L'annunciata chiusura del collegamento ha spinto una quarantina di persone a riunirsi alla posa delle transenne. Petralli: ‘Prepareremo una petizione’
Non è accettabile la chiusura a tempo indeterminato della strada cantonale S313 Tesserete–Bogno-Cagiallo, nel tratto compreso tra Corticiasca a Scareglia a partire dall’incrocio che conduce a Insone. Una quarantina di persone stasera verso le 20.30 hanno inscenato una protesta proprio prima dell’orario annunciato dal Dipartimento del territorio per l’ultima corsa dell’Autopostale. Il presidio è stato organizzato dal Patriziato di Scareglia. Tra i partecipanti, il presidente della Commissione di quartiere di Val Colla Alberto Rossini, la consigliere comunale di Lugano Sara Beretta Piccoli (Pvl), il consigliere comunale di Lugano Angelo Petralli (iI Centro), che ci conferma il prossimo lancio di una petizione, che sta elaborando assieme al Patriziato e all’ex presidente cantonale del partito Giovanni Jelmini.
«Non siamo contrari alla chiusura della strada, siamo al corrente dei problemi legati alla sicurezza– precisa Petralli, che ricorda a inizio gennaio la caduta di un masso che ha ucciso una persona mentre era alla guida –. Però, chiediamo che venga effettuata un’analisi al fine di trovare soluzioni in tempi brevi, affinché il collegamento venga riaperto. La strada che da Maglio di Colla conduce verso Capriasca è abbastanza precaria. Stesso discorso per il collegamento comunale da Maglio di Colla verso Signôra, lungo la quale chiederò di creare delle piazzole di giro e una manutenzione perché l'asfalto è messo male. Dovremo transitare su quest’ultima che è strettissima. Da non sottovalutare c’è anche un problema per l’accesso alle scuole, per i bambini che rientrano a casa sul mezzogiorno a mangiare (la mensa costa dieci franchi ad allievo) e alla Casa per anziani di Colla, per tutti i dipendenti. Chiediamo di realizzare una piazzola di giro all'altezza del ponte di Scareglia destinata all'Autopostale, per consentire alle persone il transito a piedi. Ci sentiamo un po’ trascurati in valle».
In tarda serata è giunta anche una testimonianza di una abitante del paese di Scareglia: «Da 1 anno e mezzo io e il mio compagno abbiamo investito tutto per acquistare una casa, e siamo saliti in valle dove potevamo permettercelo, vicino a tranquillità e natura. Sapere solo ieri che la strada che percorriamo 3-4 volte a settimana per recarci al lavoro viene sbarrata a tempo indeterminato mi ha scossa parecchio. Ho la sensazione di essere tagliata fuori dal mondo, senza avere risposte su tempistiche e soluzioni... solo un coro di opinioni e spiegazioni che seppur ricche di dettagli vari, non portano chiarezza. Cosa succederà? Quando? Saremo tagliati fuori a lungo? Per sempre?» Domande che per ora restano senza una risposta. Un’altra persona ci scrive che «pur comprendendo la necessità di garantire la sicurezza pubblica, esprimiamo profonda preoccupazione per le conseguenze che tale misura avrà sulla comunità, specialmente in assenza di una pianificazione chiara sulle tempistiche e sulle soluzioni alternative da adottare. Il nostro territorio si trova di fatto isolato, con gravi ripercussioni sulla mobilità, sulla vita quotidiana dei cittadini. Si sollecitano pertanto le autorità competenti a fornire indicazioni puntuali, trasparenti e tempestive, nonché a individuare con urgenza interventi risolutivi per il ripristino della strada»
Continua la residente a Scareglia: «Quello che per ora va accettato è il fatto che dovremo stare più tempo per strada per raggiungere il posto di lavoro, o Tesserete e Lugano... E che la strada comunale alternativa che dovremo percorrere (per non fare tutto il giro della valle) ha una sola corsia e pochi spazi di scambio. Ci faremo la mano.... E ci metterò una buona volontà per digerire la situazione e accettare che ora vada così per una sicurezza da verificare. Ma come cittadina è per me anche fondamentale sapere che il necessario sarà fatto per offrirci alternative che possano riaprire la strada cantonale che ci connette più facilmente al resto del mondo, e non avere la sensazione che "ormai è così", essendo in pochi abitanti... che il santo, insomma, non vale la candela». L’abitante suggerisce «ad esempio, di non permettere più di transitare ai mezzi pesanti e di applicare soluzioni di rafforzamento di ponte e terreno più a breve termine e regolate periodicamente se non sono possibili trivellazioni profonde o simili, vista la natura del terreno che qualcuno dice molto difficile da contenere... Sono e siamo in attesa di risposte e soluzioni dal nostro cantone».