Svizzera

CF: cantoni devono insegnare seconda lingua nazionale alle Elementari

19 settembre 2025
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Se necessario, le autorità cantonali vanno obbligate a insegnare una seconda lingua nazionale alle scuole elementari. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale sostenendo che la tendenza dei Cantoni tedescofoni di rinviare il francese alle Medie mette in pericolo la coesione nazionale. Il Dipartimento federale dell'interno (DFI) è ora stato incaricato di elaborare una modifica della legge sulle lingue da porre in consultazione.

La decisione governativa giunge due giorni dopo la decisione del Gran Consiglio sangallese di accettare una mozione congiunta di tutti e quattro i gruppi parlamentari (Centro-PEV, PLR, PS-Verdi-PVL e UDC), che chiede di posticipare lo studio del francese alle scuole medie.

Il primo settembre è stato invece il Gran Consiglio zurighese ad approvare l'eliminazione del francese dal programma delle Elementari. In marzo era stato il legislativo di Appenzello Esterno a sostenere il rinvio dell'insegnamento della lingua di Molière alle scuole medie. E anche Lucerna sta valutando questa possibilità.

Il governo è preoccupato

In una nota, il Consiglio federale esprime "preoccupazione" per le decisioni di alcuni Cantoni della Svizzera tedesca di posticipare l'insegnamento della seconda lingua nazionale alla scuola media. "Questi sviluppi mettono a rischio il principio di armonizzazione della scuola obbligatoria e di conseguenza anche la coesione nazionale", sostiene senza mezzi termini l'esecutivo.

"Il plurilinguismo – prosegue il governo – è uno dei fondamenti della Svizzera". La Costituzione federale affida alla Confederazione e ai Cantoni il compito di proteggere e promuovere le lingue nazionali, favorendo la comprensione tra le diverse comunità linguistiche.

Le disposizioni costituzionali attualmente in vigore obbligano inoltre i Cantoni ad armonizzare i loro sistemi scolastici, ricorda l'esecutivo. Nel 2004 le autorità cantonali hanno definito una strategia comune per l'insegnamento delle lingue straniere, confluita nel 2009 nel Concordato HarmoS. Le sue disposizioni sono obbligatorie per i Cantoni che vi hanno aderito, ma influenzano anche gli altri.

Se alcuni Cantoni non applicano pienamente la strategia linguistica o fanno passi indietro rispetto all'armonizzazione già raggiunta, si rischia di "compromettere la comprensione tra le comunità linguistiche e creare nuovi ostacoli alla mobilità scolastica". Per motivi politici ed educativi, il Consiglio federale ritiene che, se i Cantoni non riuscissero a trovare un accordo, la Confederazione dovrebbe intervenire con regole vincolanti sull'insegnamento delle lingue nazionali.

Berna interverrà solo se necessario

Ciò significa che Berna interverrebbe soltanto se il Concordato HarmoS dovesse fallire. Il comunicato del Consiglio federale lo dice esplicitamente: "Se i Cantoni si atterranno alla strategia linguistica stabilita nel 2004 o riusciranno ad adattarla senza compromettere l'apprendimento delle lingue nazionali, la modifica della legge sulle lingue non sarà necessaria".

Il Consiglio federale vuole però tenersi pronto qualora l'attuale compromesso sulle lingue dovesse fallire. Per questo motivo ha deciso di elaborare già ora un disegno di legge che definisca la posizione delle lingue nazionali nell'insegnamento. Questo dovrà comunque tenere conto delle competenze cantonali in ambito scolastico e delle differenze fra le regioni linguistiche.

Due varianti

Allo stadio attuale il governo vede due possibilità per garantire il plurilinguismo nella scuola dell'obbligo. La prima prevede che l'attuale soluzione HarmoS venga sancita nella legge sulle lingue. Il concordato, ricorda il comunicato, prevede esplicitamente l'insegnamento di due lingue straniere fin dalla scuola elementare (una seconda lingua nazionale e l'inglese).

La seconda variante si limiterebbe a uno standard minimo e lascerebbe un maggiore margine di manovra ai Cantoni. Vi sarebbe comunque l'obbligo di insegnare una seconda lingua nazionale a partire dalla scuola elementare, e fino alla fine delle Medie.

Nel comunicato il Consiglio federale illustra anche le basi legali che gli permettono di intervenire. Se il settore della scuola è generalmente di competenza cantonale, l'articolo 62 capoverso 4 della Costituzione federale concede alla Confederazione la possibilità di "emanare le norme necessarie" qualora "gli sforzi di coordinamento non sfociano in un'armonizzazione del settore scolastico per quanto riguarda [] gli obiettivi delle fasi della formazione".