L'indice economico scende a -32 punti, con margini in calo e investimenti bloccati. Swissmechanic chiede interventi politici urgenti.
Le piccole e medie imprese (PMI) attive nell'industria delle macchine, elettrotecnica e metallurgica (MEM) guardano con apprensione al futuro: l'indice del clima economico del ramo si è attestato nel secondo trimestre (luglio) a -32 punti, in ulteriore peggioramento rispetto al -30 dei tre mesi precedenti, emerge dalla documentazione diffusa oggi dall'associazione di categoria Swissmechanic.
A gravare in modo particolare è l'introduzione dei dazi statunitensi del 39%, che colpiscono molte PMI in modo diretto e indiretto e frenano ulteriormente la propensione a investire, spiega l'organizzazione. Quasi il 40% delle aziende riferisce di un calo dell'entrata di ordinativi, del fatturato e dei margini rispetto all'anno precedente. L'erosione dei margini continua senza tregua ormai da 12 trimestri, rendendo impossibili molti investimenti.
Sebbene le PMI direttamente attive sul mercato statunitense sia solo una piccola parte del totale, numerose imprese risentono delle conseguenze della situazione in quanto fornitrici di grandi gruppi con uno spiccato orientamento all'esportazione. La forza del franco e la persistente carenza di personale qualificato aggravano ulteriormente il quadro. Circa il 30% delle ditte lamenta una penuria di manodopera qualificata, un problema strutturale che non è attenuato dalla debolezza della domanda.
Le aspettative per il quarto trimestre sono modeste: la maggioranza delle società non prevede una rapida ripresa del fatturato, della situazione delle commesse e dei margini. Nonostante lievi miglioramenti lo sfruttamento delle capacità rimane così al di sotto della media a lungo termine.
"La persistente debolezza della domanda, le incertezze nella politica commerciale e la crescente pressione dei costi stanno mettendo le nostre PMI in grande difficoltà", afferma il presidente di Swissmechanic Nicola Tettamanti, citato in un comunicato. "Ora sono necessari provvedimenti politici rapidi e mirati che agevolino gli investimenti e promuovano l'innovazione, affinché le nostre aziende possano non solo sopravvivere, ma anche crescere", aggiunge il Ceo della Tecnopinz di Mezzovico (TI).
Malgrado il contesto difficile, il ramo rimane però convinto delle sue capacità di resistenza. "Le PMI dell'industria MEM hanno già dimostrato più volte di saper trovare soluzioni creative anche in tempi difficili", osserva il direttore di Swissmechanic Erich Sannemann, a sua volta citato nella nota. "Proprio ora è fondamentale dimostrare coraggio, flessibilità e capacità di riconoscere nuove opportunità per uscire più forti da questa fase".
Fondata nel 1939 durante l'esposizione nazionale di Zurigo l'associazione Swissmechanic rappresenta oggi 1300 imprese del ramo, che occupano più di 65'000 dipendenti e generano un fatturato annuo di circa 15 miliardi di franchi.