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‘Una soluzione all’altezza, moderata e flessibile’

Il ‘senatore’ Pierre-Yves Maillard sul ‘concetto globale’ adottato dagli Stati per finanziare la 13esima Avs e l’iniziativa popolare del Centro

Maillard (Ps, a destra) a colloquio con Benedikt Würth (Centro), sotto gli occhi di Josef Dittli (Plr)
(Keystone)
13 giugno 2025
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Pierre-Yves Maillard (Ps/Vd), Erich Ettlin (Centro/Ow): sono loro ad aver architettato – in seno alla Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati – il ‘concetto’ globale per il finanziamento della 13sima Avs e dell’iniziativa popolare del Centro che chiede di sopprimere il limite massimo delle rendite Avs dei coniugi. Al termine di un dibattito durato tre ore e conclusosi con il sì del plenum (vedi box), ‘laRegione’ ha incontrato il ‘senatore’ vodese, presidente dell’Unione sindacale svizzera. Intervista.

Un ‘concetto globale’ per il finanziamento dell’Avs, con una soluzione mista (aumento dei contributi salariali e dell’Iva) e un’attuazione graduale, in due tappe: Pierre-Yves Maillard, qual è l’idea?

Il Consiglio federale vorrebbe finanziare la 13esima Avs unicamente attraverso un aumento dello 0,7% dell’Iva: si voterebbe il prossimo anno [la modifica dell’Iva è soggetta a referendum obbligatorio, ndr]. Ora, l’Avs nel 2024 ha fatto 5,5 miliardi di franchi di utili: è più di quanto costa la 13esima rendita [4,2 miliardi di franchi nel 2026; 5 miliardi nel 2030, ndr]. In un contesto del genere, chi mai voterà un tale aumento dell’Iva? Le possibilità che popolo e cantoni lo approvino sono molto deboli. E dopo un tale fallimento, come si potrà tornare solo pochi mesi più tardi davanti al popolo a richiedere un’altra volta di aumentare l’Iva per finanziare l’iniziativa del Centro [chiede di sopprimere il limite massimo delle rendite Avs dei coniugi, ndr]?

In questo modo la 13esima Avs non verrebbe finanziata fino al 2028.

Abbiamo appurato che la 13esima Avs potrà essere versata dal dicembre 2026 senza bisogno di un finanziamento supplementare. A partire dal 2028, invece, occorrerà fare qualcosa. Ma senza strafare: basterà aumentare i contributi Avs di 0,4 punti percentuali. Parallelamente, i contributi all’assicurazione contro la disoccupazione – che ha accumulato un ‘tesoretto’ di 9 miliardi di franchi – verrebbero ridotti di 0,2 punti [l’aumento effettivo netto sarebbe dunque di soli 0,2 punti: 0,1 per i datori di lavoro e altrettanti per i dipendenti, ndr]. In questo modo, compensiamo in parte l’incremento dei prelievi salariali per l’Avs. E la riforma risulterà praticamente indolore.

E l’aumento dell’Iva?

Avverrebbe in due fasi. Un primo aumento di 0,5 punti percentuali servirà a finanziare la 13esima mensilità Avs. Un secondo aumento servirà a consolidare il primo pilastro a partire dal 2030, nel caso in cui popolo e cantoni vorranno sopprimere o innalzare il tetto massimo delle rendite Avs per le coppie sposate. La soluzione adottata dal Consiglio degli Stati è moderata e flessibile. Offre un quadro di finanziamento ragionevole e adattabile: se il Parlamento vorrà fare dei risparmi, o se l’iniziativa popolare del Centro verrà respinta, il secondo aumento dell’Iva non verrà utilizzato. Viceversa, se questa verrà approvata alle urne, avremo pronta una soluzione per il suo finanziamento. In commissione abbiamo fatto un lavoro all’altezza di ciò che un Parlamento deve fare, e all’altezza delle decisioni del popolo.

Josef Dittli (Plr/Ur) ha accusato la maggioranza di centro-sinistra di srotolare il tappeto rosso a un’iniziativa che non è ancora stata trattata dal Parlamento. State mettendo il carro davanti ai buoi?

È piuttosto inabituale, questo è vero. Ma quando il ‘concetto globale’ tornerà agli Stati [dopo il passaggio al Nazionale, ndr], verosimilmente avremo tutte le carte sul tavolo: anche l’iniziativa del Centro e un eventuale controprogetto.

Sette miliardi di spesa in più all’anno, nove miliardi qualche anno più tardi: il vostro ‘concetto globale’ costa caro. Sarebbe il più grosso aumento di spesa degli ultimi decenni, hanno messo in guardia alcuni suoi colleghi del Plr.

Possiamo sempre creare paura, sventolando grosse cifre. Alla fine, quel che conta è quanti soldi hanno le pensionate e i pensionati per vivere. Nella maggior parte dei cantoni, la rendita Avs mensile media [1’950 franchi, ndr] è di circa 500 franchi inferiore all’importo che riceve un beneficiario dell’aiuto sociale. Il vero problema è che da trent’anni non si vogliono adeguare le rendite Avs alla realtà di persone che hanno lavorato tutta una vita e che sono confrontate con un’importante diminuzione – di quasi il 20% negli ultimi vent’anni – delle rendite del secondo pilastro.

