vincenz è stato condannato nel 2022 a tre anni e nove mesi di carcere per truffa, ripetuta amministrazione infedele e corruzione passiva. Dal canto suo, Beat Stocker è stato condannato a 4 anni di carcere.
In seguito all'inchiesta del giornalista, indagini interne condotte dalla banca Raiffeisen hanno infine portato all'intervento dell'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA).
Secondo Lukas Hässig, Beat Stocker lo aveva già minacciato nel 2017, accusandolo di aver violato il segreto bancario. È stato anche l'ex responsabile di Aduno a chiedere che venisse indagato, ha scritto il giornalista.