
“Nessun senso di colpa, non è importante per me / tu non stare in pensiero, è solo un finto cuore”
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato settimanale de laRegione
Diaframma - Gennaio (EP)
Lato A: ʻGennaioʼ / ʻLʼamore segue i passi di un cane vagabondoʼ; Lato B: ʻVoce che chiamiʼ / ʻGloriaʼ.
Diaframma Records (1989; 3ʼ000 copie di cui 1ʼ500 in vinile trasparente).
C’era una volta la scena fiorentina: ovvero i Litfiba, i Neon e i Diaframma. Ma c’era anche la I.R.A. Records, storica etichetta che oltre al gruppo di Piero Pelù annoverava pure i Moda (non i Modà...) e gli Underground Life di Giancarlo Onorato. Insomma, tanta roba, si direbbe oggi. Erano i primi anni Ottanta, quelli del post-punk e dell’onda lunga della new wave britannica, con mezzo mondo a riscoprire i defunti Joy Division. Anche il chitarrista Federico Fiumani (classe 1960) si butta nella mischia e fonda i Diaframma. Il gruppo pubblica almeno un capolavoro (Siberia, 1984) e dopo il terzo disco (Boxe, 1988) manda tutti a casa, per poi ripartire nel 1989 con Massimo Bandinelli al basso e Fabio Provazza alla batteria. Esce un 12 pollici dal titolo Gennaio: quattro brani, inclusa la traccia omonima. Il piglio è più rock-punk e meno introspettivo degli esordi, segnato da una sezione ritmica senza fronzoli e una voce diretta. Il testo segue a ruota. Le tracce dell’EP verranno incluse nella raccolta Da Siberia al Prossimo Week-End (1991). I Diaframma, sempre vivi e vegeti, nel 2018 hanno prodotto L’abisso, il loro 20esimo album.
Parte dei soldi li spesi in assoluta allegria
quella stessa con cui li avevo guadagnati.
Ci voleva del fegato per ammettere
che come erano entrati così erano usciti.
Il resto era là, in banca ad aspettare
attirato da una formula a interesse anticipato.
Alla fine del mese sembrava proprio di avere
lo stipendio e un nuovo datore di lavoro.
Nessun senso di colpa, non è importante per me
tu non stare in pensiero, è solo un finto cuore.
Nessun senso di colpa, non è importante per me
tu non stare in pensiero, è solo un finto cuore.
Alla fine decisi di prender casa in affitto
sempre meglio che vagare e lavarsi i panni al diurno.
La mia stanza era entrando sulla sinistra
quella di Barbara a destra: c’eravamo rivolti
a nostra insaputa, alla stessa agenzia.
Gennaio, gennaio, gennaio