laR+ migrazione e asilo

Respinto il meccanismo di solidarietà del Patto Ue

Il meccanismo di solidarietà previsto dal Patto europeo sulla migrazione non ha superato l’esame del Consiglio nazionale. Con uno stretto margine – 84 voti contro 81 e 20 astensioni – la Camera del popolo lo ha respinto giovedì sera. Decisiva la posizione del Plr. Gli altri decreti riguardanti questa riforma, che divide sia a destra che a sinistra, sono stati accettati.

La partecipazione della Svizzera al meccanismo di solidarietà era stata approvata con 96 voti contro 89 pochi minuti prima. Ma i liberali-radicali, che non la volevano, hanno avuto la meglio astenendosi in buona parte nella votazione sul complesso. L’Udc ha votato contro in blocco.

Questo meccanismo, obbligatorio per i 27 membri dell’Ue ma facoltativo per la Svizzera, mira ad alleggerire i Paesi del Mediterraneo, soggetti a una forte pressione migratoria. Il Consiglio federale propone di parteciparvi su base volontaria.

Il Nazionale si è espresso a favore, a condizione che i Paesi limitrofi rispettino il sistema di Dublino. La maggioranza è convinta che, partecipandovi, la Svizzera agisca nel proprio interesse. Il Plr, invece, non vuole accettare altri richiedenti asilo e preferisce contribuire solo finanziariamente, o non contribuire affatto. Sono interessati non meno di 30mila migranti all’anno, ha ricordato Christian Wasserfallen (Plr). La partecipazione finanziaria è una delle opzioni possibili e dovrebbe avere la priorità. Il costo sarebbe di 20 milioni di euro all’anno. “È una somma considerevole, ma che potremmo accettare”, ha dichiarato il bernese.

I tre altri decreti sul tavolo sono stati adottati, nonostante la forte opposizione dell’Udc e della sinistra. I democentristi volevano attenersi al minimo legale, mentre il campo rosso-verde voleva fare di più per i richiedenti asilo. Tutte le loro proposte sono state respinte.

Il progetto governativo incorpora cinque dei dieci testi del Patto sulla migrazione adottato dall’Ue lo scorso anno e che entrerà in vigore nel 2026. La Svizzera, membro dello spazio Schengen e firmataria dell’accordo di Dublino, è obbligata ad adottare tutto o parte del patto. Secondo il Consiglio federale, questo nuovo quadro normativo dovrebbe rendere più efficienti le procedure e limitare la migrazione illegale in Europa, rafforzando al contempo la solidarietà tra i Paesi. Il dossier passa ora al Consiglio degli Stati. ATS/RED