laR+ l’intervista

‘Così manteniamo alta la pressione per la grande riforma dell’Avs’

Un finanziamento a termine, solo tramite Iva: così il Nazionale vuole finanziare la 13esima Avs. Parla Patrick Hässig (Pvl), l’uomo del compromesso

Patrick Hässig (Pvl, sinistra nella foto) con l’altro relatore commissionale sul finanziamento della 13esima Avs, il vallesano Benjamin Roduit (Centro)
(Keystone)
12 settembre 2025
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‘Ingoiare rospi per l’Avs: quasi nessuno è contento con il finanziamento’. Così titolava giovedì la ‘Aargauer Zeitung’, all’indomani della decisione del Consiglio nazionale di finanziare solo per qualche anno (fino alla fine del 2030) ed esclusivamente tramite un aumento dell’Iva (+0,7%) la 13esima Avs approvata da popolo e Cantoni il 3 marzo 2024 e che verrà versata per la prima volta a tutti i pensionati nel dicembre del prossimo anno. Uno dei pochi a essere contenti è Patrick Hässig. Il consigliere nazionale verde-liberale è l’artefice di questa soluzione a tempo determinato: lo zurighese l’ha fatta dapprima passare nella commissione preparatoria; poi, mercoledì sera, la sua proposta ‘minimalista’ ha messo d’accordo – faute de mieux, va detto – una riluttante maggioranza del Nazionale formata da Ps, Verdi e Centro, col suo partito a fare da ago della bilancia. “È vero, sono contento. La maggioranza che si era creata in commissione ha retto anche nel plenum. Questa soluzione rappresenta il minimo comun denominatore alla Camera del popolo. Ed era importante opporre un’alternativa, un compromesso, al concetto elaborato dal Consiglio degli Stati, affinché quest’ultimo possa fare un passo nella nostra direzione”, spiega a ‘laRegione’ il 46enne zurighese, già moderatore radiofonico e da anni ormai infermiere.

Quali sono i vantaggi di questa soluzione?

Non vogliamo che le lavoratrici e i lavoratori, tramite un aumento dei prelievi salariali, debbano contribuire maggiormente rispetto alle pensionate e ai pensionati al finanziamento della 13esima Avs. Un aumento dell’Iva [che colpisce tutti i consumatori, pensionati compresi, ndr] garantisce una certa simmetria dei sacrifici, purché sia limitato nel tempo. Grazie a questa soluzione ‘ponte’, per giunta, possiamo mantenere alta la pressione per la prossima, grande riforma dell’Avs [dovrebbe entrare in vigore al più presto nel 2030-2031, ndr]. Una volta scaduto questo finanziamento limitato nel tempo, avremo la possibilità di ragionare su una vera riforma dell’Avs che sia sostenibile a lungo termine e che rispetti il principio dell’equità tra generazioni.

Cosa dovrebbe contenere, questa ‘vera’ riforma?

Dobbiamo allontanarci dall’idea che tutti debbano andare in pensione a 65 anni. Avere un’età di riferimento rigida per il pensionamento è sempre meno importante. Il nostro obiettivo, come Pvl, è riuscire a rendere flessibile questa soglia.

Volete sopprimere l’età di riferimento?

Possiamo dirla così. Chi per lunghi anni, magari addirittura già dall’apprendistato, ha svolto un lavoro fisicamente usurante, dovrebbe poter andare in pensione prima dei 65 anni, senza venir penalizzato a livello di rendite. Invece, persone che hanno studiato, che hanno svolto lavori ‘intellettuali’, sono in buona salute e magari vogliono lavorare più a lungo, dovrebbero poter andare in pensione più tardi.

Torniamo alla 13esima Avs. Non merita forse un finanziamento solido, a lungo termine? Rimandare non può essere una soluzione...

Non stiamo rimandando. Siamo entrati in materia: è la prova che volevamo discuterne e trovare una soluzione. Il Pvl non era per la 13esima Avs, ma abbiamo ricevuto un mandato da popolo e Cantoni, che va eseguito. Plr e Udc invece non volevano nemmeno entrare in materia: sono loro, non noi, a non volere un finanziamento della 13esima Avs.

L’Unione sindacale svizzera denuncia “un gioco pericoloso”: il finanziamento provvisorio terminerà a fine 2030, quando nelle casse dell’Avs avremo un deficit.

Non fare niente – nessun finanziamento provvisorio, aspettando semplicemente la grande riforma – sarebbe ancor più pericoloso. Così invece ingoiamo per un po’ il rospo dell’aumento dell’Iva [che dovrà comunque passare da una votazione popolare con doppia maggioranza, ndr], ma poi – grazie alla pressione politica che si creerà – faremo in modo di costruire una riforma sostenibile del primo pilastro.

La sinistra accusa la destra di praticare una “politica delle casse vuote”: lasciare che le finanze del primo pilastro si deteriorino, per poi presentare come inevitabili misure come l’aumento dell’età di pensionamento. Non si sente un po’ complice, visto che parliamo di un finanziamento della 13esima Avs che durerà solo pochi anni ?

Le nuove prospettive finanziarie mostrano che l’Avs non sta male come si pensava fino a poco tempo fa. La 13esima Avs però rappresenta una sfida: per questo va assolutamente finanziata. La nostra soluzione ci permette di guadagnare un po’ di tempo.

Pochi anni. Poi, decaduto il finanziamento provvisorio, saremo punto a capo.

Proprio per questo dobbiamo pensare a modelli che prevedano tra l’altro un aumento dell’età di pensionamento, anche se non per tutti e non da un giorno all’altro. Il popolo ha più volte respinto in modo chiaro un rigido aumento dell’età di pensionamento. La via da seguire è quella della flessibilizzazione.

Il Plr propugna un freno all’indebitamento nell’Avs: se il fondo Avs dovesse scendere sotto il 90% delle uscite annuali, scatterebbero automaticamente un aumento dell’Iva dello 0,5% e l’età di pensionamento verrebbe alzata di sei mesi. Condivide?

Saremmo favorevoli a un simile meccanismo. Ma non adesso. Ora non si tratta di riformare l’Avs, ma di finanziarne in tempi brevi la 13esima rendita che verrà versata già il prossimo anno.

Il Consiglio degli Stati ha un concetto assai più ambizioso, che combina un aumento a tappe dell’Iva con contributi salariali più elevati. Le due Camere sono lontane anni luce sul finanziamento della 13esima Avs. Cosa prevede?

Sono convinto che il concetto del Consiglio degli Stati non passerà mai da noi. Un aumento dei contributi salariali non ha alcuna chance di essere accettato da Udc, Plr e Verdi-liberali. Il Consiglio degli Stati deve muoversi dalla sua posizione. Non escludo che alla fine si imponga la linea del Consiglio federale [aumento dell’Iva dello 0,7%, ma illimitato, ndr].

E a lei andrebbe bene?

Sì, se questo sarà il compromesso. Per noi è importante che con il concetto del Consiglio degli Stati non venga finanziata ‘preventivamente’ anche l’iniziativa popolare del Centro [chiede la soppressione del tetto alle rendite Avs dei coniugi, ], non ancora trattata dal Parlamento. Sarebbe problematico anche sotto il profilo istituzionale.

Come si sente nei panni di chi fa da ago della bilancia, un ruolo inabituale per il suo partito?

È un compito impegnativo, che comporta una gravosa responsabilità. Ma è anche bello e gratificante, quando con una proposta pragmatica di compromesso – e non con un approccio ideologico – si riesce a fare un passo avanti.