D’accordo, ma le prospettive finanziarie dell’Avs non consentono un aumento delle prestazioni. Anzi.

Le prospettive finanziarie dell’Avs non sono preoccupanti. Solo un esempio: lo scorso ottobre in commissione ci hanno detto che a fine 2024 nel Fondo Avs ci sarebbero stati 53 miliardi di franchi; poi questa primavera ci hanno detto che a quel momento ce n’erano 55. Quel che voglio dire è che non si può fare politica basandosi unicamente su previsioni che vanno fino al 2040. Bisogna partire dai bisogni effettivi delle persone.

…che sono anche quelli della popolazione attiva, non solo quelli delle pensionate e dei pensionati: Plr e Udc deplorano che, con il vostro ‘concetto’, l’onere del finanziamento della 13esima Avs e dell’iniziativa del Centro viene scaricato in buona parte sulle spalle dei ‘giovani’, o meglio: delle lavoratrici e dei lavoratori.

Dimenticano che i giovani invecchiano, e gli anziani sono stati a loro volta giovani. Non si può fare come se la popolazione sia composta di giovani che restano per sempre giovani e di anziani che sono sempre stati anziani. La vera vita è questa: i ‘giovani’ contribuiscono all’Avs durante la loro vita lavorativa, e per questo ricevono una rendita Avs una volta andati in pensione. Gli unici ad aver ricevuto – grazie ai ‘giovani’ di allora – una rendita Avs senza averne pagato ‘il prezzo’, sono i primi a essere andati in pensione dopo l’entrata in vigore dell’Avs nel 1948.

Dentro questo ‘pacchetto’ c’è parecchio. Non sarebbe una sorpresa se il Nazionale lo facesse a pezzi.

Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità. Sono curioso di vedere cosa diranno i consiglieri nazionali dell’Udc dell’iniziativa del Centro. Sono per? Sono contro? Vogliono un controprogetto? Dal primo partito del Paese mi aspetto chiarezza. Da parte mia, dopo aver preso parte a un centinaio di serate pubbliche sull’Avs negli ultimi cinque anni, oggi so esattamente come la pensa la base dell’Udc: è a favore di quest’iniziativa. I suoi parlamentari qui a Berna la ascolteranno? Credo che sarebbe saggio farlo, cercando un compromesso con il Centro che includa almeno un rialzo del tetto delle rendite Avs dei coniugi, il mantenimento delle rendite Avs delle vedove e il ‘concetto’ globale approvato oggi [ieri per chi legge, ndr] dagli Stati. Se l’Udc vota contro l’iniziativa del Centro, allora voterà anche contro quest’ultimo. Alla fine sarà comunque il popolo a decidere: e allora alle urne rischiamo di avere un sì all’iniziativa del Centro, senza una soluzione per il suo finanziamento.

Cos’è stato deciso

Con un ‘concetto globale’, da attuare in due tappe e che prevede una soluzione mista (aumento dell’Iva + aumento dei contributi salariali): così il Consiglio degli Stati intende finanziare la 13esima Avs (approvata in votazione popolare il 3 marzo 2024) e allo stesso tempo l’iniziativa popolare del Centro (appena giunta sui banchi della commissione parlamentare competente), che chiede di sopprimere il limite massimo della rendita Avs per i coniugi. La decisione è stata presa con 23 voti a 17: a favore si sono espressi i ‘senatori’ di Ps, Verdi, di buona parte del Centro e i colleghi romandi del Plr; contro hanno votato i consiglieri agli Stati Udc, gli svizzero-tedeschi del Plr, il ‘centrista’ Fabio Regazzi, la verde-liberale Tiana Moser e Mauro Poggia dell’Mcg. Udc e Plr si sono battuti per un finanziamento transitorio, limitato alla sola 13esima Avs, attraverso un aumento dell’Iva di 0,6 punti percentuali fino al 2030. Nella soluzione adottata dal plenum, il contributo della Confederazione al fondo di compensazione rimane fissato al 20,2%. Il dossier passa ora al Nazionale.

Il Consiglio federale, dal canto suo, vorrebbe limitarsi a finanziare la 13esima Avs. La sua proposta: aumentare l’Iva di 0,7 punti percentuali. In questo modo l’equilibrio del Fondo di compensazione Avs sarebbe garantito fino al 2030. Il Governo propone inoltre di ridurre il contributo della Confederazione dal 20,2% al 19,5% della spesa Avs.

La 13ª rendita Avs sarà versata una volta all’anno, a dicembre, a partire dal 2026.

Per l’ulteriore stabilizzazione del primo pilastro dopo il 2030, il Consiglio federale sottoporrà al Parlamento un progetto separato entro la fine del prossimo anno. A metà maggio ne ha presentato le grandi linee: aumento combinato (non ancora quantificato) dei contributi salariali e dell’Iva, incentivi per lavorare più a lungo, nessun aumento dell’età di riferimento per il pensionamento.