Due mozioni approvate in commissione propongono abbattimenti anche nelle bandite di caccia e interventi tutto l'anno per lupi problematici; Governo e minoranze critiche
L'abbattimento del lupo in Svizzera deve essere facilitato. È quanto chiedono due mozioni, già approvate dal Consiglio degli Stati nel settembre scorso, accolte favorevolmente anche dalla Commissione dell'ambiente del Nazionale (CAPTE-N). Su questi oggetti dovrà ora esprimersi la Camera del popolo.
La prima mozione, presentata dalla senatrice Esther Friedli (UDC/SG) e approvata in commissione per il rotto della cuffia (11 a 11 e tre astensioni e il voto decisivo del presidente), chiede che l'abbattimento dei lupi sia permesso anche nelle bandite di caccia. Ciò dovrebbe valere per quegli esemplari la cui uccisione è stata autorizzata.
Il secondo atto parlamentare, inoltrato dal consigliere agli Stati Pascal Broulis (PLR/VD), vuole fare in modo che la regolazione dei lupi problematici, compresi quelli appartenenti a un branco o presenti nell'areale abituale di un branco, sia possibile durante tutto l'anno qualora questi causino danni rilevanti, in particolare agli animali da reddito, e non soltanto in caso di pericolo per l'uomo.
Due minoranze della commissione che respingono entrambe le mozioni, precisa una nota odierna dei servizi parlamentari, sostengono che debbano prima essere analizzati gli effetti delle nuove disposizioni della legge sulla caccia, entrate in vigore da poco. Solo in seguito si potrà agire in maniera mirata. Tali minoranze dubitano infatti dell'efficacia delle misure previste dalle mozioni "che minacciano la protezione del lupo".
Al Consiglio degli Stati in settembre, nel corso della sessione autunnale del parlamento, Friedli aveva motivato la sua proposta col fatto che i lupi non attaccano più solo le pecore, ma anche i bovini. "Ci troviamo in una spirale, non si può andare avanti così", aveva affermato, evidenziando come il predatore sia in grado di eludere le misure predisposte finora.
Secondo la senatrice, la Svizzera conta 43 bandite federali di caccia con una superficie totale di circa 150 mila ettari, la maggior parte delle quali si trova in zone di estivazione. Nelle aree in cui vi è una sovrapposizione, è attualmente proibito l'abbattimento di specie protette come il lupo, mentre è consentita, ad esempio, quella del cervo, un ostacolo che, stando all'autrice della mozione, va rimosso.
Secondo Pascal Broulis, diversi attacchi da parte di lupi hanno messo in evidenza delle lacune nella nuova legislazione sulla caccia. A parere del senatore vodese, che aveva fatto l'esempio del suo cantone, è inaccettabile dover aspettare il 1° giugno per poter adottare misure contro un animale chiaramente problematico.
Durante il dibattito, Fabio Regazzi (Centro/TI) aveva invitato il Governo ad agire per "frenare l'espansione incontrollata del lupo". Le aggressioni, ripetute e documentate, sono un problema non solo di ordine economico, ma anche emotivo per gli interessati, aveva dichiarato il senatore ticinese.
"Non si possono aggiungere con frenesia interventi su interventi", aveva invece argomentato, senza successo, Mathilde Crevoisier Crelier (PS/JU). "Bisogna lasciare qualche stagione di caccia per valutare l'effetto delle misure e il tempo ai cantoni di adattarsi", aveva aggiunto la giurassiana.
Anche il Consiglio federale si era detto contrario ai due atti parlamentari. Il ministro dell'ambiente Albert Rösti aveva ricordato che esistono già numerosi strumenti a disposizione, introdotti di recente, come l'abbattimento in qualsiasi momento di lupi pericolosi per gli esseri umani.