Svizzera

CF: cartella elettronica paziente non convince, arriva la CSE

5 novembre 2025
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L'attuale cartella informatizzata del paziente (CIP) non ha dato i frutti sperati. Il Consiglio federale ha quindi deciso di sostituirla con un nuovo sistema: la cartella sanitaria elettronica (CSE), che sarà messa a disposizione della popolazione entro il 2030.

La CSE punta a rafforzare il sistema sanitario, a semplificare l'accesso ai dati medici e sarà disponibile automaticamente e gratuitamente per ogni persona domiciliata in Svizzera, ha dichiarato oggi in conferenza stampa la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. La nuova cartella elettronica riunirà in un unico luogo tutte le informazioni sanitarie rilevanti, ha precisato la responsabile del Dipartimento federale dell'interno (DFI).

La CSE andrà quindi a sostituire la più nota CIP - entrata gradualmente in funzione dopo notevoli ritardi nel 2021 - poiché giudicata troppo complessa e poco utilizzata a causa della molteplicità dei fornitori privati e della procedura di attivazione onerosa, ha dichiarato con rammarico Baume-Schneider a nome del Consiglio federale, il quale ha trasmesso oggi al Parlamento il messaggio concernente l'apposita legge federale sulla cartella sanitaria elettronica (LCSE).

Gli effetti della CIP non sono soddisfacenti e troppi sono stati sin qui gli ostacoli, secondo l'Esecutivo, che hanno fatto sì che il suo utilizzo sia rimasto al di sotto delle aspettative: finora sono stati aperti solo 125'00 dossier digitali, ha dichiarato la consigliera federale. La doppia volontarietà - ossia il principio secondo cui i fornitori di prestazioni e i pazienti decidono autonomamente se aderire alla cartella elettronica - non ha inoltre consentito di ottenere la capillarità auspicata dal Governo, il quale mira invece da tempo ad una piattaforma digitale unica e interoperabile che garantisca un accesso semplice e rapido ai dati medici.

La nuova cartella elettronica - ha spiegato la ministra della salute - accompagnerà i "titolari" (così il nome delle persone che ne possiedono una) lungo l'intero percorso di vita, dagli esami preventivi alle cure in caso di malattia. La CSE segue il modello adottato da Danimarca e Austria, dove i cittadini ottengono automaticamente un dossier elettronico, ha precisato Baume-Schneider. Il progetto ridefinisce inoltre i ruoli di Confederazione e Cantoni e le modalità di finanziamento, che saranno disciplinate dalla nuova LCSE.

I Cantoni informeranno in modo esaustivo i cittadini prima dell'apertura della cartella, che rimarrà comunque facoltativa, ha evidenziato la consigliera federale giurassiana: chi non desidera utilizzarla potrà opporsi o chiederne la cancellazione in qualsiasi momento, ha aggiunto. Ogni utente manterrà il pieno controllo dei propri dati sanitari, decidendo chi potrà accedervi e quali informazioni registrare.

Con la CSE, i dati oggi sparsi tra studi medici, ospedali e farmacie saranno riuniti in un'unica piattaforma digitale: referti, rapporti di dimissione, vaccinazioni, valori di laboratorio e medicamenti saranno accessibili sempre e ovunque, sopratutto in caso di emergenza, ha riassunto la ministra socialista. I dati di coloro che già oggi dispongono di una CPI verranno trasferiti sulla nuova CSE, ha puntualizzato Baume-Schneider.

Il nuovo sistema sarà obbligatorio non solo per ospedali e istituti di cura, ma anche per medici, farmacisti, fisioterapisti e altri professionisti della salute che fatturano prestazioni a carico dell'assicurazione malattia di base. L'obiettivo è quello di favorire una partecipazione capillare per migliorare la qualità e l'efficienza delle cure e ridurre gli oneri amministrativi.

La Confederazione sarà responsabile dell'infrastruttura tecnica centralizzata e della sicurezza dei dati. I Cantoni assicureranno la gestione operativa e istituiranno comunità sanitarie composte da ospedali, studi medici e farmacie, incaricate di offrire servizi di assistenza e informazione alla popolazione.

Baume-Schneider ha sottolineato che la protezione dei dati dei "titolari" resterà prioritaria, con requisiti di sicurezza elevati sanciti nella nuova legge. Le ripercussioni finanziarie sul bilancio della Confederazione nonché su altri attori sono ad oggi stimate in alcune decine di milioni di franchi. Seppur non ancora definitivo, il Consiglio federale reputa che tale fabbisogno finanziario sia adeguato per un progetto di questa portata e importanza, in particolare perché costituisce una base essenziale per portare avanti la trasformazione digitale nel settore sanitario svizzero, ha ribadito la ministra della sanità. La parola spetta ora al Parlamento.