Gli agenti di polizia di Vaud e Vallese andrebbero dotati in un prossimo futuro di bodycam. Il governo vodese ha presentato una legge in tal senso che dovrà fra breve passare al vaglio del legislativo, mentre il Gran Consiglio vallesano ha dato oggi il via libera a un progetto simile dell'esecutivo.
Con l'introduzione generalizzata delle telecamere indossabili, il governo vodese intende rafforzare "la trasparenza, la fiducia e la sicurezza", si legge in una nota odierna.
Le bodycam contribuiscono, secondo l'esecutivo, a "prevenire comportamenti scortesi e violenti durante gli interventi, a fornire registrazioni oggettive e utilizzabili in tribunale e a sostenere la responsabilità, la legittimità e la credibilità del lavoro della polizia" nell'interesse sia dei funzionari che della popolazione.
La decisione odierna si basa su un progetto pilota, giudicato positivamente, svolto nel 2019 e nel 2020 dalla polizia cantonale e dalla polizia municipale di Losanna. In una prima fase, ogni pattuglia di due agenti della polizia sarà dotata di almeno una bodycam. Successivamente è prevista un'introduzione graduale fino a equipaggiare tutte le forze di intervento.
Le registrazioni effettuate con le bodycam potranno essere conservate per un massimo di 150 giorni, salvo diversa disposizione giudiziaria. L'accesso alle immagini sarà inoltre rigorosamente regolamentato e riservato alle autorità competenti, ha sottolineato il governo.
Oggi, il Gran Consiglio vallesano ha approvato una modifica della legge sulla polizia cantonale che consentirà l'uso di bodycam e la ricerca automatizzata di veicoli. Solo i Verdi hanno votato contro.
La richiesta del Centro altovallesano di permettere anche l'uso del taser non è stata sostenuta dalla maggioranza del legislativo. Il Parlamento ha anche negato l'ammissione alla polizia cantonale alle persone con permesso di domicilio (permesso C). Neuchâtel, Giura e Basilea Città avevano deciso diversamente in passato.